Bla Bla Blog. Il web che straparla

venerdì 4 maggio 2012


C'è un autorevole studio scientifico che ha elaborato un complesso algoritmo matematico secondo il quale entro il 12 ottobre di quest'anno la parola "tumblr" supererà la parola "blog" nella classifica dei termini più ricercati su Google. Questo studio ci spiega due cose. In primis, che tagliare i fondi alla ricerca non è sempre un male. In secondo luogo, che proprio la piattaforma Tumblr ha segnato una vera e propria rivoluzione per il mondo del blog. Come si spiega un successo di questa portata, nonostante il nome che somiglia ad un codice fiscale ugro-finnico? Beh, sicuramente per il taglio "social" che consente al lettore di esprimere apprezzamenti non solo commentando i post, ma anche attraverso una sorta di endorsement e condivisione di contenuti molto simile a quella operata dai social network come Facebook e Twitter. Ma soprattutto perché a differenza delle piattaforme di blog "tradizionali" per diventare un blogger famoso su Tumblr non servono più contenuti interessanti, ragionamenti acuti e una scrittura accattivante. Basta infatti saper impugnare una reflex digitale, ricordarsi di togliere il coperchio dall'obiettivo, fotografare un tramonto e postarlo dopo averlo seppiato con Photoshop. Ed è subito like. Roba da surclassare persino i florilegi di tette e culi su Badoo. Ora i più acuti di voi avranno già intuito che in questa puntata recensiremo due blog di Tumblr. Tutti gli altri possono ricominciare a leggere daccapo. 

Kim Jong Il looking at things
Kim Jong Il è stato l'ultimo vero grande dittatore comunista del pianeta, dopo che Deng Xiaoping si è convertito al capitalismo in salsa di soia, Chavez si è dato alle televendite e Fidel Castro ha pubblicamente ammesso di essere Obi Wan Kenobi con la mimetica. Kim Jong Il era così comunista che persino i cinesi ogni tanto gli chiedevano di darsi una calmata. «Se non stai buono - gli dicevano - 22 milioni di nordcoreani andranno a letto senza cena». E lui non faceva il bravo. Secondo la propaganda nazionale, Kim Jong Il era una specie di semidio. Si dice che non defecasse né orinasse mai. Il che faceva di lui l'unico dittatore al mondo che non doveva preoccuparsi di farla prima che cominciasse la parata militare per non dover scappare al bagno proprio mentre passavano i carri armati nuovi. Ma non solo. Si dice fosse nato in una notte di tempesta sulla cima di una montagna sacra. Fosse stato anche alto, biondo e con un grosso martello, probabilmente avrebbe potuto candidarsi per i Vendicatori. Qualche superpotere strabiliante, però, ce l'aveva per davvero. Ad esempio, riusciva ad essere notevolmente sovrappeso in una nazione tormentata da almeno una carestia per decennio, e dove le morti per fame sono comuni quanto lo è il porno su Internet. Ma la vera specialità di Kim Jong Il era quella di guardare. Già, guardare le cose. Ed è proprio questo che il blog racconta a suon di eloquenti immagini sin dal lontano ottobre del 2010: Kim Jong Il che guarda le cose. I militari sull'attenti, certo, ma anche i poponi al mercato, le nuvole nel cielo, i bulloni nelle officine, le fotografie negli album, le seggiole e i tavolini nelle mense aziendali, i quadri appesi al muro. Tutto con l'occhio vigile e attento della mucca che guarda passare il treno e un sorriso che sembra quasi voler dire: «Toh, un mestolo inox. Ma pensa te». Proprio la smisurata partecipazione emotiva che infondeva nel guardare le cose gli è valsa un posto sempiterno nel walhalla del web. E difatti il blog continua a raccogliere e postare immagini di lui "looking at things" anche dopo la sua dipartita. Potete guardarlo, a vostra volta, qui: kimjongillookingatthings.tumblr.com

I love charts
Un tempo grafici e tabelle erano appannaggio esclusivo di matematici, statistici, economisti, ingegneri, analisti finanziari e feticisti del Power Point. Poi l'avvento della crisi economica ha imposto di fare i conti quotidianamente con grafici e tabelle anche all'uomo della strada. Grafici e tabelle, infatti, aiutano a capire ad esempio a quanto sta lo spread (anche quello tra Juve e Inter), a comprendere quanto è alto il gradimento degli italiani verso il governo Monti, e ad analizzare il differenziale tra quelli che ancora apprezzano il governo tecnico e quelli che invece stanno pazientemente affilando le roncole in attesa della prossima rata dell'Imu. Esistono poi persone che amano visceralmente i grafici e le tabelle anche fuori dell'orario di ufficio. Esistono anche persone (molte meno) che amano visceralmente i grafici e le tabelle anche fuori dell'orario di ufficio senza però soffrire contemporaneamente dell'impulso irrefrenabile a stipare resti umani nel freezer o a investire le scolaresche con un trattore. Per queste ultime, esiste "I love charts". Per stroncare sul nascere le prevedibili salve di «Uffa, che barba!», va detto subito che i contenuti sono esclusivamente umoristici. Taluni rasentano la genialità più assoluta. Ad esempio, "Cosa sto facendo mentre non rispondo ai vostri sms", oppure "Come varia la curva del piacere con l'aumentare del numero dei partner sessuali e dei tipi di formaggio sulla pizza". A gestirlo, due giovani blogger americani (uno dei due scribacchia per Forbes) che di recente hanno raccolto il meglio dei contenuti dando alle stampe un libro. Per aiutarvi a trovare il blog avevamo pensato ad un bel grafico a torta, ma forse fate prima cliccando: ilovecharts.tumblr.com


di Luca Pautasso