Game on: il mondo dei videogiochi

mercoledì 28 marzo 2012


Il 2011 sarà ricordato, dai videogiocatori di tutto il mondo, come l'anno del "grande ritorno" dei giochi di ruolo. L'autunno, in particolare, è stata una stagione feconda per gli appassionati di rpg (role-playing games) digitali. E due, su tutte, sono state le proposte dell'industria dell'intrattenimento videoludico che hanno conquistato i cuori degli appassionati. 

Verso la fine di settembre in Giappone (e qualche settimana più tardi negli Stati Uniti e in Europa), Namco-Bandai ha iniziato a distribuire - per Playstation 3 e Xbox 360 - "Dark Souls" di From Sofware, successore spirituale di "Demon Souls". Esclusiva per la console Sony nel 2009, "Demon Souls" si era ritagliato una nicchia di fan, neppure troppo sparuta, con una particolarissima ambientazione fantasy ibrida nippo-occidentale e - soprattutto - grazie a una difficoltà di base davvero esagerata, come non si vedeva in giro da decenni. Un approccio decisamente old school al genere che ha allontanato in fretta gli utenti più casual, attirando però l'attenzione di una schiera di giocatori attratti dall'altissimo livello di sfida e dall'innovativo sistema di multiplayer.

"Dark Souls", uscito anche per la console di Microsoft, nasce sulle solide fondamenta del suo predecessore e arriva ancora più in alto, migliorando in giocabilità, grafica e gestione dell'online. Il multiplayer, a differenza della maggior parte dei giochi oggi in circolazione, non è soltanto competitivo (anche se l'adrenalina dello scontro testa-a-testa, magari anche inatteso, non manca di certo), ma riesce a garantire quelle emozioni che soltanto il gioco "cooperativo" è in grado di far sperimentare. Il cuore di "Dark Souls" resta, comunque, un single-player crudele ma enormemente appagante. Ogni piccolo passo in avanti è una grande conquista. Ogni morte improvvisa è riconducibile all'errore umano, mai al fato. Ogni livello sbloccato ed ogni "boss" ucciso sono parte integrante di una progressione costante (e quasi infinita) che culmina nella potenza necessaria per affrontare il mondo, ancora più crudele, del multiplayer. 

Un "passaparola" incessante su Internet e la nascita di una comunità molto agguerrita di appassionati hanno fatto conoscere il gioco anche dove le strategie di marketing di Namco-Bandai non sono arrivate. Infatti, malgrado la difficoltà davvero inusuale, almeno per un videogame contemporaneo, il gioiellino di From Software (casa già nota, soprattutto in Giappone, per titoli come "Armored Core", "Tenchu" e "Lost Kingdoms") ha sfondato il muro del milione e mezzo di copie vendute (un milione per Ps3 e mezzo milione per Xbox 360) facendo anche man bassa di riconoscimenti della critica. Una petizione online sottoscritta da migliaia di utenti Internet ha addirittura chiesto a Namco-Bandai di commercializzare una versione pc del gioco. E il colosso giapponese ha dichiarato ufficialmente che sta prendendo in considerazione l'ipotesi.

Se "Dark Souls" ha venduto abbastanza bene, convincendo gran parte della stampa specializzata, un altro rpg uscito poco dopo - l'11 novembre (11/11/11) per la precisione - ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, e non solo tra giochi di ruolo, arrivando a vendere qualcosa come 11,3 milioni di copie nelle sue diverse incarnazioni per Xbox 360, Playstation 3 e Pc. Stiamo parlando di "Skyrim", il quinto capitolo di "The Elder Scrolls", la saga di Bethesda Softworks le cui origini risalgono addirittura al 1994 (con "The Elder Scrolls: Arena"). "Skyrim" prende le mosse duecento anni dopo gli eventi del quarto capitolo (l'indimenticabile "Oblivion"), nella fredda regione settentrionale dell'universo fantasy di Tramiel. Il mondo di "Skyrim" è gigantesco come quello di "Oblivion", ma stavolta la natura aperta del suo sistema di gioco (fai quello che vuoi, quando vuoi, come vuoi) è arricchita da missioni di altissimo livello, da una main-quest per niente noiosa e dalla solita, appagante, sensazione di libertà assoluta che soltanto i giochi Bethesda, insieme a pochi altri, riescono a regalare al videogiocatore. L'unico leggero limite di "Skyrim", cioè la qualità grafica non proprio all'altezza delle migliori produzioni di quest'ultima generazione di hardware, è stato immediatamente superato - almeno dagli utenti di personal  computer - con l'uscita istantanea di migliaia di modifiche (in gergo "mod") che ne hanno limato i difetti più evidenti. Con il supporto del servizio online "Steam", poi, la gestione delle "mod" è diventata semplice ed intuitiva anche per gli utenti meno smaliziati, che possono così trasformare "Skyrim" in un'esperienza unica ed estremamente personalizzata.

Per tutti gli altri, cioè per i circa nove milioni che hanno comprato la versione per Xbox 360 o Ps3, "Skyrim" resta comunque un viaggio irripetibile e fantastico, con una trama avvincente e ambientazioni mozzafiato. Il tutto, naturalmente, aspettando le patch per console che prenderanno il meglio dei "mod" in circolazione e - soprattutto - le espansioni dell'avventura che promettono di essere fantastiche almeno quanto quelle che hanno allungato di molto la vita commerciale di "Oblivion".


di Andrea Mancia