Mercosur non datur? L’altro mondo

martedì 23 dicembre 2025


Città contro campagne; élite contro popoli; globalizzazione contro protezionismo: è forse questo il senso dell’era moderna? Più o meno è questa l’impressione che si ha, vedendo le manifestazioni dei 7.000 contadini europei a Bruxelles, che protestano contro l’Accordo Mercosur (Mercado común del sur), un vero e proprio trattato di libero scambio con l’altro mondo bergogliano. L’acronimo indica un’organizzazione internazionale per il mercato comune sudamericano, istituita con il Trattato di Asunción nel 1991 da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, al quale si sono associati nel corso degli anni altri Stati sudamericani, con status diversificati. Il Mercosur persegue una politica di integrazione economica degli Stati membri attraverso la liberalizzazione degli scambi e l’adozione di normative comuni in materie quali l’ambiente, la disciplina della concorrenza, la tutela della proprietà intellettuale, i trasporti e il turismo. Nel dicembre 2024, dopo 25 anni di negoziati, è stato concluso un accordo di libero scambio tra il Mercosur e l’Ue, che prevede l’eliminazione della maggior parte dei dazi doganali favorendo la circolazione di beni e merci tra le due aree. In base alle previsioni di Bruxelles, l’eliminazione degli elevati dazi doganali del Mercosur consentirà agli esportatori europei di risparmiare oltre 4 miliardi di euro all’anno. Per il principio di precauzione, entrambe le parti sono libere di adottare misure per la tutela della salute di persone, animali e piante, anche in situazioni in cui le informazioni scientifiche non sono conclusive. Inoltre, le imprese europee potranno presentare offerte per gli appalti pubblici in condizioni di parità con le altre imprese del Mercosur.

Continuano a sussistere alcune barriere protezionistiche su prodotti agroalimentari sensibili, come carni bovine, pollame e zucchero, con il divieto di imitazione per 340 prodotti alimentari tradizionali, riconosciuti come indicazioni geografiche protette. Ovviamente, l’accordo non modifica il principio generale, per cui i prodotti che entrano nel mercato comunitario devono conformarsi alle norme europee in materia di sicurezza alimentare. Una parte sostanziale dell’accordo Mercosur-Ue riguarda le materie prime critiche (terre rare, minerali strategici, e così via) di cui è ricco il continente sudamericano, rispetto alle quali vengono incentivate le esportazioni verso l’Europa, con l’intento di ridurre i costi di importazione e di garantire la sicurezza e l’affidabilità delle catene di approvvigionamento. Ora, in merito alla firma definitiva del Mercosur, l’Italia, senza la quale non si può precedere all’approvazione maggioranza qualificata in Consiglio europeo (dato che Polonia e Ungheria hanno annunciato in merito il loro voto contrario), ha chiesto alla presidenza brasiliana di rinviare la scadenza per non più di un mese, in modo da superare le resistenze interne degli agricoltori italiani (e francesi, oggi coalizzati con Roma, per impedire l’entrata in vigore del Mercosur). Il presidente Lula da Silva ha inoltrato la richiesta agli altri Stati sudamericani aderenti, Argentina, Paraguay e Uruguay, per decidere in merito alla richiesta di rinvio, accompagnata da parte sua con il monito all’Europa di “ora o mai più”. La Francia, del resto, ci ha messo del suo per cercare di neutralizzare l’accordo, facendo passare quest’anno alcune modifiche diaccompagnamento” sostanziali, come le clausole di salvaguardia in caso di turbolenze sui mercati agricoli, controlli sanitari e mirror-trading, laddove quest’ultima rappresenta una strategia di investimento che consiste nell’utilizzare il trading automatizzato per replicare le mosse di investitori professionali.

Di recente, una discussione trilaterale ha consentito di individuare un compromesso tra Parlamento europeo e gli Stati membri a proposito delle misure di salvaguardia, che però deve ancora essere sottoposto alla seduta plenaria dell’Assemblea all’inizio del prossimo anno. La Germania, favorevole a chiudere in tempi brevi l’accordo, ha il fondato sospetto che la reticenza francese sia dovuta alle difficoltà politiche interne che Emmanuel Macron sta incontrando, in merito all’approvazione del bilancio e al taglio delle spese, tenuto conto che sia la destra di Marine Le Pen, sia la sinistra e il vasto mondo degli agricoltori sono contrari alla firma dell’accordo. Ovviamente, la posizione della Spagna è diametralmente opposta a quella francese, dato che per Pedro Sánchez l’accordo Mercosur deve essere il primo di tanti che consentano all’Europa di riguadagnare il suo peso economico e geopolitico, al momento in cui è rimesso in discussione da avversari dichiarati, come Vladimir Putin e, in misura minore, dagli Stati Uniti. Anche per il cancelliere tedesco Friedrich Merz, sottoscrivere accordi intercontinentali di ampio respiro è l’unico modo di restare credibili. Del resto, Berlino è particolarmente sensibile agli interessi degli industriali tedeschi per dare una risposta concreta ai lavoratori in cassa integrazione, attraverso l’apertura di nuovi mercati, dato che l’accordo Mercosur-Ue creerebbe uno spazio di libero scambio di 750 milioni di consumatori.

Ancora una volta, mondo industriale e agricoltori (città e campagna, come si diceva all’inizio) si trovano su fronti opposti, con i primi decisi a sostenere senza riserve l’accordo commerciale con i grandi Paesi dell’America Latina. Giorgia Meloni, ago della bilancia per la firma del Mercosur, dovrà scegliere tra l’interesse delle imprese e dei consumatori italiani, da una parte, e il vasto mondo agricolo, dall’altra, bilanciando saggiamente costi-benefici e, magari, ottenendo in cambio del suo assenso qualche concreta concessione da Bruxelles sui fondi di coesione e su eventuali, brevi proroghe, per i progetti in itinere del Pnrr. Ma la storia e gli eventi vanno indiscutibilmente a favore della firma, visto che i “Ventisette” sono in grande maggioranza a favore dell’accordo, e Giorgia Meloni gode grande stima presso le cancellerie europee per commettere un passo falso.


di Maurizio Guaitoli