giovedì 4 dicembre 2025
Donald Trump, informato dagli inviati Steve Witkoff e Jared Kushner di ritorno da Mosca, ha rilanciato la loro valutazione secondo cui Vladimir Putin “vorrebbe mettere fine alla guerra”. Una percezione che, secondo il Cremlino, necessita di ulteriori precisazioni. Il portavoce Dmitry Peskov ha puntualizzato che il presidente russo “non ha respinto il piano americano, ma solo alcune parti”, spiegando che i negoziati proseguono a livello tecnico e potrebbero sfociare in contatti politici di rango superiore.
Nonostante questi spiragli diplomatici, le distanze tra Mosca e Kiev rimangono profonde. A sintetizzare il quadro è stato Marco Rubio, che nelle stesse ore ha avuto uno scambio di valutazioni anche con il vicepresidente del Consiglio italiano Antonio Tajani. Il capo della diplomazia americana ha descritto un conflitto ormai concentrato su porzioni sempre più limitate del fronte: “Stanno letteralmente combattendo su uno spazio di circa 30-50 chilometri e il 20 per cento della regione di Donetsk che rimane”, aggiungendo che lo sforzo degli Stati Uniti è “capire cosa potrebbero sopportare gli ucraini”. Washington, ha ribadito Rubio, “bisogna tenere conto della loro posizione” e continua a lavorare per “assicurarsi che non vengano mai più invasi, che venga protetta la sovranità e l’indipendenza e che la loro economia possa tornare a prosperare”. Resta però aperto il nodo delle garanzie di sicurezza: l’opzione di Kiev nella Nato continua a rappresentare una linea invalicabile per il Cremlino.
Intanto, sul terreno, le truppe russe proseguono l’avanzata. Una mappa aggiornata pubblicata da DeepState, piattaforma ucraina che monitora gli sviluppi del conflitto, indica progressi dell’esercito di Mosca all’interno di Pokrovsk – che i russi sostengono di aver conquistato completamente, affermazione che Kiev smentisce – oltre alla presa di altri tre insediamenti nel Donetsk e nella regione di Zaporizhzhia. In un’intervista a India Today, citata dalla Tass, Putin ha riaffermato il suo obiettivo strategico: la liberazione del Donbas e della cosiddetta “Nuova Russia”, i territori annessi unilateralmente da Mosca. “Tutto si riduce a questo: o libereremo questi territori con la forza, oppure le truppe ucraine lasceranno questi territori e smetteranno di combattervi”.
Sul piano internazionale, Putin ha escluso ogni ipotesi di rientro della Russia nel G8. Intervistato da India Today, ha ricordato come Mosca avesse di fatto ridotto la propria partecipazione già prima del 2014 e ha risposto con un secco “No” alla possibilità di un ritorno nel gruppo, nonostante indiscrezioni secondo cui il piano statunitense per la pace in Ucraina – composto da 28 punti – potrebbe prevedere il reintegro della Russia, riportando il G7 al formato G8. Putin ha precisato che l’argomento non è stato trattato nell’incontro avvenuto al Cremlino con Witkoff e Kushner, nel quale ha anche osservato come l’influenza del G7 sull’economia mondiale diminuisca di anno in anno. Lo stesso incontro con i due emissari americani, durato cinque ore, è stato definito da Putin un passaggio necessario e complesso: “lavorare sul piano di pace per l’Ucraina è difficile”, ha spiegato, aggiungendo che “ogni punto dovrebbe essere discusso in dettaglio, poiché la Russia non è d’accordo con tutti”. Una discussione “assolutamente concreta”, ha aggiunto, pur ammettendo che non su tutti i temi si è giunti a un’intesa.
Nel frattempo l’Ucraina continua a subire nuovi attacchi. Nella regione di Kherson, un adulto e un bambino di sei anni sono rimasti uccisi in seguito ai raid notturni russi; a Odessa, un impianto energetico colpito ha lasciato oltre 50mila persone senza elettricità, con danni che – secondo la compagnia Dtek – richiederanno tempi lunghi per il ripristino. A Dnipropetrovsk, il Servizio di emergenza statale ha segnalato almeno sette feriti, tra cui un bambino, dopo bombardamenti su due quartieri. E a Kharkiv, l’artiglieria russa ha colpito due villaggi, ferendo un civile.
di Eugenio Vittorio