La Russia apre basi militari in Togo

giovedì 27 novembre 2025


I rapporti di molti Paesi africani sub sahariani con la Russia si stanno evolvendo verso una solidità dalle caratteristiche neo-imperialiste. Una solidità che conduce Mosca a cooperare sia in ambito economico che militare con Stati che hanno potenzialità enormi. Così dopo una importante partnership con il Niger che in questi giorni si sta conclamando con la fornitura a Mosca di mille tonnellate di concentrato di uranio, ora anche il Togo è diventato una pedina strategica della Russia nel Golfo della Guinea. I rapporti tra Russia e Togo erano già consolidati da tempo, ma il 25 ottobre un nuovo accordo bilaterale strategico è stato sottoscritto tra queste due “monarchie” mascherate da Repubbliche, subito ratificato dalla Duma, Parlamento russo. Questa nuova convenzione prevede che istruttori del Ministero della Difesa russo addestrino l’esercito togolese, inoltre si svolgeranno esercitazioni militari congiunte, e le reciproche agenzie di intelligence opereranno in simbiosi condividendo informazioni utili ai due Paesi.

La vicinanza tra Togo e Russia è stata ostentata il 19 novembre quando il capo del governo togolese, o meglio una sorta di “re del Togo”, Faure Gnassingbé al potere dal 2005, è stato ricevuto al Cremlino da Vladimir Putin. Un incontro cordiale ed espansivo che ha sottolineato quanto i due Paesi abbiano ottimi rapporti, e siano state superate le divisioni che avevano portato alla chiusura dell’ambasciata del Togo a Mosca nel 1992 e quella Russa a Lomé nel 1999. In questa occasione è stato annunciato che nel 2026, nelle rispettive capitali, saranno riaperte, ufficialmente, le sedi diplomatiche. Sul tavolo delle trattative di cooperazione sono state discusse le collaborazioni in ambito energetico, agricolo e commerciale, ma in particolare l’ambito militare ha interessato la maggior parte degli spazi negoziali. Ricordo che il Togo ha faticato molto a contenere gli attacchi jihadisti che stanno imperversando nell’area del Sahel, solo nel 2025 alcune decine di soldati togolesi hanno perso la vita a seguito di scontri con questi gruppi estremisti islamici.

È soprattutto nello scacchiere africano del Sahel che la Russia ha rafforzato e sta rafforzando il suo ruolo nell’ambito della sicurezza. Infatti nel mese di agosto ha firmato un accordo di difesa con le giunte militari golpiste al potere del Niger, Burkina Faso, e Mali paese dove il rischio che i gruppi jihadisti occupino la capitale Bamako è molto alto, e il fallimento della sicurezza fornita dalle forze mercenarie russe è al momento indiscutibile. Recentemente proprio le tivù di stato russe Perviy Kanal e Rossija 1, hanno annunciato che le truppe russe, non solo mercenari Africa Corps, sono ora attive in sei paesi africani. Per le strategie neo-imperialiste di Putin ha un cruciale significato aprire basi militari nel Golfo della Guinea, dove ora aerei militari possono “operare” e le navi da guerra possono ormeggiare posizionandosi all’incrocio delle principali rotte marittime che collegano l’Africa. Come accennato in un mio precedente articolo, proprio il porto di Lamé, a fine novembre, dovrebbe ricevere un convoglio composto da almeno 30 camion carichi di concentrato di uranio, Yellowcake, in partenza dal Niger e che attraverserà il Burkina Faso giungendo in Togo. Qui l’uranio sarà caricato su una nave russa diretta verso la madre patria. Il Governo togolese ha aperto il suo nuovo mandato dopo le elezioni presidenziali del 15 febbraio, dove il presidente Gnassingbé ha trionfato annunciando la nascita della Quinta Repubblica.

Ma solo a settembre è stato definito il nuovo Governo che non è altro che una forma manipolata del vecchio sistema di potere; tuttavia necessario a mantenere una stabilità politica e sociale in un contesto decisamente precario. Due sistemi di potere, quello togolese e russo, con affinità ben definite; e dove l’impegno di soldati togolesi è manifesto anche sul fronte ucraino. Oltre le problematiche interne al Togo, dove il ventennale regime del Presidente in carica si ritiene minacci la “democrazia” del Paese (ma quale tipologia di democrazia?), l’accordo tra Lomé e Mosca suggella l’ingresso ufficiale delle forze aeree e navali russe nel Golfo della Guinea, ma soprattutto la presenza sempre più solida della Russia nella fascia del Sahel ed Africa centrale.


di Fabio Marco Fabbri