giovedì 27 novembre 2025
Si spara alla vigilia del Ringraziamento. Poche ore prima dell’inizio della festa più importante per gli americani, il terrore è piombato sul centro di Washington. Nel primo pomeriggio, attorno alle 14 ora locale (le 20 in Italia), a poche centinaia di metri dalla Casa Bianca un uomo di origini afghane, che in passato aveva collaborato con l’esercito statunitense, ha aperto il fuoco in un’area particolarmente affollata da turisti. L’attentatore, era entrato negli Usa nel 2021, dopo il ritiro dell’esercito da Kabul. Nel mirino sono finiti due soldati della Guardia nazionale, il contingente schierato da Donald Trump per arginare l’ondata di criminalità nella capitale. Il presidente non si trovava nella residenza ufficiale al momento dell’attacco: era già a Mar-a-Lago, in Florida, per i giorni di festa. L’aggressore, colpito gravemente nella reazione immediata dei militari, è stato neutralizzato e arrestato entro mezz’ora, un tempo virtuoso reso possibile anche dalla forte presenza di agenti e pattuglie che presidiano con continuità l’area attorno alla Casa Bianca.
Le condizioni dei due soldati hanno generato inizialmente una situazione di incertezza. Il governatore della West Virginia – lo Stato che fornisce il contingente della Guardia nazionale attivo a Washington – aveva comunicato la loro morte, salvo poi correggere la dichiarazione pochi minuti dopo parlando di “notizie contrastanti”. È stato il direttore dell’Fbi, Kash Patel, a fare chiarezza più tardi in conferenza stampa, confermando che i due militari sono ricoverati “in condizioni critiche”. La sindaca di Washington D.C. Muriel Bowser ha definito quanto avvenuto “un attacco mirato” contro i militari. Le prime ricostruzioni indicano che l’uomo si sarebbe avvicinato ai soldati posizionati nei pressi di una fermata della metropolitana, aprendo il fuoco sorprendendo i due agenti. Gli altri membri della Guardia nazionale, presenti in zona, sono intervenuti rapidamente e hanno risposto agli spari. In totale, secondo le forze dell’ordine, sarebbero stati esplosi tra i 10 e i 15 colpi. Patel ha sottolineato che senza l’eroismo dei militari, il bilancio sarebbe potuto essere molto più grave, vista la presenza di numerosi passanti e famiglie dirette verso i luoghi simbolo della capitale.
Il 2025 ha registrato un incremento degli attacchi contro le forze dell’ordine, ma fino a oggi Washington – dove da agosto Trump ha dispiegato oltre 2.000 soldati – non aveva conosciuto episodi di questo tipo. La presenza dei militari è ormai parte della quotidianità. Con la criminalità in ascesa, pattugliano le strade con armamento completo e giubbotti antiproiettile. Molti residenti si avvicinano per una foto o per ringraziarli “per il loro servizio”, mentre altri vedono questo dispiegamento come un simbolo della stretta sull’immigrazione e delle operazioni degli agenti anti-migranti.
Nel giro di poche ore il Pentagono ha annunciato l’invio di ulteriori 500 militari a rafforzare la sicurezza. Dal suo resort in Florida, Trump ha affidato a Truth un messaggio dai toni durissimi: “L’animale che ha sparato ai due membri della Guardia nazionale pagherà un prezzo altissimo”. Ha poi aggiunto: “Dio benedica la nostra grande Guardia nazionale e tutti i nostri militari e le forze dell’ordine. Sono persone davvero straordinarie. Sono con voi!” La segretaria alla Sicurezza interna Kristi Noem ha garantito massima collaborazione alle indagini federali, mentre la procuratrice generale Pam Bondi ha scritto su X: “Agenti federali sono sulla scena della terribile sparatoria che ha coinvolto due membri della Guardia nazionale a Washington, pregate per loro”.
di Eugenio Vittorio