mercoledì 26 novembre 2025
Ma il Governo mantiene uno stretto controllo sulla situazione politica del Paese
Il 15 novembre scorso, manifestanti violenti e vestiti di nero hanno abbattuto le barriere di sicurezza a Città del Messico, usandole come arieti contro le file di poliziotti di guardia al Palazzo nazionale, nella famosa piazza Zócalo della capitale. A Guadalajara, i rivoltosi hanno rotto le finestre e dato fuoco agli ingressi del Parlamento statale. Migliaia di manifestanti pacifici hanno marciato con cartelli, scandendo slogan del tipo: “Fuera Morena! Basta de inseguridad! Justicia para Carlos Manzo!” Più di 100 agenti di polizia sono rimasti feriti e decine di manifestanti sono stati arrestati nel caos.
Le proteste della “Generazione Z”, iniziate il giorno dopo il raccapricciante omicidio in pubblico del popolare sindaco indipendente Carlos Manzo, sono il primo vero esempio di resistenza che il governo di Claudia Sheinbaum ha dovuto affrontare durante il suo mandato presidenziale. Il suo partito politico, Morena, continua a detenere una posizione dominante nella politica messicana a tutti i livelli, rendendola il bersaglio ovvio del malcontento popolare per i persistenti problemi legati alla criminalità, alla corruzione e ai disordini pubblici in Messico.
La morte di Manzo ha danneggiato in modo particolare l’immagine di Sheinbaum come paladina della lotta alla criminalità e nemica dei cartelli. Manzo era originariamente membro di Morena, ma lasciò il partito per candidarsi alla carica di sindaco della città di Uruapan da indipendente. Figura carismatica, facilmente identificabile per il suo caratteristico sombrero, Manzo era riuscito a ricoprire la carica di sindaco grazie alla sua promessa di “mano dura” contro i cartelli, che hanno devastato Uruapan e l’intero Stato di Michoacán.
Il neosindaco ha rotto pubblicamente con Sheinbaum per questioni di sicurezza. Manzo ha criticato duramente la sua dichiarata adesione alla strategia di sicurezza “Abbracci, non proiettili” del suo predecessore Andrés Manuel López Obrador, ordinando alle proprie forze di polizia di eliminare qualsiasi criminale armato che attaccasse la popolazione o tentasse di opporre resistenza all’arresto. A sua volta, nell’ottobre scorso, Sheinbaum ha ritirato 200 agenti della Guardia nazionale che erano di stanza in città, inducendo Manzo a protestare in merito al fatto che il governo federale stava lasciando la città “vulnerabile di fronte alle attività illegali della criminalità organizzata” e ad esortare la presidente a “non lasciare Uruapan da sola nella lotta contro i crimini federali, che sono di competenza del governo federale”.
Quella decisione si è rapidamente ritorta contro il governo di Claudia Sheinbaum. Il 1 novembre, Manzo è stato ucciso da un uomo con sette colpi di pistola mentre partecipava alla tradizionale celebrazione annuale del Día de Muertos, il Giorno dei morti. L’opinione pubblica non ha tardato a collegare le critiche mosse da Manzo a Sheinbaum e la decisione di quest’ultima di ritirare le truppe dalla città alla morte di Manzo. Online sono circolate voci secondo cui Manzo sarebbe stato in realtà assassinato su ordine di Sheinbaum attraverso legami corrotti con i cartelli, un sospetto ricorrente in un Paese afflitto da corruzione e omicidi. L’omicidio è servito da catalizzatore, galvanizzando vari gruppi insoddisfatti del modo in cui l’amministrazione Sheinbaum ha gestito la criminalità organizzata e della continua inefficacia della lotta nazionale messicana contro la corruzione.
Il giorno successivo, i manifestanti si sono riuniti a Morelia, capitale dello Stato di Michoacán, per protestare contro la criminalità dei cartelli e contro Morena. Gli agitatori hanno fatto irruzione nella residenza ufficiale del governo statale e hanno iniziato a gettare mobili dalle finestre, tentando di appiccare fuoco all’edificio. Altri gruppi hanno iniziato a organizzare marce e manifestazioni simili in tutto il Paese. L’opposizione messicana, tra cui alcuni esponenti del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri) e del Partito d’azione nazionale (Pan), ha sfruttato il malcontento e ha iniziato a promuovere le proteste anche sui propri canali social, spingendo Sheinbaum e i suoi alleati di Morena a denunciare le proteste come un’operazione orchestrata dall’estrema destra messicana.
Il movimento è culminato nella grande protesta del 15 novembre a Città del Messico, che ha radunato circa 17mila manifestanti e si è conclusa con un violento scontro con la polizia messicana sui gradini del Palazzo nazionale: non si è trattato di una massiccia mobilitazione popolare, ma di una notevole esplosione di gravi disordini e frustrazione nei confronti dell’amministrazione Sheinbaum, ancora popolare. Il movimento ha messo momentaneamente Morena sulla difensiva e ha permesso alla destra messicana di assumere un ruolo di primo piano, una necessità disperata per il Pan e il Pri, che sono stati così duramente sconfitti da Morena nell’ultimo decennio al punto di non avere pressoché alcuna rilevanza politica.
Entrambi i partiti hanno chiaramente preso a cuore il messaggio e stanno riorientando i propri attacchi all’Amministrazione sul tema della corruzione e della lotta alla criminalità. Morena è al centro di una serie di scandali che hanno minato la sua credibilità come paladino della lotta alla corruzione: lo stretto rapporto tra il senatore di alto rango Adán Augusto López e un leader di un cartello coinvolto in uno scandalo di furto di carburante militare; la rivelazione che i figli dell’ex presidente López Obrador si recavano all’estero in resort di lusso mentre il padre predicava alla Nazione il principio della “austerità repubblicana”; e il rapido arricchimento di funzionari di tutto il partito. Tali scandali hanno eroso la posizione del partito come insurrezione anti-establishment che attacca i guadagni illeciti dei politici del Pri e del Pan.
Finora, gli attacchi non hanno ancora intaccato in modo significativo l’immagine della presidente o del suo partito: Morena è ancora la forza politica più apprezzata del Paese e di gran lunga più popolare dei suoi principali rivali. Né è probabile che il disappunto suscitato dalla morte di Manzo duri ancora a lungo, perché le proteste hanno già iniziato a esaurirsi. Ma il terreno è pronto per il futuro politico del Messico: Sheinbaum e i suoi alleati continueranno a subire pressioni in materia di criminalità e ordine pubblico, poiché la destra messicana spera di trarre vantaggio dal malcontento per i problemi profondamente radicati legati ai cartelli, dovendo al contempo combattere la percezione che il partito sia diventato corrotto e egoista, un destino che inevitabilmente ha colpito tutti i partiti al potere nel Paese fino ad oggi.
Se Sheinbaum non troverà un modo per gestire l’ordine pubblico e gli scandali di corruzione che si stanno accumulando nel suo partito, Morena potrebbe presto trovarsi ad affrontare problemi ben più gravi di qualche migliaio di manifestanti nel cuore di Città del Messico.
(*) Tratto da The American Conservative
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
di Joseph Addington (*)