martedì 25 novembre 2025
Tanti costi e nessun beneficio. L’onerosissima riforma del servizio sanitario nazionale (NHS) è in “stallo”. Le virgolette sono del PAC, la Commissione parlamentare sui conti pubblici (Public accounts committee), che a pochi giorni dalla presentazione della legge di bilancio, e in un momento di estrema impopolarità per il governo, ha dato un’altra picconata alle politiche di Downing Street.
Il National Health Service, nella sua versione “meno spese e più efficienza”, non sta riuscendo in quello che è il suo primo grande obiettivo: ridurre tempi e liste di attesa per i pazienti. Per ora, i risultati non si vedono, ha scritto il PAC in un rapporto che solleva seri dubbi sulla capacità del partito laburista di mantenere la promessa fondamentale rivolta agli elettori di “riparare il NHS”, e garantire che i pazienti possano tornare a ricevere cure ospedaliere entro 18 settimane entro il 2029. Il documento, che il Guardian considera “feroce”, avverte che i miglioramenti previsti nelle liste d’attesa in realtà sono “in stallo”. E attacca direttamente Keir Starmer e il suo ministro della Salute, Wes Streeting, colpevoli di aver avviato una “costosa e imprevista” riorganizzazione del National Health Service, che alla fine potrebbe danneggiare l’intero impianto dell’assistenza britannica.
La riduzione dei tempi di attesa ha interessato solo 220mila pazienti, da quando i laburisti sono al potere, cioè da luglio 2024. Se il ritmo rimanesse questo, alla scadenza del 2029, cioè alla fine del mandato governativo, i benefici riguarderebbero poco più di 1 milione di inglesi, molto lontano dall’obiettivo fissato di 40mila nuovi appuntamenti a settimana, pari a 2 milioni di visite in più all’anno per 5 anni, cioè 10 milioni di nuovi appuntamenti per il periodo 2025-2029.
Secondo il rapporto, sono ancora troppi i pazienti che devono aspettare più di 18 settimane per cure ospedaliere non urgenti, a volte per più di 1 anno, e più di 6 settimane per una radiografia o una scansione. “I progressi nella riduzione dei tempi di attesa sembrano essersi arrestati, con la lista d’attesa totale per le cure elettive che si attesta a 7,4 milioni di percorsi clinici”, afferma la Commissione. E pensare che proprio una settimana fa, il ministro Streeting si era paradossalmente aggrappato a questi numeri, per dimostrare i progressi del NHS nei primi 16 mesi dei laburisti al governo. “La nostra sanità ̶ aveva detto ̶ è sulla strada della ripresa”, sottolineando proprio che la lista d’attesa per le cure entro 18 settimane “si è ridotta di oltre 200mila unità”, che “i tempi di risposta delle ambulanze sono stati più rapidi”, che “in 28 giorni vengono diagnosticati più casi di cancro” e che il Regno Unito può contare su “2.500 medici di base in più”.
Nello specifico, il PAC ha rilevato quattro grandi problemi: gli obiettivi chiave del NHS per migliorare l’accesso sia alle cure programmate che ai test diagnostici entro la scorsa primavera “non sono stati raggiunti”; nonostante i 3,24 miliardi di sterline spesi per l’istituzione di centri diagnostici comunitari e centri chirurgici, non è stato raggiunto l’obiettivo di ridurre i ritardi; lo scorso luglio, 192mila persone erano in attesa di cure da almeno un anno, nonostante l’impegno ad abbattere i tempi entro marzo 2025; il 22 per cento dei pazienti ha dovuto attendere più di 6 settimane per un test diagnostico, nonostante questa percentuale dovesse essere ridotta al 5, sempre entro marzo di quest’anno.
La bocciatura della Commissione parlamentare sui conti pubblici è tutt’altro che una voce isolata, e fa seguito alle perplessità dell’Institute for Fiscal Studies, dell’Health Foundation e dell’Institute for Government, che hanno messo in dubbio la probabilità che entro il 2029 i tempi di attesa per programmare una cura ospedaliera non superino le 18 settimane. Un portavoce del Dipartimento della salute e dell’assistenza sociale ha difeso il lavoro del governo, che: “Ha ereditato un servizio sanitario nazionale in crisi, con liste d’attesa in forte aumento e servizi elettivi che necessitano urgentemente di essere modernizzati. Questo rapporto si concentra sul governo precedente e abbiamo intrapreso azioni immediate e incisive per affrontare il problema delle liste d’attesa e modernizzare l’assistenza elettiva”. Per “la prima volta in 15 anni”, sostiene il partito laburista, “le liste d’attesa stanno diminuendo”. Grazie “a investimenti e modernizzazioni record - si fa notare - abbiamo ridotto gli arretrati di oltre 230mila unità e superato il nostro obiettivo di appuntamenti aggiuntivi, erogandone oltre 5 milioni in più: stiamo realizzando il cambiamento che il servizio sanitario nazionale sta chiedendo a gran voce”.
di Pierpaolo Arzilla