venerdì 14 novembre 2025
L’incontro tra il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Oleksandrovyč Zelensky e quello della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, s’è concretato nella cessione, da parte della Francia all’Ucraine, oltre che di armi materiali e d’istruzioni militari su come usarle, anche d’una potente dinamite ideologica: Liberté, Égalité, Fraternité, gli immortali principi del 1789.
Dinamite esplosa a distanza nel 1989 un poco in tutte le “democrazie popolari” del Patto di Varsavia tra gli Stati europei legati militarmente al blocco sovietico. Tra esse non rientrò l’Ucraina, perché, allora, Stato membro della stessa Unione Sovietica che si dissolse alla fine del 1991. Tale smembramento dette dapprima luogo ad una confederazione di Stati indipendenti, composta da nove delle quindici già repubbliche socialiste sovietiche. L’Ucraina ne fece parte, ma uscì nel 2018, dopo la Georgia, ritiratasi nel 2009, e prima che la Moldavia considerasse la sua partecipazione sospesa nel 2022, all’epoca della tentata invasione russa dell’Ucraina.
Questo quadro sembrerebbe spiegare molto della situazione attuale. L’Unione Sovietica, in sostanza, rivestì di abiti comunisti il corpo di un’espansione panrussa già perseguita dalla Terza Roma degli Czar (Cesari). Nel caso dell’Ucraina, però, s’è in precedenza esposto come la questione comporti aspetti più risalenti: la stessa discendenza della Rus’ moscovita da quella di Kiev. Il distacco indipendentista avvenne con la rivoluzione bolscevica del vigesimo secolo e l’Ucraina come luogo di resistenza della guardia bianca zarista, battuta, e l’inclusione forzata tra le Repubbliche Sovietiche; l’accoglienza, poi, durante il secondo conflitto mondiale, dei tedeschi come libratori, fatta pagare da Stalin col tentato genocidio degli Ucraini.
Di qui, oggi, il pretesto putiniano di far passare l’ “operazione militare speciale” come finalizzata a “denazificare”. L’esigenza, quindi, da parte ucraina, in una guerra ibrida, in cui la parte ideologica del conflitto è fondamentale, di calcare sull’adesione ai principî della democrazia liberale. Di qui l’idea di scrivere una nuova costituzione in collaborazione con giuristi francesi, provenienti dalla Patria degli Immortali Principî del 1789.
di Riccardo Scarpa