giovedì 6 novembre 2025
La retromarcia di Donald Trump fa sperare nella rappacificazione finale. Tra il commander-in-chief americano e il patron di SpaceX Elon Musk. Dopo la litigata sul Big Beautiful Bill i due se le sono dette di tutti i colori, ma qualche mese fa è ricominciato l’avvicinamento tra il capo di Stato Usa e l’uomo più ricco del mondo. Precisamente, nella dolorosa occasione del funerale di Charlie Kirk il 21 settembre scorso. E adesso che il presidente ha annunciato sul suo social Truth di aver ricandidato Jared Isaacman alla guida della Nasa, l’ascia di guerra fra Trump e Musk potrebbe essere seppellita a tempo indeterminato. L’annuncio sui canali del tycoon è arrivato un giorno fa
“Sean Duffy – ha scritto martedì Trump sul suo social riferendosi al ministro dei Trasporti – ha svolto un lavoro straordinario come amministratore ad interim della National aeronautics and space administration (Nasa). Questa sera sono lieto di nominare Jared Isaacman, un affermato leader aziendale, filantropo, pilota e astronauta, come amministratore della Nasa”. Un messaggio che sancisce, di fatto, la fine dell’esclusione politica di Musk dall’amministrazione. Il miliardario sudafricano aveva infatti sponsorizzato personalmente Isaacman – suo amico e socio in diversi progetti spaziali – prima che Trump revocasse la nomina iniziale in giugno, in piena fase di rottura con SpaceX. In quel frangente, Washington aveva nominato ad interim il ministro dei Trasporti come direttore dell’Agenzia, una situazione che non poteva andare avanti ancora a lungo.
Con la nuova investitura, la Casa Bianca sembra ora voler rilanciare l’alleanza strategica nel settore spaziale, in linea con la visione condivisa da Trump e Musk: una Nasa proiettata “più su Marte che sulla Luna”. Secondo diverse fonti del Congresso, dietro la retromarcia presidenziale ci sarebbe anche la volontà di superare lo scontro interno tra l’amministrazione e la cosiddetta “vecchia guardia” dell’agenzia, ostile alle riforme sostenute dal duo Trump-Musk. Durante la gestione provvisoria di Sean Duffy, si erano infatti moltiplicate le tensioni: il ministro avrebbe tentato di ostacolare la nomina di Isaacman, denunciando presunti ritardi di SpaceX nello sviluppo di Starship, il razzo destinato ai futuri viaggi lunari e marziani, e proponendo di aprire le gare ad altre aziende. In ambienti di Washington circolavano inoltre indiscrezioni su un suo progetto di integrare la Nasa nel Dipartimento dei Trasporti, ipotesi che aveva fatto infuriare Musk. “La persona responsabile del programma spaziale americano non può avere un quoziente intellettivo a due cifre”, aveva esclamato l’imprenditore.
Il commento aveva rischiato di compromettere definitivamente il ritorno di Isaacman, visto da alcuni consiglieri di Trump come un “pupazzo” del patron di SpaceX. Ma la Chief of staff Susie Wiles e il vicepresidente J.D. Vance hanno continuato a spingere per la sua conferma, convincendo anche il presidente a sostenere la nomina. “La passione di Jared per lo spazio, la sua esperienza da astronauta e la dedizione nel superare i confini dell’esplorazione, svelare i misteri dell’universo e promuovere la nuova economia spaziale, lo rendono perfettamente adatto a guidare la Nasa in una nuova e audace era”, ha concluso Trump.
di Zaccaria Trevi