Il caso Tecnimont, tra Russia e sanzioni

giovedì 6 novembre 2025


La società italiana Tecnimont SpA., parte del gruppo Maire, è stata coinvolta in un’importante controversia giudiziaria in Russia. Il tribunale arbitrale di Mosca ha accolto la richiesta della EuroChem Severozapad-2, società del gruppo russo EuroChem, di chiamare in causa Tecnimont come corresponsabile solidale in un procedimento contro la sua controllata russa MT Russia. L’importo richiesto da EuroChem ammonta a 202,7 miliardi di rubli, circa 2 miliardi di euro. La disputa riguarda i contratti firmati nel 2020 per la progettazione e costruzione di un grande impianto di ammoniaca e urea a Kingisepp, nella regione di Leningrado, nel nord-ovest della Russia. Si trattava di un appalto a prezzo fisso, con termine garantito di completamento entro il 16 settembre 2023. Nel maggio 2022, dopo l’introduzione delle sanzioni europee contro la Russia, Tecnimont e la sua filiale russa hanno sospeso unilateralmente i lavori, sostenendo che le misure restrittive dell’Unione europea rendevano impossibile la prosecuzione del progetto. Secondo EuroChem, invece, al momento della sospensione lo stato di avanzamento era appena del 25 per cento. Già dall’autunno del 2021, prima dell’adozione delle sanzioni, il committente aveva segnalato ritardi significativi e aveva respinto le richieste della società italiana e della filiale russa di aumentare il prezzo contrattuale e prorogare i tempi di consegna, interpretandole come un segnale di difficoltà nel rispettare i termini pattuiti.

Il 2 settembre 2025, EuroChem ha depositato l’atto di citazione contro MT Russia, chiedendo la restituzione dell’anticipo non lavorato, gli interessi per l’uso dei fondi altrui e il risarcimento dei danni derivanti dalla risoluzione del contratto. Il tribunale arbitrale ha poi accolto la richiesta di estendere la responsabilità anche alla casa madre italiana, consentendo a EuroChem di chiedere che Tecnimont risponda in solido dell’intero importo. La decisione permette inoltre alla parte russa di richiedere misure cautelari internazionali nei confronti del gruppo Maire-Tecnimont, anche al di fuori della Russia. Queste misure potrebbero essere applicate nei Paesi della Comunità degli Stati indipendenti (Csi) – che riunisce varie ex repubbliche sovietiche come Russia, Bielorussia e Kazakistan – nei Paesi del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ai quali si sono aggiunti Iran ed Egitto) e in altre giurisdizioni considerate “amichevoli” da Mosca, cioè Stati che mantengono rapporti economici e legali con la Russia nonostante le sanzioni occidentali.

Inoltre Tecnimont è coinvolta anche in una causa internazionale davanti alla High court of justice di Londra. Il procedimento riguarda sei bond on-demand, cioè garanzie bancarie per circa 212 milioni di euro, emesse da istituti come Société Générale e ING Bank a copertura dei lavori del progetto Kingisepp. Con una sentenza del 31 luglio 2025, la Corte britannica ha stabilito che EuroChem non può riscuotere quei bond perché la società è controllata di fatto dal magnate russo Andrey Melnichenko, sottoposto alle sanzioni dell’Unione europea. Secondo la Corte, i pagamenti sarebbero contrari alle regole europee sul congelamento dei beni. La decisione di Londra è stata favorevole alla Tecnimont, che attraverso la capogruppo Maire ha commentato la vicenda definendola “la conclusione positiva di un contenzioso inutile e dannoso, durato anni”.

Resta aperta invece la causa in Russia, la cui prossima udienza è fissata per il 27 novembre, mentre una decisione definitiva non è attesa prima della metà del 2026. Per la Tecnimont, l’esito sarà determinante: da una parte può contare su una pronuncia favorevole in una giurisdizione chiave come quella inglese, dall’altra deve affrontare il rischio di un obbligo solidale in Russia, in un contesto legale e politico sempre più complesso. Il caso rappresenta una prova delicata per il gruppo Maire, simbolo dell’ingegneria industriale italiana nel mondo, oggi stretto tra le regole imposte dalle sanzioni europee e la pressione delle autorità russe, intenzionate a far valere i propri diritti anche oltre i propri confini.


di Costantino Pistilli