mercoledì 5 novembre 2025
Gli impegni sono stati rivisti. Qualcosa andava cambiato riguardo agli obiettivi climatici dell’Unione europea, e la riunione odierna dei ministri dell’Ambiente Ue ha raggiunto un accordo a maggioranza qualificata sul taglio delle emissioni del 90 per cento entro il 2040, includendo una serie di flessibilità per rendere la traiettoria meno rigida. L’intesa è stata sudata, raggiunta dai Paesi membri dopo oltre 24 ore di trattative. L’idea principale del nuovo accordo sul clima è quella di introdurre la possibilità per gli Stati di contabilizzare fino al 5 per cento di crediti internazionali di carbonio extra Ue nel bilancio delle emissioni, e di acquistare un ulteriore 5 per cento per compensare gli sforzi nazionali. Inoltre, viene confermata una clausola di revisione biennale, subordinata alla valutazione della Commissione europea sulla legge sul clima.
Contestualmente, i Ventisette hanno approvato anche l’intesa sul contributo determinato a livello nazionale (Ndc), che definisce l’impegno complessivo dell’Ue per il 2035 in linea con gli obiettivi della Cop30 di Belém, in Brasile. Il range concordato prevede una riduzione delle emissioni compresa tra il 66,25 e il 72,5 per cento rispetto ai livelli del 1990. Nonostante il lungo negoziato, l’intesa non ha ottenuto l’unanimità. Slovacchia, Ungheria e Polonia hanno votato contro, mentre Belgio e Bulgaria si sono astenute. Secondo la presidenza danese, l’accordo è stato approvato da 21 Paesi, rappresentanti l’81,9 per cento della popolazione europea. L’Italia, che in una fase preliminare aveva guidato un fronte di almeno 10 Stati contrari al testo iniziale, ha poi giudicato positivamente il compromesso finale. Fonti diplomatiche riferiscono che la delegazione italiana, sotto la guida del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, ha coordinato i Paesi likeminded durante le 15 ore di trattative che hanno portato alla sospensione dei lavori e alla riapertura del dialogo con la Commissione europea e la presidenza danese.
Nel corso della conferenza stampa successiva al Consiglio ambiente, il commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra, ha annunciato che la Commissione presenterà una proposta dettagliata sui crediti internazionali di carbonio previsti dall’accordo: “È fondamentale garantire la massima portata possibile dei crediti, per questo tale compito sarà affidato alla Commissione”, ha spiegato, aggiungendo che “si tratterà inoltre di un’opzione: si pagherà solo nel momento in cui verrà effettivamente utilizzata”, e che “i crediti dovranno essere verificabili”. Hoekstra ha definito gli accordi sul target 2040 e sull’aggiornamento dell’Ndc al 2035 “entrambi ottimi”, sottolineando che “questa è un’Unione in cui servono 27 Stati membri per ballare il tango ma siamo comunque riusciti a raggiungere un accordo”. Il commissario ha ricordato che “come sempre in politica la strada non è mai perfettamente lineare”, ma ha voluto evidenziare l’ampia “unità” dimostrata dai Paesi membri, parlando di un “mandato eccezionalmente forte che ci consente anche di chiedere di più agli altri”, in vista dei negoziati internazionali della Cop30.
Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro danese del Clima, Lars Aagaard, che ha commentato: “Abbiamo mantenuto i nostri impegni, abbiamo concordato gli obiettivi per il 2040, tutti i contenuti della legge sul clima e un contributo nazionale determinato (Ndc), quindi ora abbiamo i tre pilastri che la presidenza si era prefissata di raggiungere prima di andare a Belém. Abbiamo i mandati, abbiamo la legge Ue sul clima che fissa un obiettivo vincolante al 90 per cento per il 2040 e abbiamo un Ndc. Non posso che sperare che altri Paesi nel mondo aspirino a raggiungere il nostro livello di ambizione”.
di Zaccaria Trevi