mercoledì 15 ottobre 2025
Qualcosa di preoccupante si muove al confine. Sulla linea di frontiera che separa la Finlandia e la Russia, sale la tensione. La Nato sta “assistendo all’ampliamento di diverse strutture al confine tra Russia e Finlandia”, ha dichiarato il ministro della Difesa finlandese, Antti Häkkänen, al suo arrivo alla riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica. “Stiamo prendendo la cosa con calma, perché è un vecchio piano, ma ora sappiamo che la Russia sta davvero potenziando le sue forze armate per la seconda fase della sua potenziale aggressione. E quello che intendo dire è che rappresentano una vera minaccia per la Nato dopo la guerra in Ucraina. Quindi stanno davvero ammodernando le forze armate e rafforzando le loro capacità, e i segnali sono stati visti anche vicino ai nostri confini”.
La riunione a Bruxelles dei ministri della Difesa si è aperta in un clima di crescente preoccupazione per le mosse di Mosca e per la necessità di garantire continuità al sostegno a Kiev. “Il sostegno all’Ucraina non è diminuito, è in linea con quello fornito l’anno scorso”, ha assicurato il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in contrasto con quanto sostenuto in un recente report del Kiel Institute. “Oggi poi ho tutte le ragioni per ritenere che molti altri Paesi aderiranno all’iniziativa Purl lanciata questa estate”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di fornire “mezzi cruciali, tra cui i sistemi di difesa aerea e in particolare gli intercettori”, per proteggere i civili e le infrastrutture ucraine dai continui attacchi russi. Sulla stessa linea il ministro della Difesa olandese, Ruben Brekelmans, che ha annunciato un ulteriore pacchetto da 200 milioni di euro in aiuti militari a Kiev. “Incoraggio i Paesi Nato a sostenere di più l’Ucraina, se Kiev dovesse cadere i nostri costi per la difesa aumenterebbero, i rifugiati crescerebbero”, ha affermato, ribadendo che “l’Ucraina ha bisogno di difesa aerea subito”.
Toni duri anche da Londra. Le incursioni russe “all’interno del territorio alleato sono avventate e pericolose: deliberate o no, Putin ci guarda e non deve avere dubbi, se minacciati agiremo”, ha dichiarato il ministro britannico della Difesa, John Healey, annunciando l’estensione fino a fine anno della partecipazione del Regno Unito alla missione di sorveglianza aerea Eastern Sentry della Nato, volta a dissuadere ulteriori provocazioni russe. Da Washington, il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha richiamato l’impegno degli alleati dopo il vertice dell’Aia, sottolineando che “potenza di fuoco, ecco cosa sta arrivando e ci aspettiamo che arrivi dalla Nato. Solo un paio di mesi fa si è tenuto il vertice storico de L’Aja, promosso dalla leadership del presidente Donald Trump, per dire che abbiamo bisogno che i nostri alleati facciano un passo avanti. E così hanno fatto, e ora hanno assunto questi impegni, che presto si tradurranno in capacità operative, che è l’aspetto più importante”. Hegseth ha inoltre ricordato che “l’iniziativa Purl è parte di questo processo e ci aspettiamo che gli alleati donino ancora di più”.
Rutte, rispondendo a una domanda sul cosiddetto “muro di droni” proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ha precisato che “posso assicurarvi che l’Ue e la Nato stanno davvero collaborando molto bene, non c’è alcuna duplicazione. Stiamo tutti facendo in modo di sfruttare i punti di forza delle due organizzazioni. La Nato è brava nelle cose difficili, ovvero la definizione degli standard, le capacità, l’aspetto militare; l’Ue ha l’enorme soft power del mercato interno, l’enorme soft power di garantire la disponibilità di fondi e l’allineamento delle nazioni dell’Ue. Questa combinazione è fondamentale per lavorare insieme. È una delle cose che i russi cercano di dividere. Non ci riescono. Stiamo lavorando molto bene insieme”. Il segretario generale ha infine precisato che la possibile fornitura di missili Tomahawk a Kiev “non è un argomento che verrà discusso oggi perché è una questione bilaterale”.
“È compito degli Usa decidere, noi abbiamo sempre detto che non poniamo limiti alle operazioni di lungo raggio degli ucraini, in termini di chilometri o di tipi di missili. Se gli Usa decideranno di fornirli noi sosterremo certamente questa scelta”. Anche il ministro della Difesa svedese, Pål Jonson, ha confermato la disponibilità di Stoccolma a nuovi contributi nel quadro dell’iniziativa Purl, ribadendo la necessità di una più equa “condivisione del peso tra alleati”.
di Zaccaria Trevi