Dimissioni Lecornu, Macron prova l’impossibile

martedì 7 ottobre 2025


Emmanuel Macron non si arrende. Il presidente francese non ci sta, e affida al premier dimissionario Sébastien Lecornu la missione (quasi impossibile) di formare una nuova “piattaforma di azione comune per la stabilità del Paese”. Entro domani sera. E dopo questo ultimo disperato tentativo di salvare la faccia – e forse anche, in extrema ratio, il suo lavoro – il capo dellEliseo ha confermato che si assumerà “le sue responsabilità”. Tra le ipotesi sul tavolo, la nomina di un nuovo primo ministro, magari espressione della sinistra come richiesto dal Partito socialista, un nuovo scioglimento dell’Assemblée Nationale – a poco più di un anno da quello che aveva condotto alle elezioni anticipate dell’estate 2024 – o, in ultima istanza, le improbabili dimissioni presidenziali, reclamate a gran voce dalla gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise).

Le immagini di Macron solo, vestito di scuro, a passeggio lungo la Senna dopo le dimissioni di Lecornu, hanno fatto il giro del mondo. Simboliche di un presidente isolato, alle prese con uno dei rebus politici più intricati della storia recente dOltralpe. Ad appena 12 ore dalla formazione del governo, il neo-premier Sébastien Lecornu – nominato un mese fa per tentare di varare un esecutivo stabile e approvare la manovra finanziaria 2026si è presentato all’Eliseo per rimettere il proprio mandato. Un terremoto politico senza precedenti: un governo nato la sera e caduto il mattino dopo, durato per l’esattezza 836 minuti secondo Le Monde, il più effimero della Quinta Repubblica. “Non c’erano le condizioni per restare primo ministro”, ha ammesso Lecornu dopo l’addio, prontamente accettato da Macron. Ma a fine giornata, il presidente ha concesso al premier dimissionario una proroga fino a mercoledì sera, per tentare un’ultima, fragile mediazione mentre le opposizioni si mobilitano. “Siamo alla fine del cammino, la farsa è durata abbastanza”, ha attaccato la leader del Rassemblement National Marine Le Pen, affiancata dal segretario del partito Jordan Bardella, tornata a invocare lo scioglimento del Parlamento e il ritorno alle urne.

Vero ago della bilancia di questa crisi senza precedenti – che ha già agitato i mercati e gettato nell’incertezza la seconda economia delleurozona – sono stati Les Républicains (Lr), i neogollisti che fino a ieri sosteneva la maggioranza. “Non potevamo offrire un ultimo giro di pista” ai macroniani, ha dichiarato il vicepresidente Lr, François-Xavier Bellamy. Intervistato da Tf1, il capogruppo Bruno Retailleau ha accusato Lecornu di avergli ‘‘nascosto la nomina di Bruno Le Maire’’ come ministro delle Forze Armate, sottolineando che ciò pone ‘‘un problema di fiducia’’. L’ex ministro dell’Economia ha lasciato stamattina il governo, nel tentativo di arginare la crisi e rendere più semplice il lavoro di Lecornu. “Non mi attacco alla poltrona – ha assicurato – Al contrario, voglio servire il mio Paese. Ma non a qualsiasi condizione”.

Immediata la replica di Bardella: “I Républicains – ha scritto su X – tentano ora di mascherarsi da oppositori”, forse con l’intento di guadagnare consensi in vista delle presidenziali del 2027. Nominato il 9 settembre, Lecornu avrebbe dovuto presiedere il primo Consiglio dei ministri ieri pomeriggio. Ma la storia ha preso un’altra direzione. Ora ha 48 ore per trovare una soluzione che salvi la stabilità della Francia – e, con essa, il futuro politico del suo presidente.


di Eugenio Vittorio