mercoledì 1 ottobre 2025
Un ultimo avvertimento, poi il dietrofront. La fregata Alpino della Marina italiana ha ricordato al bastimento della Global Sumud Flotilla: noi ci fermiamo qui. La linea rossa per la nave militare italiana erano le 150 miglia nautiche da Gaza, ormai superate dalle barche di attivisti, che d’ora in poi dovranno vedersela da soli. E in flottiglia lo sanno, di essere scoperti. “Siamo entrati nella zona ad alto rischio. Siamo in stato di massima allerta. L’attività dei droni sulla flottiglia è in aumento. Diverse segnalazioni indicano diversi scenari che si potrebbero verificare nelle prossime ore”. È il messaggio diffuso sui canali ufficiali della spedizione, che avanza verso la Striscia di Gaza. Gli organizzatori avvertono: Siamo nell’area in cui le flottiglie precedenti sono state attaccate o intercettate. Rimanete vigili.
Per ora nessuna nave è stata intercettata, ma tutte hanno predisposto procedure d’emergenza per un eventuale abbordaggio. Un partecipante alla dimostrazione ha scritto su X che unità navali israeliane si starebbero avvicinando e che diversi sistemi di sorveglianza delle imbarcazioni sarebbero stati messi fuori uso. La tensione cresce. “Imbarcazioni non identificate si sono avvicinate nella notte a diverse barche della Flotilla, alcune con le luci spente. I partecipanti hanno applicato i protocolli di sicurezza in preparazione a un possibile abbordaggio. Le imbarcazioni si sono ora allontanate dalla Flotilla”. Così la portavoce italiana del Global movement to Gaza, Maria Elena Delia. Anche i rappresentanti politici hanno parlato della situazione a bordo. “Abbiamo visto l’esercito israeliano che sta arrivando e ci stiamo mettendo in posizione”, afferma in un video l’eurodeputata di Alleanza verdi sinistra Benedetta Scuderi, ripresa con giubbotto di salvataggio a 120 miglia nautiche da Gaza. Nel post che accompagna le immagini scrive: “L’esercito israeliano sta per abbordare le nostre barche. Continuiamo a navigare verso Gaza, avvicinandoci al limite delle 120 miglia nautiche, vicino all’area in cui le precedenti flottiglie sono state intercettate e attaccate”. Sulla stessa linea, il deputato del Partito democratico Arturo Scotto riferisce: “Siamo a 130-135 miglia dalla costa di Gaza. Al momento non abbiamo avuto segnali di alt da Israele ma siamo in allerta permanente. Siamo consapevoli che in giornata potremmo essere avvicinati per l’abbordaggio”.
Anche la Spagna segue con attenzione la vicenda. L’Esecutivo di Pedro Sánchez ha avvertito i propri connazionali della Flotilla, raccomandando “fortemente” di non entrare nella zona di esclusione dichiarata da Israele nelle acque antistanti Gaza, giudicata a “rischio severo per la loro incolumità”. La nave militare spagnola Furor si trova già in un raggio operativo per eventuali operazioni di salvataggio, ma fonti ufficiali precisano che “la nave non potrà entrare nella zona di esclusione stabilita dall’esercito israeliano poiché metterebbe a rischio l’integrità fisica dell’equipaggio e quella della stessa Flotilla”. Il governo, progressista, di Madrid riconosce la legittimità della missione umanitaria, ma sottolinea che “la vita dei suoi componenti deve venire anzitutto”. Una posizione che l’organizzazione della Flotilla giudica insufficiente: in un comunicato, accusa il governo spagnolo di aver rinunciato a fornire “la protezione necessaria per arrivare” a Gaza, denunciando che “per azione e omissione, il governo spagnolo diventa un complice di quanto potrà accadere”.
di Eugenio Vittorio