Idf: trovati documenti che legano la Flotilla a Gaza

martedì 30 settembre 2025


L’esercito israeliano annuncia di aver rinvenuto a Gaza documenti ufficiali che, a suo giudizio, attesterebbero il coinvolgimento diretto di Hamas nella Global Sumud Flotilla. Tra i materiali pubblicati dall’Idf compare una lista di operatori collegati alla Pcpa (Palestinian conference for palestinians abroad), con nomi di rilievo: Zaher Birawi, indicato come responsabile del settore Hamas del Pcpa nel Regno Unito e figura di riferimento delle flottiglie negli ultimi 15 anni, e Saif Abu Kashk, dirigente collegato a una società spagnola proprietaria di numerose imbarcazioni coinvolte nell’iniziativa. “Queste navi sono segretamente di Hamas”, scrive l’Idf pubblicando i documenti.

Le rivelazioni dell’esercito gettano nuova ombra sull’operazione Global Sumud Flotilla, rafforzando indiscrezioni che circolavano da settimane circa legami tra il movimento islamista e la compagine organizzativa internazionale. Secondo le Forze di difesa, la società spagnola Cyber Neptune, di cui Saif Abu Kashk sarebbe amministratore delegato, possiede decine di navi impegnate nella missione: un fatto che, se confermato, cambierebbe la natura percepita dell’iniziativa, da civile e umanitaria a potenzialmente strumentalizzata. La notizia ha già prodotto effetti politici nella maggioranza di governo italiana: il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Galeazzo Bignami e l’onorevole Francesco Filini hanno depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di verificare la fondatezza delle informazioni sul presunto appoggio operativo di Hamas alla flottiglia. “Se questa ipotesi fosse confermata sarebbe gravissimo e imporrebbe una netta e immediata presa di distanza da parte degli attivisti in buona fede che partecipano all’operazione”, ha dichiarato la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione di FdI.

Dall’altra sponda, i promotori della Sumud respingono le accuse. “I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla. Ripetono, piuttosto, un preoccupante schema già visto nel 2010 con la Mavi Marmara. Siamo una missione civile e umanitaria, sotto gli occhi dell’Europa e del mondo”, ha replicato la portavoce italiana Maria Elena Delia in riferimento ai documenti diffusi dall’Idf. E ancora: “Chiediamo che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti: finché non accade, è propaganda, non prova”. Tra i partecipanti alla missione presenti a bordo, la linea resta di confronto con la Marina e la vigilanza internazionale.

Tony La Piccirella, uno degli italiani imbarcati, ha fornito aggiornamenti sulla posizione della nave: “Ci troviamo adesso a circa 200 miglia dalle coste di Gaza. Stasera la nave Alpino della Marina si fermerà e tornerà indietro”, ha detto, spiegando però che “Noi entreremo nella zona di intercettazione e andremo avanti”. L’attivista ha poi aggiunto una critica netta alla recente iniziativa diplomatica: “Non c’è un limite stabilito per il blocco navale, ma è grande quanto gli altri Stati consentono a Israele di farlo”. E ancora: “Non ci fermeremo. La proposta di pace è solo una messinscena, una proposta di resa totale. Una svendita del territorio palestinese a Israele e Usa”.


di Zaccaria Trevi