Il peggio per l’Ucraina è il meglio per le aziende tedesche

mercoledì 17 settembre 2025


Imperativo, coprire il fronte orientale. Con che cosa, di preciso, per non è dato sapere. La Nato è consapevole che l’attuale squilibrio dei mezzi per difendere i confini Est dell’Ue sarà colmato molto lentamente. La risposta anti-drone dell’alleanza atlantica è una “debolezza” evidente, spiegano dal quartiere generale di Bruxelles. Ecco perché Ursula von der Leyen sta accelerando per l’operazione “muro di droni”, come l’ha chiamata mercoledì, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, in coerenza con l’altra sparata di qualche giorno fa, quando ha immaginato l’Ucraina come un “porcospino d’acciaio indigesto per i possibili invasori”.

Secondo l’ultima analisi dell’agenzia federale tedesca per il commercio estero Gtai (Germany Trade and Invest) sull’accumulo di armamenti sul fianco orientale della Nato e in Ucraina, per l’anno in corso, il governo di Kiev prevede investimenti record pari a 16 miliardi di euro nella produzione e nell’approvvigionamento di armi. Ciò corrisponde a circa il 38 per cento del bilancio statale e a 20 volte la spesa prebellica. Un gran bell’affare soprattutto per le aziende tedesche. Il porcospino di Ursula, infatti, mostra i già i primi aculei. Gli affari vanno benone. Il produttore di droni Quantum Systems prevede di raddoppiare la sua capacità produttiva in Ucraina quest’anno. Il boccone è appetitoso e ce n’è per tutti. Le imprese tedesche, rileva Gtai, sono attive in diversi progetti multinazionali per la produzione e la modernizzazione di veicoli militari.

In Lettonia, i veicoli da combattimento per la fanteria Patria vengono prodotti in collaborazione con Finlandia, Svezia e Germania. In Polonia, Rheinmetall ha modernizzato i carri armati Leopard 2 insieme all’azienda statale per la difesa Pgz. Inoltre, la tecnologia di fornitori tedeschi come Mtu Solutions e Zf è installata sui veicoli militari polacchi. In Ucraina, Rheinmetall ha costituito una joint venture per la riparazione e la successiva produzione di veicoli da combattimento per la fanteria. Collaborazioni con aziende tedesche per la produzione locale di veicoli esistono anche in Romania, tra Rheinmetall e l’impianto statale di produzione di polveri di Făgăraș. Anche le piccole e medie imprese beneficiano di contratti aggiudicati da rinomate aziende tedesche, consentendo loro di accedere a nuovi progetti come fornitori sia in Germania che nei paesi lungo il fianco orientale. L’imperativo di Berlino, dice Hans Christoph Atzpodien, amministratore delegato dell’Associazione federale delle industrie tedesche per la sicurezza e la difesa (Bdsv), è letteralmente “lo sviluppo e il completamento dell’insediamento industriale lungo il confine orientale della Nato”.

Anche nella difesa aerea e nella tecnologia radar le competenze sono molto richieste sono molto richieste. Estonia e Lettonia hanno acquistato congiuntamente il sistema di difesa aerea Iris-T Slm da Diehl Defence. In Ucraina, Hensoldt ha ricevuto un importante contratto del valore di 340 milioni di euro per la fornitura di sistemi radar a corto raggio ad alte prestazioni. Entrambe le aziende, insieme a Rheinmetall, sono considerate fornitori preferenziali per i sistemi di difesa aerea negli appalti pianificati dalla Romania.

Un altro focus dell’impegno tedesco è la produzione e la fornitura di munizioni e dei loro componenti. In Lituania, Rheinmetall è coinvolta in progetti di munizioni finanziati nell’ambito del programma Corridoio Verde. In Polonia, Pgz sta negoziando licenze tecnologiche per munizioni di grosso calibro con il gruppo franco-tedesco Knds. La Slovacchia importa nitrocellulosa dalla Germania per la sua produzione di munizioni. Per assicurarsi l’approvvigionamento del cosiddetto “cotone da sparo”, Csg, un’azienda attiva principalmente nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, ha acquisito il parco industriale di Walsrode in Bassa Sassonia attraverso la sua controllata Msm Group. In Romania, Rheinmetall prevede di costruire una fabbrica di polvere da sparo per rafforzare le capacità locali.

La guerra va vinta soprattutto sul piano economico. La Germania sta stanziando poco più di 20 miliardi per promuovere le relazioni economiche con Kiev. Le aziende che generano almeno il 90 per cento del loro fatturato nel settore della difesa e aprono una filiale in Ucraina potranno godere di agevolazioni fiscali e doganali o controlli semplificati sulle esportazioni. Gtai sottolinea, inoltre, come le aziende tedesche potrebbero trarre vantaggio dalla cooperazione, in settori come la tecnologia dei droni, la guerra elettronica e la difesa informatica. La guerra, rileva senza mezzi termini il rapporto, ha di fatto “affermato” l’Ucraina “come leader dell’innovazione”. Ormai non si nasconde più nessuno. Dall’inizio dell’invasione russa, in Ucraina sono nate circa 500 start up nel settore della difesa. L’americana Bavnova sta sviluppando la navigazione assistita dall’intelligenza artificiale per veicoli senza pilota, la connazionale Swarmer sta lavorando sull’”intelligenza di sciame” o swarm intelligence, mentre la start up estone Griselda sta sviluppando piattaforme basate sulla geolocalizzazione per il combattimento urbano. La vera missione per i vertici della Bundeswehr è la promozione della partecipazione delle aziende tedesche a casa Zelensky. Gli armamenti sono “il” fattore economico. In Ucraina gli interessi della politica di sicurezza della Germania e gli interessi economici delle sue aziende coincidono.


di Pierpaolo Arzilla