venerdì 12 settembre 2025
Jair Bolsonaro è stato condannato. La Prima sezione della Corte Suprema brasiliana ha condannato l’ex presidente a 27 anni e tre mesi per tentato colpo di Stato e altri reati connessi. Dopo i giudici Cármen Lúcia, Alexandre de Moraes, e Flávio Dino, anche il presidente del collegio, Cristiano Zanin ha ritenuto il leader di destra colpevole di tutte le accuse. La corte ha stabilito che Bolsonaro, 70 anni, era a capo di un’organizzazione il cui obiettivo era permettergli di restare al potere nonostante la sconfitta nelle elezioni presidenziali dell’ottobre 2022, vinte dall’attuale presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Ineleggibile fino al 2030 e agli arresti domiciliari a Brasília dall’inizio di agosto con l’accusa di aver ostacolato il processo, Bolsonaro non ha partecipato alle udienze, secondo la difesa per motivi di salute. Bolsonaro è stato processato insieme a sette stretti collaboratori, tra cui alcuni ex ministri e generali. Mai prima d’ora il Brasile, uscito da una ventennale e feroce dittatura militare (1964-1985) aveva portato alla sbarra un leader con l’accusa di colpo di Stato.
Immediato è arrivato il commento di Donald Trump, che ha parlato di “condanna sorprendente”, affermando che quanto avvenuto al leader brasiliano è quanto “hanno cercato di fare” con lui. “Ho accertato che Jair Messias Bolsonaro ha commesso i reati che gli sono stati attribuiti in qualità di leader dell’organizzazione criminale”, ha affermato nel corso del processo Lucia presentando il suo voto. La decisione del Brasile su Jair Bolsonaro è “ingiusta”; “risponderemo a questa caccia alle streghe”. Lo ha detto il segretario di Stato Marco Rubio. “Continuano le persecuzioni politiche da parte di chi viola i diritti umani come Alexandre de Moraes, mentre lui e altri membri della Corte suprema del Brasile hanno ingiustamente deciso di incarcerare l’ex presidente. Gli Stati Uniti risponderanno a questa caccia alle streghe”, afferma Rubio. Ieri il giudice Luiz Fux, con una dichiarazione fiume durata più di 13 ore, aveva chiesto l’assoluzione dell’ex capo di Stato e l’annullamento del processo perché – aveva affermato – la Corte suprema non è il foro competente. Ma la sua è rimasta una voce isolata.
Gli imputati sono accusati di associazione a delinquere armata, tentata abolizione violenta dello Stato di diritto democratico, colpo di Stato, danneggiamento aggravato contro il patrimonio pubblico e deterioramento di beni culturali protetti. Dopo la condanna a 27 anni e 3 mesi per l’ex presidente Jair Bolsonaro, la Prima sezione della Corte suprema del Brasile ha inflitto pene severe anche agli altri protagonisti del tentato golpe tra fine 2022 e inizio 2023. Il generale Walter Braga Netto, ex ministro della Difesa e della Casa Civile, già in carcere da dicembre, è stato condannato a 26 anni di carcere. Stessa sorte per l’ex comandante della Marina, Almir Garnier, e per l’ex ministro della Giustizia Anderson Torres, entrambi condannati a 24 anni. Il generale Augusto Heleno, ex titolare del Gabinetto di Sicurezza Istituzionale, ha ricevuto 21 anni e rischia di perdere la patente militare: il suo caso passerà ora al Tribunale superiore militare. L’ex ministro della Difesa Paulo Sérgio Nogueira è stato condannato a 19 anni, mentre l’ex capo dell’agenzia di intelligence Abin, oggi deputato del Partito liberale di Bolsonaro, Alexandre Ramagem, dovrà scontare 16 anni, un mese e 15 giorni. Unica eccezione il tenente-colonnello Mauro Cid, ex aiutante di campo di Bolsonaro: grazie a un accordo di collaborazione giudiziaria sconterà solo 2 anni in regime aperto, ovvero con l’obbligo di dormire a casa sua. Nelle prossime ore il collegio della Corte si riunirà per determinare la sentenza, con le porte del carcere che per Bolsonaro si potrebbero aprire immediatamente.
di Ugo Elfer