martedì 2 settembre 2025
La strategia è condivisa: una cooperazione a 360 gradi. L’obiettivo è creare una governance globale antioccidentale. Il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato al suo omologo cinese Xi Jinping che le relazioni tra i due Paesi sono attualmente a un “livello senza precedenti”. Il presidente cinese ha elogiato il rapporto di “cooperazione strategica globale” tra i due Paesi e ha affermato la loro volontà di cooperare per “costruire un sistema di governance globale più equo e ragionevole”, secondo quanto dichiarato all’inizio dei colloqui a Pechino. Il presidente russo è in Cina da domenica. Ha partecipato a un vertice regionale a Tianjin, dove Russia e Cina hanno dimostrato la loro comune visione, nonostante le crescenti tensioni con gli Stati Uniti e l’Occidente. Domani è previsto che partecipi a una grande parata militare a Pechino per celebrare l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. “La nostra stretta comunicazione riflette la natura strategica dei legami russo-cinesi, che attualmente hanno raggiunto un livello senza precedenti”, ha affermato Putin. Partecipare alla parata “è un omaggio ai successi dei nostri popoli, il popolo russo e il popolo cinese, e una conferma del ruolo cruciale svolto dai nostri Paesi nella vittoria sugli assi europeo e asiatico”. Poi ha aggiunto: “Siamo sempre stati insieme allora, e lo siamo ancora oggi”. Per Xi Jinping, “le relazioni Cina-Russia hanno resistito alla prova dei cambiamenti internazionali; sono relazioni di buon vicinato, collaborazione strategica globale e cooperazione reciprocamente vantaggiosa per risultati vantaggiosi per entrambe le grandi potenze”. Mosca e Pechino avevano del resto già dichiarato una “partnership senza limiti” poco prima che Putin ordinasse l’offensiva russa in Ucraina nel febbraio 2022. L’ampliamento dei legami militari e commerciali da allora ha turbato l’Occidente. La Cina non ha mai denunciato la guerra della Russia né chiesto il ritiro delle sue truppe e molti alleati dell’Ucraina ritengono che Pechino abbia fornito supporto a Mosca. Insiste sulla sua neutralità, chiedendo ripetutamente la fine dei combattimenti e accusando i Paesi occidentali di prolungare il conflitto armando l’Ucraina. Xi e Putin sono in contatto continuo e hanno avuto una telefonata il mese scorso, durante la quale il leader cinese si è detto lieto di vedere Mosca e Washington migliorare le loro relazioni. Xi ha visitato Mosca per le celebrazioni del 9 maggio, in memoria della sconfitta dei nazisti nella Seconda guerra mondiale.
Intanto, i legami economici tra Cina e Russia diventano sempre più stretti. Il colosso energetico russo Gazprom ha firmato “un accordo giuridicamente vincolante” per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2 verso la Cina e del gasdotto di transito Soyuz Vostok attraverso la Mongolia. Lo riporta Bloomberg, citando quanto riferito dal numero uno del gruppo Alexey Miller a Interfax. La Russia attualmente fornisce gas alla Cina tramite un altro gasdotto, Power of Siberia, con una capacità di trasporto prevista di 38 miliardi di metri cubi all’anno. Dal 2027, la cosiddetta rotta dell’Estremo Oriente dovrebbe aumentare i flussi annuali russi verso la Cina di altri 10 miliardi di metri cubi. Xi Jinping e Vladimir Putin si sono incontrati brevemente a Pechino, a testimonianza degli stretti rapporti che i due hanno sviluppato dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Xi ha accolto Putin nella Grande sala del popolo definendolo un “vecchio amico”. Ha aggiunto poi, secondo i media statali, che “le relazioni Cina-Russia hanno resistito alla prova delle mutevoli circostanze internazionali”, citandole come “un buon esempio di amicizia tra vicini, di coordinamento strategico globale e di cooperazione reciprocamente vantaggiosa”. “La mia iniziativa di governance globale mira a collaborare con tutti i Paesi che condividono gli stessi ideali per sostenere con fermezza scopi e principi della Carta dell’Onu e promuovere la costruzione di un sistema di governance globale più giusto ed equo”. Il presidente cinese, incontrando Putin, ha ripreso la sua proposta di nuovo ordine mondiale, presentata ieri al vertice Sco di Tianjin per superare quello a trazione Usa. L’iniziativa “è molto tempestiva e necessaria e svolgerà un ruolo importante nell’affrontare il deficit di governance globale”, ha replicato Putin, secondo la Cctv. Putin ha ringraziato il suo “caro amico” Xi Jinping per la “calda accoglienza” trovata in Cina. I legami bilaterali hanno raggiunto “livelli senza precedenti”, ha affermato il capo del Cremlino nelle battute iniziali dell’incontro avuto nella Grande sala del popolo. “Le nostre strette comunicazioni riflettono la natura strategica dei legami russo-cinesi, che sono allo stato a un livello senza precedenti”, ha aggiunto Putin. “Siamo sempre stati insieme in passato e lo saremo anche il futuro”. Xi, in particolare, ha avuto da questa mattina bilaterali con il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev e con il premier pakistano Shahbaz Sharif. Successivamente, ha poi visto il presidente mongolo Ukhnaa Khurelsukh, in colloqui che si sono trasformati in un trilaterale visto il coinvolgimento di Putin. L’intorno a tre era particolarmente sotto osservazione sulle ipotesi di sblocco del progetto di costruzione del gasdotto Power of Siberia 2, allo scopo di più che raddoppiare l’attuale capacità di trasporto di gas dalla Russia alla Cina. Oltre ai dubbi di Pechino sul piano, il tracciato prevede proprio la realizzazione di un tratto dell’infrastruttura attraverso la Mongolia.
Frattanto, il leader nordcoreano Kim Jong-un è accompagnato da “alti funzionari del Partito dei lavoratori e del Governo” nella sua inedita missione in Cina, su invito del presidente Xi Jinping, “per partecipare a una cerimonia in occasione dell’80° anniversario della Guerra di resistenza popolare cinese contro l’aggressione giapponese e della Guerra mondiale antifascista”. Il Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito dei lavoratori, ha ricordato che il treno speciale e superblindato del leader ha attraversato il confine con la Cina oggi, nelle prime ore del mattino, postando alcune foto che segnalano a bordo la presenza della ministra degli Esteri Choe Son-hui e di Kim Song-nam, direttore del Dipartimento internazionale. Non è noto se sua moglie, Ri Sol-ju, o se l’inseparabile figlia, Ju-ae, viaggino con lui. Poco prima della partenza, i segretari del Partito dei lavoratori Jo Yong-won e Kim Tok-hun sono stati ripresi mentre ricevevano istruzioni da Kim alla stazione di Pyongyang. È insolito che i media statali nordcoreani riportino la notizia di un viaggio all’estero del supremo comandante subito dopo la partenza. Ad esempio, quando Kim visitò la Russia a settembre del 2023, i media statali ne diedero conto solo due giorni dopo che Kim aveva lasciato Pyongyang. Il treno del leader nordcoreano dovrebbe arrivare a Pechino nel pomeriggio, alla vigilia dell’evento dell’anniversario, dopo aver attraversato il ponte sul fiume Yalu che collega Sinuiju e Dandong. Il viaggio da Pyongyang a Pechino dura in genere circa 20 ore sui treni blindati e pesantissimi, capaci di viaggiare a una velocità massima di 60 chilometri orari. La missione di Kim in Cina è la prima in quasi 7 anni. La Corea del Nord, inoltre, ha anche rivelato che il leader ha visitato lunedì “l’istituto competente dell’Accademia generale dei materiali chimici sotto l’Amministrazione missilistica della Corea del Nord e ha incontrato esperti nel campo della ricerca sui materiali compositi in fibra di carbonio”, ha riportato la Kcna, secondo cui “il rispettato compagno Kim Jong-un ha parlato dei successi ottenuti nella ricerca” applicata ai motori, in grado di generare una spinta massima del motore di 1.960 kilonewton, da usare nella serie di missili balistici intercontinentali Hwasongpho-19 e nell’Icbm di nuova generazione Hwasongpho-20”.
Come scrive il Post, anche il primo ministro indiano Narendra Modi ha visto a Tientsin, in Cina, il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin. Sono stati incontri molto cordiali, in cui Modi ha ostentato, come fa spesso, strette relazioni personali: ha preso per mano e abbracciato Putin, ha scherzato, riso e preso per mano anche Xi. Modi non andava in Cina da sette anni, e soprattutto dal 2020 i rapporti tra i due paesi sono stati molto tesi, se non conflittuali. La ritrovata cordialità mostrata in questi giorni va intesa come una risposta di Modi alle recenti dispute diplomatiche e commerciali con gli Stati Uniti del presidente Donald Trump. In oltre dieci anni di Governo, Modi ha sempre cercato di presentarsi in India come un leader forte e capace di farsi rispettare anche all’estero. La parte del Paese che lo sostiene è animata da forti sentimenti nazionalistici. Quando a inizio agosto Trump ha imposto all’India dazi del 50 per cento (altissimi), Modi non ha cercato di blandirlo né ha mostrato di voler necessariamente negoziare, anzi: ha appunto ribadito i legami con la Russia e mostrato un avvicinamento alla Cina. Può essere una manovra negoziale o un’evoluzione importante del confronto fra Trump e Modi, entrambi leader populisti, con un grande ego e la tendenza a prendere decisioni radicali quando si sentono attaccati, senza preoccuparsi molto delle conseguenze.
di Ugo Elfer