martedì 2 settembre 2025
La riunione, nella Cina comunista, nella città portuale di Tianjin, dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, è propagandata come l’assemblea generale di un mondo multipolare, alternativo alla globalizzazione unipolare a trazione occidentale, nordamericana, britannica, europea. Però, quello da quasi tutti i commentatori trascurato, è come il globalismo a guida occidentale universalizzi un quadro di principi quali i diritti umani, la democrazia rappresentativa, la divisione o bilanciamento dei poteri.
E invece l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai riunisca la Federazione russa presieduta da Vladimir Vladimirovič Putin, la Cina comunista a partito unico, dove a centinaia sono le condanne a morte con un colpo di pistola alla nuca, la Repubblica islamica dell’Iran, in cui finiscono impiccati anche gli omosessuali, assieme alla Turchia di Recep Tayyip Erdoğan e l’India, formalmente con parlamenti eletti, come del resto la Federazione russa, ma di fatto in preda a derive autoritarie. Sono nazioni, questo è vero, in eccezionale sviluppo economico, ma regressive sul piano dei diritti umani. Questo, per dei liberali come siamo a L’Opinione delle libertà, è quello che conta, per decidere con chi stare.
di Riccardo Scarpa