Trump aiuta l’Europa a riassestarsi secondo democrazia

lunedì 25 agosto 2025


Mentre in Italia i giornali si dedicano prevalentemente quanto provincialmente alla scomparsa di un presentatore Pippo Baudo dalla stampa internazionale filtra l’accordo di pace russo-ucraino in fieri ad opera del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

La stampa italiana è riversa a guardare il proprio ombelico, come si dice in gergo, mentre Trump fa la Storia. Il riavvicinamento fino ad essere comprimari di Russia e Stati Uniti nel ricercare soluzioni geopolitiche possibili di pace è quanto di inimmaginabile si sarebbe mai potuto positivamente prevedere per le sorti del mondo. Occidente in primis, in secundis i Paesi dell’intero globo terracqueo. La pace verrà. E non sarà solo per Russia ed Ucraina. C’è poi la questione orientale da affrontare e risolvere. Questa impensabile e proficua “alleanza” tra Trump e Vladimir Putin porterà a un nuovo equilibrio di pace in Medio Oriente.

È evidente che si è in presenza di un uomo di pace, che porta la pace. Altrettanto evidente, diversamente, chi avrebbe portato la guerra le guerre soffiando sul fuoco in atto. L’Europa, la nostra Europa, deve fare i conti con se stessa, con il fatto che è sbagliata. Il problema dell’Europa attuale è sempre lo stesso e va corretto. È nell’assenza di democrazia. La regola numero uno delle democrazie liberali occidentali è la democrazia, vale a dire che chi è votato al Parlamento esprime poi gli interessi dei votanti secondo il sistema elettorale dato.

Al contrario, nell’attuale Europa sbagliata decide la Commissione con atti che non hanno valenza erga omnes, ovvero difettano di democraticità all’origine, per parte dell’organo (cioè la Commissione europea) e anche per parte del provvedimento che non è legislativo e valevole giuridicamente.

Insomma, per dirla molto semplicemente, chi decide oggi in Europa non ha legittimazione, mentre il Parlamento è considerato una specie di carrozzone di raccomandati inutili che di fatto non contano niente. Invece il “gioco”, come in ogni democrazia politica legittima, è esattamente il contrario: il Parlamento decide e certamente non ci vanno e devono essere le “scartine” ma i più competenti , preparati ed eletti e la Commissione rientra nelle sue funzioni e prerogative minori, non certo preminenti e tantomeno prevalenti. Si tratta di spostare o, meglio, rimettere come avrebbe dovuto essere e stare dall’origine, l’asse democratico della nostra Europa e farlo funzionare correttamente.

Trump ha acceso la luce dall’esterno, ha messo e “puntato” il focus sul problema rimpinzando l’Ue di dazi, per riequilibrare, o meglio cominciare a riequilibrare. Ma il lavoro da fare è squisitamente, tanto quanto massicciamente, dall’interno. Siamo noi, da dentro l’Europa, sono cioè i Paesi europei, noi, gli Stati membri, che devono ricostruire, dare l’assetto corretto al proprio assemblamento, alla nostra collettività fattasi Europa. Finché non si opera questo movimento di riassetto istituzionale europeo, non si andrà da nessuna parte. È davanti agli occhi di noi tutti quanto l’attuale Europa non funzioni.


di Francesca Romana Fantetti