giovedì 7 agosto 2025
Sanità più cara, sempre più cara. Chi ha i soldi, si cura. Europa sociale, addio. L’Oceano Atlantico, ormai, è grande quanto la Manica. L’americanizzazione dell’Europa procede senza troppi problemi. L’allarme sui conti pubblici, ancora una volta, serve per “legittimare” la macelleria sociale e il trasferimento di risorse finanziarie dal basso verso l’alto. Nella legge di bilancio per il 2026, obiettivo 44 miliardi di risparmi, il governo francese ha inserito la proposta di raddoppiare il massimale per le franchigie mediche e i ticket forfettari: da 50 a 100 euro all’anno. E anche i loro importi, per altro già aumentati lo scorso anno. Sono importi detratti dall’assicurazione sanitaria, rimborsi per farmaci, visite mediche, visite fisioterapiche, viaggi di trasporto medico, radiografie ed esami medici. In totale, è possibile detrarre un massimo di 200 euro all’anno dai rimborsi della Previdenza sociale: 100 euro per le franchigie mediche, 100 euro per i ticket forfettari. Escludendo le spese eccedenti, per le quali i pazienti in Francia pagavano in precedenza indirettamente un costo massimo di 100 euro all’anno attraverso l’accumulo di visite mediche, prescrizioni di farmaci coperti dall’assicurazione sanitaria o radiografie e sedute di fisioterapia, questo costo annuo di tasca propria raddoppierà a partire dal prossimo anno.
L’obiettivo del governo, a sentire il ministro della Salute, Catherine Vautrin, è di responsabilizzare maggiormente i pazienti sui costi sanitari. L’aumento dell’importo delle franchigie e dei contributi forfettari, significa che un numero maggiore di pazienti, oltre a quelli con malattie croniche, probabilmente raggiungerà i massimali annuali. E contribuirà al sistema previdenziale. Lungi dal governo, però, l’idea di “far sentire in colpa i francesi”, dice a le Monde Vautrin. “Nessuno sceglie di ammalarsi – rileva il ministro del Lavoro, della Salute e della Solidarietà sociale – ma vogliamo che gli assicurati si assumano le proprie responsabilità”. L’obiettivo è fare cassa (almeno 700 milioni di euro), si fa notare, e di rompere l’illusione del “tutto gratuito” nel sistema sanitario, che è proprio quella stessa illusione presa di mira dagli imprenditori nelle ultime settimane. Ed è il motivo che spinge il Ministero a far pagare la franchigia, in particolare per i farmaci, direttamente al banco della farmacia, e non più trattenuta dopo la visita dall’assurance maladie.
I sindacati di categoria parlano di “attacchi” al modello sociale e al sistema di previdenza sociale che dal 1945 finanzia “parte del nostro settore e costituisce la nostra retribuzione differita”. Cfdt, Cfecgc, Cftc, Fo, Action social e Sud denunciano condizioni di lavoro che “continuano a peggiorare” e trattative “bloccate a tutti i livelli”, anche per modifiche salariali, per quanto minime, come quella prevista per gli operatori dell’assistenza domiciliare. Si tratta di una “logica distruttiva dei diritti” e della professione sanitaria a tutti i livelli. Il 3 settembre le organizzazioni di categoria si riuniranno per decidere la risposta alla legge di bilancio. L’obiettivo è bloccare la Francia con scioperi e manifestazioni.
Ottobre potrebbe essere un mese molto difficile per la vita dei cittadini. I sindacati confederali si riuniranno il 1 settembre, per decidere prima la portata della mobilitazione generale. Nel frattempo, Force Ouvriere ha deciso di giocare d’anticipo. Il segretario generale, Frédéric Souillot, ha inviato una lettera al primo ministro François Bayrou, informandolo che il suo sindacato avvierà una serie di “mobilitazioni” contro le misure di bilancio, con un preavviso di scioperi dal 1 settembre al 30 novembre. “Tutte le organizzazioni sindacali – ricorda intanto Souillot nella lettera – sono unanimi nel respingere le politiche di austerità che fanno pagare i lavoratori, i precari, i disoccupati e i pensionati”. Si tratta di “misure brutali, ingiuste e inefficaci”. Nello specifico, Fo cita l’eliminazione di due giorni festivi, la possibile monetizzazione della quinta settimana di ferie, l’indebolimento del diritto del lavoro, l’ennesima riforma dell’assicurazione contro la disoccupazione, la deindicizzazione delle pensioni di vecchiaia e il raddoppio, appunto, delle franchigie mediche.
Esistono, invece, altre soluzioni, si fa notare, che prevedono il “contributo da parte dei redditi più alti o delle imprese, o perfino la condizionalità degli aiuti pubblici alle imprese”. Gli otto sindacati francesi, Cfdt, Cgt, Fo, Cfe-Cgc, Cftc, Unsa, Fsu, e Soldaires, hanno lanciato una petizione per opporsi a una legge di bilancio di una “brutalità senza precedenti”, che ha già raccolto circa 300mila firme. Nella petizione, le organizzazioni del lavoro pongono l’accento su tre questioni fondamentali su cui intervenire: le aziende che continuano a ricevere 211 miliardi di euro di aiuti pubblici ogni anno, senza trasparenza né valutazione, e soprattutto senza subordinare tali aiuti al raggiungimento di obiettivi in termini di occupazione, qualità del lavoro o rispetto di ambizioni sociali o ambientali; i dividendi record, soprattutto in caso di licenziamenti o delocalizzazioni; giustizia fiscale per i lavoratori ad alto reddito che sfuggono a qualsiasi contributo reale.
E tutto questo, rileva l’intersyndicale, “mentre recenti rapporti dimostrano l’indecenza di questa situazione, data l’esplosione delle disuguaglianze e il numero drammatico di persone che scendono al di sotto della soglia di povertà”. Il problema del debito, si afferma, “è principalmente dovuto alla mancanza di entrate”. È ora “di accettare di aprire la discussione sulla progressività della tassazione, sul contributo degli alti redditi o della ricchezza e sulla legittimità dell’ottimizzazione fiscale”, poiché “è fuori discussione” che siano “ancora una volta i lavoratori, i giovani e i pensionati a dover pagare il conto, sia finanziariamente che in termini di maggiore flessibilità”.
di Pierpaolo Arzilla