mercoledì 30 luglio 2025
Tra Illuminismo, riforma educativa e identità culturale
Nel 2025, l’Azerbaigian celebra il 190° anniversario della nascita di Seyid Azim Shirvani (1835–1888), poeta, filosofo ed educatore considerato uno dei fondatori dell’istruzione laica nel Paese. Figura centrale nel panorama culturale del Caucaso, Shirvani ha lasciato un’eredità che unisce pensiero critico, riforma pedagogica e valorizzazione della lingua e identità nazionale. Per comprendere meglio l’importanza di questa figura, abbiamo intervistato Gulnar Taghizada, rappresentante in Italia del Centro Culturale dell’Azerbaigian, che ci ha raccontato il significato di questo anniversario e l’attualità del messaggio di Shirvani.
Dottoressa Taghizada, nel 2025 l’Azerbaigian celebra una figura chiave della sua storia culturale. Di chi si tratta?
Quest’anno celebriamo il 190° anniversario della nascita di Seyid Azim Shirvani (1835–1888), una delle personalità più influenti nella storia intellettuale dell’Azerbaigian. Poeta, filosofo ed educatore, Shirvani è riconosciuto come un pioniere dell’istruzione laica, promotore della riforma pedagogica moderna e portavoce degli ideali illuministi.
Quali furono le sue azioni più rivoluzionarie nel campo dell’educazione?
Nel 1874, Shirvani iniziò a insegnare a Shamakhi, dove aprì una scuola laica di nuovo metodo, alternativa al sistema educativo conservatore. Si insegnava in azerbaigiano, russo, arabo e persiano, includendo materie come matematica, geografia, etica e scienze naturali. Contrastava la memorizzazione meccanica e le punizioni corporali, puntando a un approccio centrato sullo studente. La scuola fu attiva per 18 anni, formando generazioni di giovani, tra cui Mirza Alakbar Sabir e Sultan Majid Ganizade.
Quali pubblicazioni produsse?
Scrisse libri di testo in lingua azerbaigiana, tra cui Rəbiül-ətfal (La primavera dei bambini, 1878) e Tacül-kütüb (La corona dei libri, 1883), che univano tradizione orientale e pensiero illuminista. Anche se non pubblicati in vita, furono stampati a Tabriz nel 1895 e si diffusero ampiamente.
E sul fronte culturale?
Fu anche un maestro della poesia satirica, con opere come “Lo studioso senza conoscenza” e “Lamenti terreni al cielo”, che denunciavano ingiustizie, ignoranza e ipocrisia con stile alla Voltaire e Molière. Poco prima di morire nel 1888, ricevette la Medaglia d’Argento “Per lo Zelo” dall’Impero Russo, ma solo dieci giorni prima della morte, vissuta in povertà. È sepolto nel cimitero di Şahəndan, a Shamakhi.
La sua eredità va oltre l’Azerbaigian?
Assolutamente. Oggi Shirvani è riconosciuto anche fuori dal Paese: in Uzbekistan, un’aula magna dell’Università Statale di Kokand porta il suo nome, con il supporto del Centro Culturale Heydar Aliyev. La sua eredità vive nelle aule, nelle biblioteche, nelle istituzioni culturali come simbolo di trasformazione culturale, capace di unire tradizione orientale e modernità occidentale. Il presidente Ilham Aliyev ha proclamato il 2025 Anno Giubilare dedicato a Shirvani. Il Ministero della Cultura e l’Accademia delle Scienze organizzano eventi culturali e accademici per promuovere la sua opera. È un simbolo senza tempo di etica, progresso e conoscenza. Unisce culture e valori, e ci ricorda che l’educazione è la chiave del cambiamento.
di Domenico Letizia