L’Emirato di Hebron scalzerà l’Anp e Hamas?

martedì 8 luglio 2025


Non possiamo negare che sul Pianeta esistono numerose istituzioni inutili e spesso funzionali esclusivamente a chi ne detiene il potere; ma una “istituzionepolitica che mostra la sintesi massima di inutilità è l’Autorità nazionale palestinese (Anp), nata dagli Accordi di Oslo, firmati nel 1993 da Yitzhak Rabin, primo ministro di Israele, e Yasser Arafat, Presidente dell’Olp, Organizzazione per la liberazione della Palestina. La sua inutilità è particolarmente grave anche perché l’Anp nasce per rappresentare, controllare e gestire il territorio palestinese, missione costellata da fallimenti sin dalla sua creazione. Tuttavia, già dall’inizio il “sistema palestinese” era complesso, parcellizzato e instabile. Arafat, forte di appoggi soprattutto economici provenienti dall’estero, era riuscito a contenere le contraddizioni congenite nei rapporti tra l’Anp e il Plc, ovvero il suo Consiglio legislativo palestinese, eletto a suffragio universale in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est da una parte, e dall’altra l’Olp, strutturata con Consiglio nazionale, Consiglio centrale e Consiglio esecutivo, organi “retorici” che avrebbero dovuto rappresentare la popolazione dei territori occupati e della diaspora palestinese.

Solo il carisma di Arafat poté gestire, con controllo decrescente, questi due livelli  legislativamente decisori, grazie alla sua ascendenza su Al-Fatah, partito di maggioranza dell’Olp, anche se gli estremisti islamici di Hamas si rifiutarono di allinearsi alle manovre sia dell’Anp che dell’Olp. Da questi preamboli era chiara la spartizione di numerosepoltrone” e relativi “corredi economici” con lo scopo di accontentare molti potenziali destabilizzatori. Così oggi la Palestina è nota soprattutto per l’esistenza del gruppo terrorista armato di Hamas – definirlo movimento politico palestinese è decisamente manipolatorio – che si fregia di avere identità politica e che ha organizzato l’area della striscia di Gaza come una regione autonoma; ma che ha trascinato nel dramma più acuto una intera popolazione offuscando le altre realtà politiche e sociali esistenti, e sottolineando l’enorme degrado sociale e culturale subito da questa popolazione forse dalle radici filistee, comunque alterate dopo l’occupazione musulmana.

Comunque, i finanziamenti che arrivano al presidente dell’Anp Abu Mazen, in carica da 20 anni, in precedenza giungevano più cospicui al più considerato Arafat, da anni pesano moralmente, non economicamente, sugli Stati che concedono rilevanti somme per la sopravvivenza di questo territorio non autosufficiente. È anche noto che l’Autorità palestinese viene considerata lamentosa e pretenziosa, da parte dei sovvenzionatori. Molti occidentali come gli Stati Uniti, e molti Paesi arabi, ritengono che gli aiuti economici siano eccessivi e utilizzati a scopo politico e personale, non a favore della popolazione che sopravvive tra stenti. In questo contesto di divisioni e mancanza di un leader credibile, dove la litania di due popoli e due Stati dal 1948 aleggia nella zona, considerando che i popoli sono in tempi non critici già integrati, quindi per “due popoli” non è chiaro cosa si intenda, la recentissima lettera degli emiri di Hebron, nella sua originalità, fa scorgere un ipotetico percorso costruttivo.

Così gli sceicchi di Hebron tra cui Al-Ja’bari, hanno firmato un comunicato, dichiarando di volere una cooperazione con Israele, ovvero una “coesistenza”. Nel documento riconoscono lo Stato di Israele come Stato ebraico e dichiarano la loro disponibilità ad aderire agli Accordi di Abramo. Questa lettera d’intenti, se avrà auspicabili sviluppi, porterà finalmente allo smantellamento dell’Autorità nazionale palestinese, in questo caso dall’interno. La lettera arriva a valle di una serie di incontri tra il ministro dell’Economia di Tel Aviv Nir Barkat, con i responsabili della Samaria e della Giudea e i referenti degli insediamenti. Gli sceicchi di Hebron hanno così affermato di impegnarsi per la pace e il totale riconoscimento di Israele come Stato ebraico, Nazione del popolo ebraico. La richiesta è che anche lo Stato di Israele riconoscerà l’Emirato di Hebron come rappresentante dei residenti arabi del distretto di Hebron.

Quindi, il piano prevede una “secessione” dall’Anp, e l’istituzione di un emirato autonomo che entri nella rosa dei Paesi arabi sottoscrittori degli Accordi di Abramo. La cronologia temporale dei negoziati è un altro punto scandito, come anche l’elaborazione di un documento che sostituisca gli Accordi di Oslo. Inoltre gli sceicchi propongono che Israele permetta di dare occupazione, per un periodo di prova a un migliaio di lavoratori di Hebron, per poi aggiungerne il numero di 6.000. Inoltre “tolleranza zero per il terrorismo”. Anche gli sceicchi hanno sottolineato la pericolosa inutilità dell’Anp, e gli Accordi di Oslo, che hanno portato disastri economici, danni, distruzione e morti.

Gli Accordi di Oslo hanno indubbiamente fallito; l’Autorità nazionale palestinese è stato il simbolo della corruzione, e di interessi economici personali dei suoi dirigenti. Oltreché non estranea ai finanziamenti degli atti terroristici diffusi contro Israele. L’Emirato di Hebron potrebbe dare speranze a questo pantano politico stagnate e magari superare, non sarà semplice, quella inutile e dannosa organizzazione che è l’Anp.


di Fabio Marco Fabbri