Cena Trump-Netanyahu, tra Medio Oriente e Ucraina

martedì 8 luglio 2025


Nella notte italiana i due leader hanno cenato insieme. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato accolto da Donald Trump nella blue room della Casa Bianca, per una cena di lavoro. Il presidente degli Stati Uniti ha parlato con il primo ministro di Tel Aviv dopo che quest’ultimo ha incontrato, nella giornata di ieri, il segretario di Stato americano, Marco Rubio. Secondo quanto comunicato dall’ufficio del primo ministro israeliano, i due hanno tenuto un incontro iniziale in formato allargato, seguito da un confronto riservato a porte chiuse. Prima di recarsi alla Casa Bianca, Netanyahu ha visto anche Steve Witkoff, inviato speciale del presidente per il Medio Oriente. “Questa sera ho incontrato alla Blair House di Washington il segretario di Stato americano Marco Rubio. Abbiamo avuto una conversazione seria e importante sul rafforzamento dell’alleanza tra Israele e gli Stati Uniti e sulle sfide comuni che affrontiamo a livello regionale e internazionale”, ha confermato lo stesso Netanyahu sul suo profilo X.

Durante la cena, Netanyahu ha annunciato di aver formalmente candidato il tycoon al Nobel per la pace, consegnandogli una lettera indirizzata al comitato del premio. “Sta forgiando la pace mentre parliamo, in un Paese, in una regione dopo l’altra”, ha dichiarato il premier israeliano, elogiando la leadership del commander-in-chief a stelle e strisce. Interpellato in merito al piano di ricollocazione dei palestinesi, Trump ha preferito girare la domanda a Netanyahu. Il premier ha precisato che The Donald sostiene la “libera scelta” e che Israele, in collaborazione con Washington, sta valutando soluzioni per consentire ai palestinesi sfollati di trasferirsi in altri Paesi. “Credo che i palestinesi debbano avere tutti i poteri per autogovernarsi, ma nessuno di questi poteri dovrebbe minacciarci. Ciò significa che il potere decisionale, come la sicurezza generale, rimarrà sempre nelle nostre mani. Ora, questo è un dato di fatto, e nessuno in Israele accetterà qualcosa di diverso, perché non possiamo ignorare certi fatti”, ha ribadito Netanyahu rispondendo ai giornalisti presenti.

Il premier ha poi rilanciato una visione di lungo termine: “Vogliamo la vita, la teniamo cara, la vita per noi stessi o per i nostri vicini. E penso che possiamo trovare una soluzione tra noi e l’intero Medio Oriente con la leadership del presidente Trump, e lavorando insieme, penso che possiamo stabilire una pace molto, molto ampia che includerà tutti i nostri vicini”. A proposito della possibilità per i palestinesi di lasciare i territori, Netanyahu ha sottolineato: “Ci sono persone – ha spiegato – che vogliono rimanere o possono rimanere, ma se vogliono andarsene, dovrebbero poterlo fare. Non dovrebbe essere una prigione. Dovrebbe essere un luogo aperto, e si dovrebbe dare alle persone la libertà di scelta. Stiamo lavorando a stretto contatto con gli Stati Uniti per trovare Paesi che cercheranno di realizzare ciò che dicono sempre, se vogliono dare ai palestinesi un futuro migliore e penso che ci stiamo avvicinando a trovare diversi Paesi. Abbiamo avuto una grande collaborazione da parte di molti Stati limitrofi, una grande collaborazione da ognuno di loro. Quindi qualcosa di buono accadrà”.

Sul fronte ucraino, Trump ha espresso un giudizio netto nei confronti del presidente russo: non è “affatto contento del presidente Vladimir Putin. Se posso fermare una guerra, sapete, è perché ho la capacità di farlo. Sono deluso, francamente, che il presidente Putin non si sia fermato”, ha dichiarato, rispondendo ai cronisti. Infine, un accenno all’Iran. “Gli iraniani vogliono incontrarsi e avremo un incontro, vogliono trovare un accordo”, ha chiosato Trump, sintetizzando il clima di apertura registrato al termine di una cena che, per ora, appare aver rafforzato un asse già saldo tra Tel Aviv e Washington.


di Eugenio Vittorio