Dalai Lama: “Sarà nominato un successore dopo la mia morte”

mercoledì 2 luglio 2025


In una dichiarazione rilasciata pochi giorni prima del suo novantesimo compleanno (il 6 luglio), il Dalai Lama ha confermato che alla sua morte verrà nominato un successore, in modo da garantire la continuità del suo ruolo di guida spirituale della comunità tibetana.

Nel messaggio letto nel monastero di McLeod Ganj, nell’India settentrionale, dove vive in esilio da quando ha lasciato il Tibet controllato dalla Cina, nel 1959, ha detto: “Affermo che l’istituzione del Dalai Lama sarà perpetuata”.

“Il processo di riconoscimento” di una nuova massima autorità spirituale del Buddismo tibetano “sarà di esclusiva competenza dei membri del Gaden Phodrang Trust, l’Ufficio di Sua Santità il Dalai Lama”, ovvero l’unico organo competente “ad avere l’autorità di riconoscere la futura reincarnazione”. Il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, ha ribadito che “nessun altro ha la stessa autorità per interferire in questa questione”, escludendo così qualsiasi ruolo di Pechino.

Il Dalai Lama ha sempre ritenuto che il suo successore sarebbe nato fuori dalla Cina che, invece, rivendica il diritto di scelta. Ma la questione cinese è più complessa: il rischio, con l’imperativo del Partito comunista di avere il controllo sulle religioni, è che emergano due Dalai Lama, uno riconosciuto da Pechino e l’altro dal governo tibetano in esilio.


di Redazione