Trump incontra Zelensky: affrontate questioni importanti

giovedì 26 giugno 2025


Gli alleati “ribadiscono il loro impegno sovrano a fornire sostegno” a Kiev – che, tradotto dal linguaggio dei comunicati ufficiali, significa che ognuno continuerà a muoversi secondo la propria linea, con Washington in posizione dominante ma non vincolante. Il concetto di “percorso irreversibile” verso l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, tanto caro a Volodymyr Zelensky, è sparito completamente dai documenti finali del summit della Nato di ieri. Una scelta voluta e ottenuta dagli Stati Uniti. “Non c’è dubbio che Mosca prenderà nota, perché per loro i documenti valgono di più delle parole”, osserva una fonte diplomatica di alto livello all’interno dell’Alleanza.

Le parole, però, non sono mancate. Il segretario generale Mark Rutte, così come il neo premier britannico Keir Starmer, ha ribadito che “le promesse fatte a Kiev in passato restano valide”. Zelensky, ha sottolineato, può essere “sicuro del nostro sostegno, qui è tra amici”. E proprio sul dossier ucraino, questa volta, si sono registrate alcune novità rilevanti. A differenza di quanto accaduto al G7, il presidente ucraino è riuscito ad avere un colloquio riservato con Donald Trump. “È stato un confronto lungo e significativo, abbiamo affrontato tutte le questioni veramente importanti”, ha raccontato Zelensky. Trump ha confermato: “Non avrebbe potuto andare meglio, Zelensky vuole vedere la fine del conflitto”.

Una dichiarazione che segna un cambio di tono, accompagnata da un’apertura inattesa: il tycoon ha evocato la possibilità di fornire nuove batterie di missili Patriot all’Ucraina. “Vediamo cosa riusciamo a fare, sono molto difficili da ottenere”, ha detto durante una conferenza stampa fiume in cui ha spaziato su scala globale, dall’Iran alle tensioni tra Congo e Ruanda, dal conflitto a Gaza fino al suo rapporto personale con Mark Rutte – un rapporto che per molti osservatori è eccessivamente caloroso, ma non certo per lui. Zelensky, dal canto suo, ha incassato anche la promessa di “nuove sanzioni alla Russia” al termine di un mini-vertice con i Paesi dell’E5Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Italia – il cosiddetto “direttorio dei volenterosi”, che ormai da mesi cerca di tenere compatto il fronte europeo sul dossier ucraino.

In definitiva, il massimo possibile in un contesto segnato da posizioni ancora divergenti, ma in cui emerge una certezza: il principio fondante dell’Alleanza, l’articolo 5 – l’uno per tutti, tutti per uno – resta intatto. “Ho visto l’amore che i leader hanno per i loro Paesi, li vogliono proteggere e senza gli Usa non sarebbe lo stesso”, ha detto Trump, che si è detto “entusiasta” per l’esito del summit, destinato secondo lui a “sollevare gli Stati Uniti da un peso ingiusto”. “Ed è merito mio”, ha concluso.


di Redazione