mercoledì 25 giugno 2025
L’Iran già da tempo sta rafforzando la sua presenza e influenza in Africa attraverso una strategia complessa che combina diplomazia, commercio, attività militare e sostegno a gruppi radicali. Dopo un passato di politiche meno efficaci sotto Mahmud Ahmadinejad, il governo di Ebrahim Raisi aveva intrapreso un nuovo percorso, evidenziato dal suo storico viaggio nel 2023 in Kenya, Uganda e Zimbabwe, volto a consolidare alleanze con Paesi chiave. Questa espansione mira a mostrare che il mondo non si riduce all’Occidente, ottenere supporto internazionale e ampliare le proprie attività economiche.
Il commercio tra Iran e Africa ha visto un incremento del 22,4 per cento nel 2023, raggiungendo circa 1,8 miliardi di dollari nei primi dieci mesi, con Paesi come Sudafrica, Mozambico e Ghana diventati partner strategici, attraverso l’apertura di centri commerciali e uffici di promozione. Parallelamente, Teheran ha intensificato il supporto a gruppi radicali come Hezbollah e ha utilizzato l’Africa come via di transito per armi e droni destinati a gruppi come gli Houthi nello Yemen, contribuendo a escalation regionali e tensioni diplomatiche, come quella con il Marocco. L’Iran ha anche cercato di espandersi militarmente in Africa, negoziando con il Niger per la fornitura di droni e missili in cambio di uranio, e considerando la possibilità di stabilire basi navali permanenti, come quella richiesta a Port Sudan, respinta dal Sudan stesso. La regione del Mar Rosso rappresenta un obiettivo strategico, con l’Iran che mira a creare una presenza militare e navale capace di sostenere operazioni e attacchi contro gli interessi occidentali e regionali.
L’influenza iraniana si estende dal Corno d’Africa fino all’Oceano Atlantico, coinvolgendo paesi come Sudan, Eritrea, Gibuti e le nazioni del Sahel, tra cui Niger, Mali e Burkina Faso. In Niger, le tensioni con gli Stati Uniti sono cresciute, con sospetti di rapporti segreti tra la giunta militare e Teheran, portando al ritiro delle truppe americane e al rafforzamento dell’alleanza con l’Iran. In Nigeria, Tehran ha sostenuto gruppi come il Movimento islamico della Nigeria, mentre in Burkina Faso, Mali e Niger, ha siglato accordi strategici in settori come energia, istruzione e urbanistica, rafforzando legami con regimi militari anti-occidentali. L’Iran promuove un modello antimperialista e di resistenza globale, cercando di riempire il vuoto lasciato dall’Occidente e dalle potenze tradizionali, come Francia e Stati Uniti, puntando su alleanze con regimi emergenti e sfruttando le tensioni geopolitiche in regione. Durante il secondo summit Iran-Africa del 2024, con la partecipazione di oltre 40 Paesi, il Paese ha rafforzato ulteriormente i legami economici e politici, evidenziando la sua volontà di diventare un attore chiave nel continente.
Tuttavia, questa strategia non è priva di sfide: sanzioni internazionali e limitazioni economiche ostacolano le capacità iraniane, anche se l’espansione commerciale e militare in Africa continua a rappresentare un obiettivo prioritario. La presenza iraniana, dall’utilizzo di droni in Sudan alla potenziale apertura di basi navali, indica un tentativo di creare una rete di influenza che possa sostenere la resistenza contro gli attori occidentali e regionali, ridefinendo gli equilibri di potere nel continente africano e oltre.
di Souad Sbai