Caos a Los Angeles, almeno 27 arresti

lunedì 9 giugno 2025


Tentativi per disperdere la folla hanno alimentato la violenza. Nel centro di Los Angeles – tra passamontagna e bandiere messicane – durante le proteste contro la forza anti immigrazione americana, sono state arrestate almeno 27 persone: lo ha dichiarato ai giornalisti il capo della polizia di Los Angeles, Jim McDonnell, durante una conferenza stampa alla Cnn. Tra i reati contestati, il lancio di una molotov contro un agente e l’uso di una motocicletta come ariete contro un cordone di polizia, ha precisato l’agente capo durante il colloqui con i giornalisti. Il bilancio delle forze di sicurezza è diviso: 17 arresti sono stati eseguiti dalla California highway patrol, impegnata nello sgombero dei manifestanti dalla Highway 101, mentre altri 10 sarebbero stati operati dalla polizia municipale di Los Angeles (Lapd) in seguito agli scontri registrati nel distretto centrale della città.

E la situazione rimane critica. Il capitano Raul Jovel della Lapd, citato dalla Cnn, ha denunciato un’escalation della violenza da parte dei manifestanti: “I nostri agenti sono davvero sotto attacco”, ha dichiarato, precisando che la polizia “sta effettuando altri arresti in questo momento”. Almeno tre poliziotti sarebbero rimasti feriti negli scontri. Parallelamente, si sono verificati saccheggi ai danni di negozi nel quartiere finanziario della città. A confermarlo è il Dipartimento di polizia di Los Angeles, che in un comunicato pubblicato su X ha fatto sapere di come gli “agenti si stanno recando sul posto per indagare”. La protesta si è estesa anche ad altre zone della metropoli. Almeno tre veicoli sarebbero stati incendiati in diversi punti della città, come documentano le immagini diffuse dalla Cnn. In alcuni video si vedono manifestanti prendere di mira anche i robotaxi Tesla, bersagliati in segno di protesta contro le aziende percepite come complici delle politiche federali.

Nella notte italiana, la tensione è esplosa anche nei pressi del Metropolitan detention center, dove militari della Guardia nazionale – attivati dal presidente Donald Trump in persona – sono entrati in contatto con i manifestanti. Sempre secondo l’emittente, il corpo militare ha reagito con manganelli e granate stordenti, nel tentativo di disperdere la folla che agitava bandiere e cartelli con slogan come “Fuori l’Ice dalla nostra comunità”, in riferimento all’agenzia federale per limmigrazione. Mentre si attendono sviluppi, è arrivata anche una dura condanna da alcuni governatori dem. Ventidue governatori democratici hanno firmato una dichiarazione congiunta contro la decisione del presidente di schierare la Guardia nazionale senza il consenso statale: “La decisione del presidente è un allarmante abuso di potere”, si legge nel documento. “I governatori sono i comandanti in capo della loro Guardia nazionale e il governo federale che li attiva senza consultare o collaborare con il governatore di uno Stato è inefficace e pericoloso”.

La nota critica anche la minaccia del segretario alla Difesa Pete Hegseth di inviare i Marines nell’area, sottolineando come una simile misura non fosse mai stata adottata dal 1965 senza il coinvolgimento delle autorità statali. Tra i firmatari figurano nomi di peso del Partito democratico, tra cui Kathy Hochul (New York), Josh Shapiro (Pennsylvania), Gretchen Whitmer (Michigan) e Tim Walz (Minnesota), quest’ultimo candidato alla vicepresidenza Usa alle scorse Presidenziali.


di Redazione