venerdì 23 maggio 2025
Molto spesso la Fede, soprattutto se legata a tradizioni radicali, traccia linee comportamentali che appaiono dogmatiche, come è l’essenza della Religione. Tuttavia, dietro alle contraddizioni che nascono tra “regole” e comportamenti, si cela spesso il business frutto, magari, di scelte apparentemente religiosamente immorali.
È la realtà che si evidenzia in sistemi politici oscurantisti, in questo caso islamici, come il gigantesco mercato dell’oppio nell’Afghanistan governato dai talebani, dove i divieti costruiscono la vita quotidiana, soprattutto delle donne alle quali è negato anche il sorriso; ma possiamo ravvisarlo, anche se meno clamoroso, in Siria, che oggi potremmo definire un ex narco-Stato, ma che forse ex ancora non lo è.
Perché la Siria attuale possiamo definirla un ex narco-Stato?
La Siria come Stato produttore di droga nasce con Hafez Al-Assad, generale e presidente del Paese dal 1971 al 2000, che possiamo definire il precursore della strutturazione di questo narco-Stato. La strategia commerciale legata alla droga di Hafez al-Assad ebbe una crescita già nel 1975, quando intervenne in Libano durante la guerra civile che durò fino al 1990; qui esercitò una “occupazione” di buona parte del Libano dando supporto a fazioni avverse. In questa occasione sequestrò, a proprio profitto, grandi quantità di hashish proveniente dalla coltivazione di Cannabis nella pianura libanese della Bekaa, e poi incoraggiò lo sviluppo della coltivazione del papavero da oppio. Successivamente progettò laboratori per la trasformazione dell’oppio, prodotto localmente, in eroina. Tutto questo sistema era controllato dall’esercito.
I baroni del regime di Assad hanno gestito il traffico di droga con enormi profitti, ingaggiando bande di malavitosi soprannominati chabbiha, fantasmi, che facevano da tramite con le organizzazioni di spaccio e diffusione globale. A capo di questo “cartello della droga statale” era Ali Douba, generale siriano al vertice dell’intelligence militare, destituito da Bashar al-Assad nel 2000 quando succedette al padre Hafez. Nel 2005 il contingente siriano, sotto la pressione popolare, lasciò il Libano, ponendo fine al sistema di produzione e spaccio della droga nella regione.
Questo traffico di droga portò grandi profitti al potere siriano, tale da rendere la Siria un vero e proprio narco-stato, con una colonna portante della sua economia poggiata sul commercio di droga.
Bashar Al-Assad seguì le orme del padre; adeguò l’offerta alla grande domanda di captagon proveniente dall’Arabia Saudita e sviluppò la produzione e il traffico di questa droga a livello industriale, fino a diventare il principale produttore mondiale di questa sostanza. Il captagon è una droga con agente psicostimolante sintetico a base di fenetillina, capace di togliere la fame e il sonno con effetti allucinogeni. Viene definito “il padre delle due mezzelune” (Abou al-hilàlayn), le due “C” incrociate che costituiscono ormai il marchio di fabbrica. La produzione di captagon venne avviata, inizialmente, per dotare i combattenti di uno stimolante e successivamente per fornire una fonte di valuta estera alle milizie locali; in questo contesto i jihadisti dello Stato Islamico, Isis o Daesh, hanno dato vita ad una propria produzione di captagon che contrabbandavano in Turchia ed anche i Siria. Sempre nell’area nord siriana, Ahmed Al-Sharaa, attuale presidente ad interim della Siria, che aveva la sua roccaforte ad Idlib, nel nord-ovest del Paese, aveva organizzato un servizio di sicurezza molto attivo nella repressione del traffico di droga soprattutto di matrice damascena, con scopi ambigui, sequestrando tra il 2022 ed il 2024 enormi quantità di captagon, probabilmente reimmesso sul mercato; anche in questo caso il confine tra regole morali e business è indefinibile.
Il responsabile della protezione dei laboratori di captagon e dei convogli utilizzati per dai trafficanti era il fratello di Bashar, Maher, generale e guida della Quarta Divisione Corazzata. Gli impianti dove veniva “cucinata” questa droga erano protetti da soldati siriani ed ubicati in zone militari con accessi limitati, garantendo l’operatività senza ostacoli. Le pasticche di captagon venivano trasportate anche tramite l’impiego di droni.
La produzione di massa e commercializzazione di stupefacenti è l’ennesimo reato che viene attribuito al lungo elenco di colpe addebitate al regime di Assad, come crimini contro l’umanità, crimini di guerra e violenze di ogni genere. La caduta della presidenza di Bashar Al-Assad, avvenuta a dicembre 2024, non rappresenta soltanto il crollo di un contesto politico, che con tutte le sue criticità, rendeva in qualche modo stabile la regione, ma anche la fine del primo “narco-Stato” del Medio Oriente.
Ma con l’avvento al potere dell’ex jihadista Al-Sharaa e con il crollo dei capisaldi economici del Paese, come compenserà la Siria il sistema economico che per oltre 50 anni ha basato la propria solidità sul narcotraffico?
di Domiziana Fabbri