I bambini di Gaza tra retorica filo-Hamas e cifre incontrollabili

giovedì 22 maggio 2025


Usati come cifre. Quasi sempre quelle incontrollabili diffuse dal movimento terroristico islamico di Hamas in eterna guerra con Israele. O come alibi. Da quegli ambienti politici e mediatici – europei e americani e a volte anche israeliani di opposizione – per dare sfogo all’ostilità mal sopita (e mai sopita) contro lo Stato ebraico. Per di più con un governo di destra. O, infine, come corpo contundente della retorica terzo mondista. Purtroppo anche da leader religiosi come Papa Francesco, tanto per non fare nomi. Sia come sia, i bambini di Gaza stanno ormai assumendo una connotazione che da retorica sta trasformandosi in mitologica.

Tutti si puliscono la propria coscienza evocandone il massacro ma le cifre, e numerosi studi statistici e dati pratici lo testimoniano, non sono verosimili. Pochi se lo ricordano ma quando anni fa a Jenin ci fu una guerra che in piccolo era come quella di oggi a Gaza, e che durò finché gli uomini di Hamas e della jihad islamica del tempo non furono eliminati, si assistette allo stesso circo mediatico di cifre sparate a caso, con migliaia di bambini morti o affamati, di parole in libertà come “genocidio” e di deprecazioni internazionali. Poi alla fine venne fuori che la maggior parte delle “vittime civili” erano guerriglieri con il kalashnikov in mano.

Fecero pure un film, Jenin Jenin, che ebbe ovviamente premi a Cannes e in altri festival che campano della visibilità che questa retorica anti israeliana e anti americana garantisce. A molti infatti piace “vincere facile”. Nel caso di Jenin dopo un po’ di tempo tutto venne ridimensionato e adesso di quel “genocidio” non parla più nessuno. Succederà così pure con Gaza e i suoi innumerevoli bambini? Difficile dirlo oggi come oggi, ma tanti indizi militano in quel senso. Circolano, ad esempio, video dei mercati di Gaza pieni di cibo e di miliziani armati con il mitra che sovrintendono con i loro criteri alla distribuzione degli aiuti umanitari. Di certo, se e quando ci si risveglierà da questa ubriacatura anti israeliana e antisemita chissà se qualcuno eventualmente chiederà scusa. Per ora si assiste al fenomeno contrario: “Se prendi le parti di Israele sei come loro e ti devi vergognare”.

Loro invece, delle menzogne che alimentano sulla base delle cifre di Hamas vidimate dall’Onu, non si vergogneranno mai. Diceva bene Marco Pannella: ci si accorge dei palestinesi solo quando incrociano pallottole israeliane. Ma in taluni casi anche se non le incrociano. Purché il nemico da abbattere, sullo stile ideologico dei brigatisti dei bei tempi, sia sempre e comunque uno solo: lo Stato israeliano. E con esso l’America e chi in Europa rifiuta di sottomettersi all’islam degli integralisti.

Nello stucchevole compito di alimentare l’odio contro Israele non si sottrae nessun organo di informazione o quasi. Qualcuno, come nel caso della propaganda ossessiva di Rai Radio 3, si distingue ogni giorno per questo tipo di zelo comunicativo. Tanto ci si può sempre nascondere dietro la sparata di un leader europeo – quasi sempre “de sinistra” – in cerca di visibilità. O persino di un ex premier israeliano che vuole fare dimenticare pregressi problematiche giudiziarie per corruzione. Funziona così. Cest plus facile.


di Dimitri Buffa