lunedì 19 maggio 2025
Donald Trump avrebbe contattato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky prima di parlare con Vladimir Putin. Una mossa che anticipa una telefonata attesa con apprensione dalle cancellerie occidentali e che potrebbe segnare una svolta nei negoziati di pace in Ucraina. “È sicuramente aperto a un incontro faccia a faccia con Vladimir Putin”, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, pochi minuti prima del colloquio. “L’obiettivo del presidente è un cessate il fuoco subito”, ha aggiunto, precisando che le sanzioni secondarie contro Mosca “rimangono sul tavolo”. Dalla Russia però arriva un messaggio più cauto. “Un vertice tra Vladimir Putin e Donald Trump non è in questo momento in preparazione”, ha chiarito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, raffreddando gli entusiasmi americani. Nel frattempo, si è intensificato il pressing diplomatico da parte dei leader europei.
Poco prima della telefonata con il presidente russo, il tycoon ha sentito diversi capi di governo del continente. Giorgia Meloni, secondo quanto riferito da Palazzo Chigi, “ha espresso apprezzamento per la disponibilità dimostrata ancora una volta da parte ucraina a favore del dialogo e ha reiterato l’auspicio che Mosca si impegni seriamente attraverso contatti diretti tra leader in un negoziato che conduca alla pace”. Una posizione condivisa anche da Downing Street. “Prima della telefonata tra il presidente Trump e il presidente Putin (in corso), i leader hanno discusso della necessità di un cessate il fuoco incondizionato e della necessità che il presidente Putin prenda sul serio i colloqui di pace”, ha riferito il prime minister Keir Starmer. Parole rilanciate anche dal presidente francese Emmanuel Macron, che in un messaggio su X ha dichiarato: “Nuovo colloquio, questa sera, con Donald Trump, insieme a Keir Starmer, Friederich Merz e Giorgia Meloni, dopo i nostri colloqui a Kiev e Tirana. Spetta al presidente Putin dimostrare domani di volere davvero la pace e accettare il cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni proposto dal presidente Trump, sostenuto dall’Ucraina e dall’Europa”.
Dal Cremlino, però, la narrazione si muove su un binario parallelo. Dmitry Peskov ha ribadito che la Russia “raggiungerà gli obiettivi della sua operazione militare in Ucraina”, precisando che “è preferibile raggiungerli attraverso mezzi politici e diplomatici”. Un’apertura formale, ma condizionata da una strategia militare ancora in pieno corso. Secondo l’agenzia Bloomberg, che cita fonti informate sui piani del presidente russo, Vladimir Putin sarebbe fiducioso di ottenere il pieno controllo delle quattro regioni ucraine annesse nel 2022 – Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson – entro la fine dell’anno. Uno scenario che rende improbabili concessioni sostanziali nella conversazione con Trump. Per questo, sottolinea la stessa agenzia, cresce tra le cancellerie europee il timore che il commander-in-chief statunitense, oggi tornato protagonista del dossier ucraino, possa cercare di forzare un accordo a ogni costo, anche a rischio di legittimare il controllo russo sui territori occupati.
È dal tavolo interrotto a Istanbul che nasce la nuova iniziativa diplomatica americana. Resta ora da vedere se la telefonata tra Trump e Putin servirà a riaprire uno spiraglio negoziale, oppure a certificare che, almeno per ora, il dialogo resta un grande “No”.
di Eugenio Vittorio