lunedì 28 aprile 2025
Le poche parole scambiate sul sagrato di San Pietro sono bastate per riaprire un canale di comunicazione che sembrava irrimediabilmente chiuso. La stretta di mano tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, avvenuta a margine dei funerali del Papa, ha dato impulso, a Bruxelles, ai lavori per trasformare quella promessa informale in un incontro ufficiale. Rientrata da Roma, la presidente della Commissione europea ha contattato la premier Giorgia Meloni per un confronto su “tutte le questioni di interesse comune attuale”, con particolare attenzione ai dossier urgenti del sostegno all’Ucraina e delle dispute sui dazi. Intanto, dietro le quinte, l’Unione europea si muove per fissare tempi e condizioni di un possibile vertice capace di rinsaldare i rapporti transatlantici.
Il calendario offre due occasioni certe per un nuovo incrocio tra von der Leyen e Trump, entrambe fissate a giugno: il G7 di Calgary e il vertice Nato all’Aja. Tuttavia, a Palazzo Berlaymont si punta a un’accelerazione. Se i negoziati su Kiev e sulle garanzie di sicurezza dovessero progredire rapidamente, i giorni successivi al 16 maggio – data in cui Trump concluderà la sua visita in Arabia Saudita e potrebbe incontrare Vladimir Putin, con Istambul come possibile sede del vertice – potrebbero offrire una finestra utile per un faccia a faccia anticipato, magari a Bruxelles. L’ipotesi di Roma, sostenuta inizialmente da Meloni al ritorno da Washington, verrebbe così superata, ma come sottolineano dal suo entourage, “poco cambia, l’importante non è dove si farà ma il risultato”, ricordando che la premier è stata la prima ad aver ottenuto dalla Casa Bianca la disponibilità di Trump a valutare un vertice Ue-Usa. A Bruxelles si tiene a precisare che non vi è alcuna intenzione di marginalizzare il ruolo dell’Italia: qualora Meloni riuscisse a creare uno spazio di dialogo, verrebbe pienamente valorizzato. Ma se maturassero altre opportunità, l’Ue è pronta a coglierle, consapevole della necessità di chiudere la partita dei dazi entro l’estate.
Tra i banchi della Commissione europea c’è la consapevolezza che Trump, quando sarà di nuovo da questa parte dell’Atlantico, porterà con se gli interessi americani e non quelli dell’Unione. Anche per questo motivo tiene banco l’ipotesi di una missione di von der Leyen a Washington per guidare personalmente i negoziati commerciali, competenza esclusiva della Commissione. Uno scenario che riporta alla mente quanto accaduto nel luglio 2018, quando Jean-Claude Juncker volò alla Casa Bianca per scongiurare l’escalation della guerra commerciale e bloccare la minaccia dei dazi sulle auto europee. Il confronto, aspro ma produttivo, si concluse con un’intesa che congelò i nuovi dazi, avviò una cooperazione sui regolamenti tecnici e aprì il mercato europeo all’importazione di Gnl statunitense. Temi che, sette anni dopo, tornano d’attualità accanto agli impegni europei per aumentare l’acquisto di armamenti americani, all’incremento della spesa militare e alla sfida geopolitica sul dominio delle Big Tech.
Sul versante americano, l’amministrazione Trump ha già approntato una road map per accelerare i negoziati commerciali globali dopo l’annuncio dei nuovi dazi avvenuto nel giorno della Liberazione. Secondo indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, Washington intende negoziare con i 18 partner principali su quattro assi prioritari: dazi, barriere non tariffarie, commercio digitale e sicurezza economica. I colloqui si articoleranno a rotazione fino all’8 luglio, termine ultimo della tregua. In assenza di accordi, scatteranno le sovrattasse, salvo ulteriori colpi di scena. In questo contesto, uno spazio per un incontro politico di alto livello tra Europa e Stati Uniti potrebbe ancora aprirsi. Per ora, il dossier resta affidato ai tecnici, incaricati di gettare le basi per la ripresa “quando opportuno” dei contatti politici e la definizione di un’intesa di principio. Ma, come ammettono fonti europee, “il lavoro è ancora molto”. L’esito dei negoziati è tutt’altro che scontato. Per questo motivo, Bruxelles ha già pronto un piano di emergenza: l’attivazione dei contro-dazi Ue su una selezione di prodotti simbolici americani a partire dal 14 luglio. Nel frattempo, il presidente del Consiglio europeo, António Costa, lavora all’ipotesi di un vertice straordinario a 27 nell’ultima settimana di maggio, periodo in cui Berlino avrà insediato il nuovo cancelliere, Friedrich Merz.
di Zaccaria Trevi