martedì 11 marzo 2025
Il Pil russo che fa chiarezza
Non sono preoccupato perché i media italiani si dividono in putinisti (il 30 per cento dei quotidiani venduti, direi, ma la percentuale sale al 60 per cento sui social), e antiputinisti (circa il 30 per cento dei quotidiani venduti e il 40 per cento dei post sui social). È bene precisare che queste stime non tengono conto di chi – per inedia, disinteresse o perché ha da portare il pane a casa – non legge, non segue i telegiornali, e sui social non si occupa di politica. Sono preoccupato dal mainstream televisivo e di quotidiani importanti come Il Corriere della Sera, che si dichiara “indipendente”. In parte così è, grazie ad alcuni liberali che resistono a stento in un mare di giovanotti pubblicisti, forgiati da quella Disney+ che è diventata la scuola. Purtroppo – dopo Donald Trump più di prima – il mainstream “indipendente” si basa soprattutto su una comunicazione che forma e deforma parte dell’opinione pubblica, pur di vendere. L’arma involontaria (perché frutto di incompetenza, non di dolo) del mainstream è la diffusione della paura, dello scandalo permanente e del comune senso del terrore. Indirettamente o meno che sia, il risultato è che le notizie internazionali in questi giorni generano paura, ansia e una grande confusione e ignoranza sulle questioni. Credono così di vendere di più (ma non è così!).
Hanno a volte la sfacciataggine di riportare solo una parte dei dati. Per esempio, scrivono o danno il microfono a chi sottolinea che l’Ucraina ha perso un quinto del suo territorio, ma senza riportare che anche la Russia ha perso un’area di circa 384 chilometri quadrati. Così, la deriva putinista-italiota, secondo cui la guerra è già perduta, viene glorificata e diffusa non già da qualche prezzolato in rubli, ma da giornali o telegiornali di chiara fama. L’azione della stampa mainstream non è diretta, ma “trasuda” per osmosi e in maniera quantistica le idee della guerra ibrida che – quella sì – ci sta sconfiggendo, grazie a qualche politico e politica che ballano il putipù putipò. Il significato |Paura| è la prima cosa che passa e viene memorizzata, grazie a una stampa insignificante. La paura (comprensibile, in un contesto complicato) non appare nel testo ma si incarna invisibilmente nel cranio del lettore, come nella pubblicità subliminale. Il punto è che l’informazione non unisce all’umano timore, la costruzione di una visione dei problemi meno oscura e più razionale. Così i Don Abbondio, che abbondano sia dalla parte dell’autore sia dalla parte del lettore, diventano il nuovo riso che abbonda nella bocca dello stolto.
A questo punto, se vai di bolina nei flutti di Facebook e incocci gli scogli – non tanto di qualche nazicomunista, ma uno dei tanti càccari (termine genovese traducibile con: tamarri, tabbozzi, coatti, eccetera.) dei social – il càccaro di turno entrerà a gamba tesa nei commenti al post di qualche pellegrino della ingenuopolitica, mettendosi a sfottere coloro che (nessuno, tranne forse qualche cacasenno) un paio di anni fa avrebbero proclamato che la guerra l’avrebbe vinta Volodymyr Zelensky in poche settimane. Quel càccaro ha rovesciato gli atti e i detti con uno sforzo sinaptico supremo, perché in verità fu Vladimir Putin a dire che avrebbe schiacciato l’Ucraina in due settimane. Se non si è ciechi volontari, si ricorderà la lunga fila di carri armati russi diretti a Kiev e poi fermati e bloccati, non dai caccia europei o americani, ma dalla nafta finita e dalla rottura dei motori. Le mie opinioni sono per fortuna rafforzate dal colonnello Orio Giorgio Stirpe: “Ieri, mentre ascoltava il principale notiziario norvegese, che non riesco a seguire se non in minima parte, mia moglie mi ha guardato con un sorriso e mi ha detto che il commentatore specialista di NRK (la Rai norvegese) stava dicendo esattamente quello che le avevo detto io mezz’ora prima sulle possibilità ucraine di continuare a combattere anche senza il sostegno degli aiuti americani. A volte nell’espormi al pessimismo cosmico dei media italiani mi vengono i dubbi. Poi mi addentro nell’informazione estera, e mi rinfranco. Poi torno a chiedermi perché gli italiani non seguono mai i media internazionali, e mi ricordo del fatto che in Italia l’insegnamento dell’inglese è stato sabotato per almeno 30 anni di seguito. Comincio a chiedermi se sia stato un fatto voluto”.
Non credo che lo studio dell’inglese sia stato sabotato, quanto piuttosto ostacolato dalle finzioni didattiche di una scuola inadatta a trasmettere nozioni, sapere, senso etico, logica e creatività. Molto altro è stato sabotato da una parte dei politici. Per esempio la distinzione tra libero mercato e mercato controllato. Molte persone mi chiedono perché il Governo non faccia abbassare le bollette del gas, e io come faccio a spiegare in cinque minuti cos’è il vero libero mercato, e non quel mix infernale che da noi genera un capitalismo di tendenza monopolista e di ingerenza partitica? In terza superiore si spiega il libero mercato, oppure la corporazione dei docenti elogia il mercato di partito, oppure la realtà è che quasi nessuno ha contezza dei princìpi economici base (perché siamo ancora corporativi)?
Prima di ragionare come coloro che hanno i rubli piazzati al posto dei neuroni o la nebbia al posto del sole, converrebbe pensare al Prodotto interno lordo russo, che era – ed è – una realtà nuda e cruda. Ho richiesto all’Intelligenza artificiale Claude AI di realizzare un’infografica sui primi Pil mondiali, comparandoli con la popolazione residente in ciascuna Nazione. Incrociare i dati è utile a capire due particolari: mentre gli Stati Uniti hanno il Pil più alto (27.357 miliardi di dollari), la loro popolazione (334 milioni) è molto inferiore a quella della Cina e dell’India (entrambe con circa 1.412 milioni di abitanti). Paesi come la Svizzera e i Paesi Bassi hanno un Pil relativamente alto nonostante una popolazione molto ridotta, il che indica un alto Pil pro capite. Come si vede, la Russia ha un Pil inferiore a quello di Italia, Canada e Corea del Sud, che pure hanno una popolazione grandemente inferiore. Il Pil degli Usa vale più di 15 volte quello russo. Detto di passaggio: dove sono quelli che per 20 anni hanno giurato che la Cina avrebbe sorpassato gli Stati Uniti? Il Pil russo ci dice quanto i regimi moscoviti abbiano in considerazione la popolazione interna.
È altrettanto nefasto ascoltare terrorizzati e inginocchiati la voce amplificata del Mago di Oz moscovita, prima di scoprire che si tratta di un homunculus alto mezzo metro e un c…
di Paolo Della Sala