martedì 4 marzo 2025
Gli Stati Uniti hanno sospeso tutti gli attuali aiuti militari all’Ucraina. Washington ha ufficialmente chiuso i rubinetti che facevano confluire un mare di bigliettoni dagli Usa a Kiev, sotto forma di armi e attrezzature militari. Il tycoon, dopo il faccia a faccia non proprio idilliaco con Volodymyr Zelensky, ha deciso di fermare proprio tutto il materiale ancora non arrivato nel Paese in guerra, persino le armi in transito e quelle ferme nei centri di smistamento in Polonia. Adesso, munizioni e gadget faranno inversione a “u” e torneranno a casa. The Donald avrebbe incaricato direttamente il capo del Dipartimento della Difesa a stelle e strisce, Pete Hegseth, di eseguire l’ordine odierno. Lo afferma un funzionario del Pentagono citato dall’agenzia Bloomberg. La situazione, secondo i media americani, rimarrà congelata finché Zelensky non accetterà di negoziare secondo i termini del commander-in-chief e J.D. Vance.
Adesso la palla passa al capo di Kiev. Che secondo la Cnn, non avrebbe troppo tempo a disposizione. Secondo l’emittente televisivo, le forze armate ucraine potranno continuare a combattere al ritmo attuale “per diverse settimane, forse fino all’estate”, ma non di più. Come sottolineano alcuni funzionari occidentali, il precedente presidente degli Stati Uniti aveva aumentato le forniture di armi all’Ucraina negli ultimi mesi del suo mandato, dotando il Paese di ingenti scorte di armi moderne. Fonti della Cnn hanno affermato che la decisione di Trump di sospendere le vendite di armi all’Ucraina è stata una risposta diretta al “cattivo comportamento” dell’omologo Zelensky. Sembrerebbe inoltre che tra le forniture bloccate figurano anche alcuni pacchetti di aiuti militari approvati dall’amministrazione Biden e non ancora consegnati.
Mentre Kiev incassa la decisione, dalla Casa Bianca arriva un messaggio inequivocabile. Il vicepresidente J.D. Vance, parlando a Fox News, ha espresso fiducia nel fatto che Zelensky, prima o poi, sarà costretto a riconsiderare la sua posizione. “Per ora non è pronto, ma ci arriveremo. Dobbiamo arrivarci”, ha dichiarato Vance, ribadendo che la porta del dialogo resta aperta, ma solo quando Kiev sarà davvero disposta a parlare di pace. Al vice della Casa Bianca ha fatto eco il segretario di Stato Marco Rubio, che ha affidato alla Bbc il primo commento ufficiale dopo la decisione di Trump. “Vogliamo portare i russi al tavolo delle trattative. Vogliamo esplorare se la pace è possibile”, ha spiegato, per poi rilanciare: “Trump è l’unico leader al mondo che ha una reale possibilità di chiudere questa guerra una volta per tutte”. Meno armi, più diplomazia, alla maniera del tycoon. E “più pace”, si spera.
di Eugenio Vittorio