Una pace lontana ma forse più vicina

martedì 25 febbraio 2025


Il 24 febbraio del 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina. Oggi, a distanza di tre anni, si comincia a parlare concretamente di pace. Che sia una mossa attribuibile alla nuova amministrazione Usa guidata da Donald Trump o che finalmente anche l’Europa si sia destata dal suo torpore di vecchia e illuminata burocrazia poco conta, contano i fatti. Il consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato una risoluzione presentata dagli Stati Uniti che chiede “la rapida fine della guerra”. Francia e Gran Bretagna si sono astenute dal voto (ma avrebbero potuto porre il veto) insieme a Slovenia, Grecia e Danimarca; il testo è stato approvato con 10 voti a favore e nessuno contrario e Russia e Stati Uniti si sono trovati sullo stesso fronte assieme alla Cina.

Ma, se i fatti contano, bisogna sottolineare che il documento non cita la Russia come aggressore né parla di sovranità di Kiev. In precedenza, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva adottato una risoluzione nella quale si ribadiva il sostegno all’Ucraina e alla sua integrità territoriale voluta da Kiev e dai suoi alleati europei che ha raccolto 93 voti a favore, 18 contrati e 65 astensioni.

“Path to Peace”, la seconda risoluzione presentata dagli Stati Uniti, è stata modificata con due emendamenti presentati da Parigi per conto dell’Ue (con il pieno appoggio dell’Italia) dove si chiede una pace giusta e duratura e l’impegno all’indipendenza territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti, comprese le acque territoriali. I due emendamenti sono stati approvati dall’Assemblea con 93 voti favorevoli, 8 contrari e 73 astenuti, tra cui gli stessi Usa.

Da un lato Trump assicura che la guerra potrebbe finire in qualche settimana, dall’altro Putin che con le sue dichiarazioni dà “il permesso” all’Europa di partecipare alla pace; il viceministro degli Esteri ucraino Mariana Betsa che ricorda a tutti che se l’aggressione viene in qualche modo giustificata allora “nessun Paese è sicuro”; il nostro premier che non ha mai smesso di sostenere Kiev mantenendo nel frattempo ottimi rapporti con il nuovo presidente degli Stati Uniti, in un intreccio fatto di voti e potere rimane il fatto che, per la prima volta nel Palazzo di Vetro che da 80 anni (in teoria) rappresenta il massimo organo di governo politico del mondo, si parla di pace. Tre anni e 300mila morti alle spalle.


di Maria Celeste Meschini