venerdì 21 febbraio 2025
L’irreversibile processo di “transculturazione” è in corso. Senza ombra di dubbio, l’Occidente è cambiato profondamente a margine dell’immigrazione continua e sostenuta proveniente dal Terzo mondo, che sia regolare o meno. A essere particolarmente colpita è l’Europa, il “pilastro orientale” dell’Occidente, che confina con il dominio dell’Islam. In questa parte del mondo, la presenza dei musulmani ha una storia travagliata: a chi ha un briciolo di consapevolezza storica, riporta alla mente dolorosi ricordi della guerra di conquista iniziata più di mille anni fa nel Levante e arrivata fino alle porte della città di Vienna. Anche il Nord America, il “pilastro occidentale” dell’Occidente, è in stato di assedio. Milioni di latinoamericani stanno migrando verso nord, cercando di attraversare il confine nella speranza di una vita migliore per sé e per i propri figli. Come i migranti del Vecchio mondo, fuggono da Stati falliti, dalla miseria sociale e dalle barbarie. Tuttavia, a differenza delle orde di giovani che invadono l’Europa via mare o via terra, condividono per lo più le radici cristiane e sono quindi estranei alle ambizioni suprematiste.
Come condizione necessaria, se non sufficiente, per una coesistenza di successo, i nordamericani e i latinoamericani sono se non altro caratterizzati da una comunanza di valori. I numeri contano. Non appena sono abbastanza numerosi, gli immigrati inevitabilmente plasmano la società in cui risiedono. Alcuni di loro sono più facili da integrare e assimilare di altri. Gli immigrati cristianizzati in Nord America, sebbene abituati al caos politico e all’illegalità vigenti nei loro Paesi, sono diversamente ricettivi al “manuale d’uso di civiltà” rispetto ai musulmani, per i quali la sharia è al di sopra di tutto, comprese le leggi e i regolamenti della società occidentale. Da un punto di vista storico, l’immigrazione in Europa dalle regioni limitrofe equivale a una ripresa dell’espansionismo islamico, anche se chiaramente con altri mezzi rispetto all’epoca dei Califfati e dell’Impero Ottomano. (Il tiranno neo-ottomano di Ankara si rallegra apertamente della sua colonizzazione civile dell’Europa occidentale). L’Occidente, depravato e dubbioso, ma preoccupato delle “regole” come questione di auto-percezione, è visto nel mondo esterno come una civiltà in declino. Le persone con una mentalità criminale, compresi i tiranni che hanno il potere su intere nazioni, disprezzano le persone perbene e che dominano i loro sentimenti e atteggiamenti. La correttezza viene indiscriminatamente scambiata per debolezza da chi ha istinti predatori.
Invece di ammirare gli occidentali per aver creato società libere e prospere in cui vige lo Stato di diritto, gli stranieri tendono a invidiarci per quello che abbiamo e a credere volentieri alla propaganda marxista sullo sfruttamento del Terzo mondo e alla necessità di “ridistribuire la ricchezza”. In alternativa, potrebbero pensare che sia giunto il momento di sconfiggere l’Occidente una volta per tutte e stabilire un califfato mondiale. Considerando Gesù un esempio da seguire, gli occidentali vengono educati a mostrare amore umano e ad aiutare chi è nel bisogno. Quindi, come punto di partenza, siamo fiduciosi. Tuttavia, si potrebbe ravvisare una credulità illimitata da parte nostra. Questa apparente debolezza viene freddamente sfruttata da (a) tiranni che pretendono di essere pagati per impedire ai migranti di attraversare i nostri confini e (b) tiranni che fanno una guerra (ibrida) con i migranti per destabilizzare le nostre società. Se qualcuno dubita che sia davvero possibile scristianizzare un intero continente, la risposta è ovviamente affermativa. Un tempo, l’intero Levante era cristiano. Così come l’Anatolia. E il Nord Africa. In queste tre regioni, oggi rimangono solo sparute minoranze cristiane. Alcune si sono convertite nel tempo sotto costrizione. Altre sono state massacrate perché si sono rifiutate di sottomettersi.
Altre ancora sono state sfollate. In Anatolia, la scristianizzazione è quasi completa. Ciò è dovuto alla pulizia etnica dei cristiani compiuta dai conquistatori turco-islamici, veri e propri pionieri in questo campo. Eseguite con determinazione politica e organizzazione militare, le strategiche uccisioni di massa si sono dimostrate enormemente efficaci nel costruire un senso di unità nazionale. Ciò che resta di millenni di civiltà occidentale sono macerie (ad esempio, anfiteatri greci, chiese ortodosse e villaggi armeni). Persino la menzione di antiche culture pre-islamiche (diverse dai semi-mitici Ittiti) e del loro brutale sterminio nel XX secolo è un tabù. Ad oggi, le nazioni post-cristiane dell’Europa occidentale sono state contaminate da diverse generazioni di immigrati musulmani. Grazie agli alti tassi di natalità e al costante flusso di nuovi arrivati, il loro numero aumenta vertiginosamente di anno in anno. Regole di comportamento aliene nella vita pubblica stanno prendendo il sopravvento allo stesso ritmo. La “Grande sostituzione”, come è stata definita dal polemista francese Renaud Camus, è in azione. Le statistiche (demografiche) parlano da sole, indipendentemente dalle teorie complottiste di “estrema destra”. Il crollo delle istituzioni che tradizionalmente caratterizzavano la società occidentale segna con brutale chiarezza il passaggio dallo Stato di diritto all’anarchia e, in ultima analisi, alla tirannia.
Una di queste istituzioni è la “libertà di espressione”. Il divieto di discutere i profondi cambiamenti in atto (ad esempio, gli stupri di gruppo tollerati dalle autorità britanniche in tutto il Paese) viene percepito come un fenomeno di transizione. A quanto pare, l’Europa è avviata verso un “suicidio culturale”. Dopo la Prima guerra mondiale, le società occidentali abbandonarono la tradizione. Come se fossero state segnate dal trauma della guerra, persero la fiducia in sé stesse, anzi, nella civiltà stessa. Oscillando tra sconforto e sfida, voltarono le spalle alla Chiesa. Come partecipanti a un’orgia nichilista, si abbandonarono a fantasie utopiche (rivoluzionarie), iconoclastia anticlassica e incantesimi modernisti. Incapaci di sapere come ciò avrebbe cambiato la loro esperienza del “senso della vita”, “hanno ucciso” il loro padre celeste. In sua assenza, si sono comportate come orfani trascurati, indisciplinati e ribelli da un lato, disposti a sottomettersi a “patrigni” tirannici dall’altro.
In Occidente, non abbiamo combattuto una guerra esistenziale dalla sconfitta del Patto tripartito nel 1945. Nel frattempo, la potenza militare americana ha dissuaso i bolscevichi dall’invadere l’Europa e ha temporaneamente garantito la sopravvivenza della democrazia. Tuttavia, non è stato possibile per gli americani proteggere gli europei da sé stessi. Insieme all’importazione su larga scala di manodopera non qualificata dal Terzo mondo per mantenere un determinato stile di vita, questi ultimi hanno smesso di riprodursi. Le loro aree rurali si stanno spopolando in modo allarmante. I pochi figli che hanno si rifiutano di sacrificarli in guerra. Pertanto, si impegnano a fondo per evitare conflitti aperti. Contro ogni logica, promettono solennemente di essere acquiescenti. Nella misura in cui gli europei possono davvero pagare i loro nemici per astenersi dall’inasprire i conflitti, scendono a patti senza remore. Si lasciano quindi umiliare da famigerati tiranni senza reagire e punire coloro che si ostinano a commettere crimini contro i diritti umani e il diritto internazionale.
A poco a poco, i loro nemici hanno capito come possono logorarli prima di attaccarli comunque alla fine. Prima della scoperta del Nuovo mondo, l’Europa comprendeva l’intero Occidente. Mentre l’Europa viene inghiottita dal dominio dell’Islam, il Nuovo mondo (insieme all’Australia e alla Nuova Zelanda) diventa l’unica parte rimasta dell’Occidente. L’ultimo baluardo della civiltà. Finirà per offrirsi come rifugio naturale per i cristiani sfollati dal Vecchio mondo. Ci sarà un esodo cristiano senza precedenti nella storia. La storia mostra che tipo di esistenza conducono le minoranze cristiane nelle società a maggioranza musulmana (ad esempio i copti in Egitto, gli assiri in Mesopotamia e i maroniti nel Levante). Immutatamene autoritarie, queste ultime soffocano l’eredità delle prime. I seguaci di Gesù sono ridotti a cittadini di seconda classe (i cosiddetti “dhimmi”) che vivono alla mercé della maggioranza. Col passare del tempo, si perdono d’animo, si disgregano e fuggono dalla terra che in origine era loro. Se i cristiani del mondo non decidono di invertire la tragica tendenza, unirsi in spirito di fratellanza e lottare per tutto ciò che è buono e giusto, sono condannati. Questa è l’antifona.
(*) Tratto da American Thinker
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
di Lars Møller (*)