giovedì 6 febbraio 2025
Arrivano gli aiuti dall’Eliseo. Come promesso da Emmanuel Macron a Kiev, Parigi ha fatto la sua mossa e ha inviato i primi caccia Mirage 2000 alle forze ucraine. Questo forte aiuto richiesto ad alta voce dal presidente Volodymyr Zelensky si va a sommare agli F-16 americani, che andranno a rafforzare le capacità aeree del Paese invaso dalla Russia. Sébastien Lecornu, il ministro delle Forze armate francesi, aveva anticipato qualche tempo fa che gli aerei da guerra transalpini sarebbero stati adattati con sistemi all’avanguardia di autodifesa elettronica, modificati a puntino per le missioni aria-terra che stanno al momento imperversando nel Kursk. Di tutta risposta, il Cremlino ha deciso di espellere il corrispondente di Le Monde, Benjamin Quénelle, da Mosca. Il soft power russo passa anche da questo. Secondo la versione ufficiale, l’esecutivo di Vladimir Putin ha deciso di lasciare la capitale russa senza l’inviato di Le Monde per la prima volta dal 1957 perché un giornalista della testata Komsomolskaya Pravda non è stato accreditato dal governo francese. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha parlato di una questione meramente “tecnica”, ma il direttore del giornale, Jérôme Fenoglio, ha denunciato una vera e propria “espulsione mascherata”. Il giornale ha sottolineato come la libertà di stampa in Russia sia ormai ai minimi storici, paragonando l’attuale clima a quello dell’era sovietica.
Tutto questo mentre sul fronte l’esercito ucraino è tornato a colpire. Secondo fonti russe su Telegram, le truppe di Kiev hanno sfondato nel distretto di Belovo, nella regione di Kursk, impegnandosi in duri combattimenti nei pressi del villaggio di Ulanok. Le informazioni parlano di un attacco condotto con 350-500 uomini e almeno 50 mezzi blindati. L’obiettivo sembra essere il controllo di un tratto stradale strategico di 65 chilometri tra Sumy e Sudzha, utilizzato dai russi per il passaggio dei rinforzi. Il canale Sudzha Native suggerisce che questa offensiva possa essere solo un’anticipazione di una manovra più ampia. Il comandante ceceno Apti Alaudinov, vicecapo del dipartimento politico-militare delle Forze armate russe, ha confermato che le unità ucraine stanno attaccando, ma ha assicurato che le forze speciali Akhmat “non hanno mai interrotto le operazioni su questo fronte”.
In sei mesi di incursioni nella regione di Kursk, Kiev ha dimostrato di poter portare il conflitto anche oltre il confine. Se questa sia una mossa isolata o il preludio a qualcosa di più grande, lo diranno i prossimi giorni.
di Zaccaria Trevi