Cécile Kohler detenuta da mille giorni in Iran

martedì 4 febbraio 2025


Anche la Francia ha la sua Cecilia, con la differenza che la nostra (Cecilia Sala) è stata liberata dopo 21 giorni di detenzione nel carcere di Evin a Teheran mentre Cécile Kohler, insegnate di lettere moderne, è chiusa dentro lo stesso luogo da ben mille giorni.

L’insegnate francese e il suo compagno Jacques Paris sono stati arrestati il 7 maggio del 2022, l’ultimo giorno del loro viaggio come turisti in Iran, ed entrambi sono stati accusati di spionaggio dalle autorità iraniane. Le loro famiglie hanno ricevuto pochissime notizie sulle loro condizioni: come racconta la sorella di Cecile, l’ultimo messaggio risale a domenica scorsa e ciò che si evince è un quadro allarmante. “Sappiamo che sta male, lei cerca di non darlo a vedere, ma sappiamo che sta molto male ‒ dice la madre Mireille ‒. Non sappiamo quando questo incubo finirà”.

La quarantenne funzionaria del sindacato francese degli insegnanti è chiusa in una cella di otto metri quadri, senza finestre e con la luce di sorveglianza sempre accesa, può uscire solo tre volte a settimana per trenta minuti e non può ricevere né posta né libri. Ad ottobre del 2022, la tv di Stato iraniana ha mandato in onda le presunte confessioni di Cecile e Jacques, palesemente estorte sotto un regime di terrore, ma quello che fa più impressione è la totale assenza di dichiarazioni da parte del governo francese che sembra semplicemente non volersi occupare della vicenda.

A sostegno di Cécile Kohler si è pronunciata anche l’iraniana Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace, anche lei per lungo tempo detenuta nel carcere di Evin, attualmente ai domiciliari per motivi di salute: “È in condizioni di estrema debolezza. Trovarsi così per tre anni, senza potersi muovere o prendere aria fresca, potrebbe essere fatale”.

La madre, indossando una maglietta col volto della figlia e la scritta “Libertà per Cécile”, ha preso la parola alla manifestazione che ha riunito trecento persone davanti al municipio della cittadina natale di Soultz, nel sud dell’Alsazia: “Sei ostaggio da 1.000 giorni. Perché?”. La domanda non trova risposta.


di Maria Celeste Meschini