Angela Merkel lancia fuochi d’artificio nella campagna elettorale tedesca

martedì 4 febbraio 2025


L’intervento dell’ex cancelliera mette in luce una profonda spaccatura all’interno dei conservatori del Paese su come gestire la crescente influenza dell’estrema destra.

Non poteva proprio restare in silenzio. Angela Merkel, tre anni dopo essersi dimessa da cancelliera, ha infiammato la campagna elettorale tedesca scegliendo alla fine di parlare. E lo ha fatto per criticare il suo stesso partito. Nel redarguire pubblicamente il leader del partito da lei guidato per più di due decenni, a poche settimane dal voto tedesco, Merkel si chiede se il suo intervento finirà per sortire come risultato esattamente ciò contro cui aveva messo in guardia: potenziare il sostegno al partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). Il raro intervento dell’ex-cancelliera tedesca evidenzia una spaccatura interna all’Unione cristiano democratica, il partito politico di orientamento democratico, cristiano e conservatore, su come gestire la crescente influenza dell’AfD. Merkel ha criticato la decisione di Friedrich Merz, favorito per diventare il prossimo cancelliere della Germania, di affidarsi ai voti dell’estrema destra per far passare una mozione anti-immigrazione in Parlamento.

L’accordo non ha tenuto fede a un impegno di lunga data volto a isolare l’AfD, che è al secondo posto nei sondaggi in vista delle elezioni del 23 febbraio. “Reputo sbagliato non sentirsi più vincolati da questo impegno e, di conseguenza, consentire consapevolmente ad AfD di ottenere per la prima volta una maggioranza al Bundestag tedesco”, ha spiegato Merkel in una dichiarazione su quello che i tedeschi chiamano il “firewall” (o Brandmauer in tedesco, il “muro di contenimento” contro la collaborazione con i partiti politici dell’ultradestra, ndr.), destinato a escludere l’AfD. L’ex cancelliera ha fatto riferimento a un accordo stipulato da Merz nel novembre 2024, quando si è esplicitamente impegnato a impedire all’AfD di svolgere un ruolo decisivo nella votazione nel Bundestag. “Questa proposta e la posizione ad essa associata erano un’espressione di grande responsabilità politica, che io appoggio pienamente”, ha aggiunto. Politico ha contattato il team di Merkel, che ha rifiutato di rilasciare commenti sulla questione.

Merz e Merkel sono in contrasto in seno alla Cdu almeno dal 2002, quando Merkel ha di fatto esiliato Merz dalla leadership del partito. Dal suo ritorno in politica nel 2022, quando è stato eletto presidente dell’Unione, Merz ha virato il partito decisamente a destra, annullando per molti versi l’eredità centrista di Merkel, in particolare in materia di immigrazione. L’Unione cristiano democratica si è consolidata attorno a Merz e le critiche mosse dai leader attuali per la sua disponibilità ad accettare il sostegno dell’estrema destra alle misure anti-immigrazione sono state relativamente smorzate. È improbabile che l’intervento di Merkel fermerà la svolta a destra del suo partito in materia di immigrazione, ma sta alimentando un appassionato dibattito interno sul ruolo dei conservatori nell’indebolimento del “firewall” attorno all’ultradestra. La controversia sul “firewall” è scoppiata dopo che la Cdu aveva presentato una proposta di legge per respingere i richiedenti asilo ai confini tedeschi. Sebbene non vincolante, il voto del Bundestag ha segnato la prima volta in cui la Cdu si è affidata ai voti dell’AfD per far passare una mozione, una rottura simbolica questa con l’eredità centrista di Merkel e il rifiuto di lunga data del partito di collaborare con l’estrema destra.

Per l’AfD, il voto è stato un momento cruciale. “Ora inizia una nuova era”, ha annunciato Bernd Baumann, capogruppo di AfD. Il partito ha colto l’attimo come prova del fatto che la sua linea dura sull’immigrazione sta ottenendo legittimità mainstream. Anche il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, modello di successo per la destra populista, è intervenuto, celebrando la dura svolta tedesca in materia di immigrazione. “Buongiorno Germania, benvenuta nel club!” ha scritto Orbán in un post su X. “Buongiorno Ungheria!” ha risposto Alice Weidel, candidata cancelliera dell’AfD. “È bello far parte del tuo club”. In Germania, la reazione del centro-sinistra contro Merz è stata immediata. Il cancelliere Olaf Scholz e il suo Partito Socialdemocratico (Spd) ha accusato il leader della Cdu di minare la sua “fiducia”, mentre i manifestanti si sono radunati davanti alla sede dell'Unione, chiedendo un maggiore impegno per mantenere l’ultradestra fuori dal potere.

Merz si trova ora ad affrontare una potenziale crisi di leadership. Sebbene non abbia apertamente appoggiato la collaborazione con l’AfD, i detrattori sostengono che la sua retorica sull’immigrazione e la sua incapacità di impedire ai parlamentari della Cdu di accettare il sostegno dell’estrema destra hanno offuscato i punti fermi del partito. L’intervento di Merkel rende la sua posizione ancora più precaria. Sebbene si sia dimessa da leader della Cdu nel 2018 e abbia lasciato la cancelleria nel 2021, Merkel rimane una figura influente all’interno del partito tra i moderati che la vedono come una custode del corso centrista della Cdu.

A poche settimane dalle elezioni federali, Merz si trova ora di fronte a una scelta: confermare la sua virata a destra o tentare di riaffermare il “firewall” della Cdu contro l’AfD, una decisione che potrebbe definire il suo futuro politico.

(*) Tratto da Politico

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Chris Lunday (*)