Rapitori di bambini, ladri di futuro

lunedì 3 febbraio 2025


Almeno un milione e mezzo di bambini provenienti dai territori temporaneamente occupati dell’Ucraina sono già stati oggetto della propaganda russa. In questo modo, il Paese aggressore coltiva potenziali agenti di influenza in tali aree dell’Ucraina nell’eventualità che le stesse vengano disoccupate. La militarizzazione dei giovani nelle regioni di Donetsk e Luhansk, così come in Crimea, è continuata dal 2014 e, con l’inizio dell’invasione su larga scala, anche i giovanissimi delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia stanno subendo la stessa sorte. Questa “bomba a orologeria” viene piazzata dai propagandisti russi in modo deliberato e metodico. Nel 2016, il Ministero della Difesa russo, per esempio, ha creato un’organizzazione giovanile “militare-patriottica”. Si tratta di un movimento che impone l’ideologia dell’aggressione russa e che “educa” i futuri soldati del regime di occupazione. Questa realtà coinvolge gli scolari dagli 8 anni in su. Tra le altre cose, i bambini sono costretti a prestare un “giuramento di fedeltà” alla Russia, a promettere di “proteggere i suoi interessi” e a “promuovere un grande patriottismo”. Dopodiché, viene loro insegnato il maneggio e l’uso delle armi, il controllo dei droni ed altre abilità tipiche dell’addestramento militare.

Gli occupanti non svolgono questo lavoro silenziosamente. Al contrario, raccontano su Internet, con dovizia di particolari, il lavaggio del cervello cui sottopongono i giovani ucraini nei territori sotto occupazione. In rete si può trovare molto al riguardo. Nella parte occupata di Zaporizhzhia, solo nel 2024, sono state imposte molte attività, che hanno coinvolto i più giovani. Gli scolari ucraini hanno seguito diversi corsi di addestramento militare tenuti dagli occupanti russi. Nell’estate del 2024 sono stati creati 12 movimenti giovanili che si occupano in particolare di propaganda. Ad agosto, gli invasori hanno organizzato una serie di eventi militaristici negli asili nido dei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina meridionale con l’obiettivo di “romanticizzare la guerra”.

Non solo, da settembre è stata introdotta la materia “Fondamenti di sicurezza e difesa della Patria”, in cui vengono insegnati medicina tattica e addestramento militare, incluso il lavoro con droni, granate e fucili d’assalto. Per non parlare del fatto che, nel marzo 2024, sono state create le cosiddette classi di cadetti, in cui agli studenti viene impartito un addestramento militare avanzato. Il capo del Centro ucraino per contrastare la disinformazione, Andriy Kovalenko ha confermato che “almeno 1,5 milioni di bambini provenienti dai territori temporaneamente occupati dell’Ucraina sono già passati attraverso l’elaborazione della propaganda della Federazione Russa”. Il centro da lui diretto è in prima linea nella ricerca e nell’identificazione di coloro che sono coinvolti sia nel rapimento di bambini nei territori temporaneamente occupati sia nella loro formazione ideologica ed integrazione nelle strutture di occupazione. Sul sito web War&Sanctions è presente una sezione separata chiamata “Rapitori di bambini”. In particolare, secondo Kovalenko, si tratta di circa 300 individui e circa 100 organismi. Tutti i curatori del Cremlino e dei servizi speciali russi che lavorano per la militarizzazione dei bambini dei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina sono raccolti in un’altra sezione del sito web.

“I russi coltivano tra gli adolescenti potenziali agenti di influenza. Indipendentemente da come finirà la guerra, questi adolescenti costituiranno un grosso problema che, in futuro, l’Ucraina dovrà affrontare”, commenta Kovalenko. In Ucraina è stata quindi lanciata l’iniziativa nazionale del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy denominata “Bring Kids Back Ua”. Il suo obiettivo è il rimpatrio dei bambini deportati con la forza dalla Russia. Nel gennaio 2025, il centro per l’infanzia e le famiglie e “Bring Kids Back Ua” hanno presentato il rapporto analitico “Militarizzazione dei bambini ucraini nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina”. Tra le altre cose, gli autori del rapporto sottolineano come “Il coinvolgimento da parte russa di bambini nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina in formazioni militari, l’addestramento alle tecniche di combattimento e l’instillazione dell’ideologia dell’aggressione hanno conseguenze tragiche”. La partecipazione dei bambini alle ostilità non solo li priva della loro infanzia e dell’opportunità di una vita pacifica, ma spesso porta anche alla perdita della loro vita. “Queste azioni del Cremlino non sono solo un crimine contro i bambini, ma anche parte di una strategia di guerra ibrida volta a distruggere la nazione ucraina”, si legge nel rapporto. Gli autori del rapporto concludono che, dall’inizio dell’invasione su vasta scala, la Federazione Russa abbia intensificato la militarizzazione dei bambini ucraini in tutti i territori temporaneamente occupati. Ciò accade con il preciso scopo di costituire riserve per la successiva mobilitazione nelle fila dell’esercito russo.

“Queste azioni indicano, in particolare, che il Cremlino non ha alcuna intenzione di fermare la guerra contro l’Ucraina e il popolo ucraino”, sottolineano gli analisti. Gli analisti individuano diversi strumenti per contrastare la militarizzazione dei bambini ucraini. In particolare, è necessario aumentare la pressione internazionale sulle autorità russe attraverso ulteriori sanzioni contro le organizzazioni e gli individui coinvolti nella militarizzazione dei bambini nei territori occupati Inoltre, vale la pena creare meccanismi globali per monitorare tali violazioni. È importante intensificare la cooperazione con le organizzazioni umanitarie per finanziare programmi di riabilitazione psicologica, di adattamento sociale e di formazione di specialisti per il reinserimento dei bambini. Sarebbe inoltre opportuno sviluppare iniziative per prevenire tali crimini e creare una piattaforma di coordinamento delle azioni delle strutture internazionali e nazionali nel campo della protezione dell’infanzia. E chi pensa che questa vicenda non ci riguardi si sbaglia di grosso, perché la Russia sta rubando il futuro anche dei nostri figli.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza


di Renato Caputo (*)