Sette ordini esecutivi per bonificare la palude

venerdì 31 gennaio 2025


La penultima volta che Donald Trump fu eletto presidente, nel 2016, la sua amministrazione fu ostacolata dalla “palude”, ovvero la burocrazia governativa che operava sulla propria rotta indipendentemente da chi il popolo americano avesse messo al potere. Tuttavia, ora Trump, dopo la sconfitta elettorale del 2021, sembra aver imparato la lezione: siccome è impossibile domare la gigantesca burocrazia, bisogna cercare di demolirla. È in quest’ottica che va considerata l’iniziativa Department of government efficiency (Doge) creata proprio per smantellare la burocrazia governativa, eliminando l’eccesso normativo, tagliando la spesa, e ristrutturando le agenzie federali. Subito dopo l’insediamento, il nuovo presidente ha firmato un ordine esecutivo che impone ai 2,3 milioni di dipendenti pubblici di presentarsi al lavoro presso le postazioni di servizio ufficiali. Molti di questi dipendenti lavorano da remoto dall’inizio della pandemia di Covid-19 ma ora Trump li vuole dove si possano controllare. Il direttore del Doge, Elon Musk, confida che molti preferiscano licenziarsi piuttosto che tornare in sede.

Trump ha anche firmato un ordine esecutivo che ordina ai funzionari federali di congelare, a partire dal 20 gennaio, tutte le assunzioni per posizioni vacanti. La precedente amministrazione di Joe Biden dal 2020 al 2024 aveva assunto 631.639 nuovi dipendenti ma l’ordine esecutivo di Trump potrebbe ridurre la forza lavoro federale di circa lo 0,5 per cento al mese per tutti i mesi in cui l’ordine sarà in vigore. Il blocco delle assunzioni ordina inoltre ai direttori dell’Office of management and budget della Casa Bianca e dell’Office of personnel management degli Stati Uniti di collaborare con il nuovo Doge per “presentare un piano finalizzato a ridurre le dimensioni della forza lavoro del governo federale attraverso miglioramenti di efficienza”. L’ordine non specifica quanti posti di lavoro saranno eliminati, ma secondo Elon Musk per rendere efficiente il governo si dovrebbe licenziare il 75 per cento dei dipendenti federali.

Un terzo ordine esecutivo chiarisce che il presidente degli Stati Uniti è “l’unico membro del ramo esecutivo (a parte il vicepresidente) eletto e direttamente responsabile nei confronti del popolo americano”. Pertanto, il presidente ha l’autorità assoluta di rimuovere dipendenti coinvolti in episodi di insubordinazione o cattiva condotta. Quest’ordine, fortemente contestato dai democratici del Congresso è stato rafforzato da un quarto ordine esecutivo per aiutare la presidenza a mantenere il controllo del ramo esecutivo attraverso funzionari senior incaricati di implementare l’agenda e le politiche della nuova amministrazione e garantire che la gestione esecutiva del Governo degli Stati Uniti risponda alle esigenze, alle politiche e agli obiettivi della Nazione. Il quinto ordine esecutivo vieta alle agenzie federali di assumere dipendenti in base a razza, sesso o religione; e un sesto ordine revoca le autorizzazioni di sicurezza nazionale ai 51 funzionari della comunità dell’intelligence che firmarono una lettera nell’ottobre 2020 sostenendo che il computer portatile del figlio di Joe Biden, Hunter Biden, era “disinformazione russa”.

Un settimo ordine esecutivo impone un congelamento di 60 giorni di tutte le normative proposte non ancora pubblicate sul Federal register (l’equivalente della Gazzetta ufficiale). Questo ordine assicurerà che i funzionari nominati da Trump abbiano il tempo di esaminare tutte le nuove normative prima della loro entrata in vigore allo scopo di prevenire qualsiasi questione di fatto, di diritto e di politica che le norme potrebbero sollevare danneggiando i cittadini. Oltre a questi sette ordini esecutivi, Trump il 21 gennaio ha anche rilasciato un promemoria ordinando che tutti i dipendenti federali preposti a promuovere il Dei (diversità, equità e inclusione) il programma di indottrinamento anti-popolazione bianca, anti-eterosessuali, progettato per marginalizzare la normalità e sostituirla con l’anormalità, debbano essere posti in congedo retribuito mentre il nuovo governo lavori allo smantellamento di questo programma creato per dividere la Nazione.

Nel 1930, il governo americano consumava il 12 per cento del Prodotto interno lordo della Nazione. Oggi, il governo gestisce più del 50 per cento della ricchezza Usa. Si tratta di un gigantesco trasferimento di risorse dal settore privato a quello pubblico, che sfida il significato di una società libera, quale era quella americana. Questo è ciò che ha creato la palude estendendola in ogni angolo degli Stati Uniti, popolandoli di attori corrotti e avidi di fondi governativi. L’amministrazione Biden si è concentrata sulla moltiplicazione del settore pubblico mentre Trump, riducendone le dimensioni, dovrebbe ripristinare il governo costituzionale della Nazione restituendo il potere al popolo. Ma questo è proprio il motivo principale per cui hanno tentato e ancora tenteranno di assassinarlo.


di Gerardo Coco