giovedì 23 gennaio 2025
Il magnate tirolese è stato arrestato in Austria dopo il crac miliardario del gruppo Signa. René Benko, su ordine delle autorità austriache, è stato messo rintracciato nella sua villa di Innsbruck. Il quotidiano Kronen Zeitung comunica che il tycoon 47enne è indagato in quattro Paesi, fra cui l’Italia. Lo scorso dicembre la Procura generale di Trento aveva chiesto il suo arresto, ma le autorità austriache avevano rifiutato tale provvedimento, visto che Benko è cittadino austriaco. Benko è stato arrestato su ordine della Procura anticorruzione di Vienna (Wksta), tra l’altro per il sospetto di aver “deviato” parte della massa fallimentare. In Austria sono in corso diversi procedimenti con vari filoni contro il 47enne. L’ultimo riguarda il presunto “utilizzo a scopi personali” di oltre un milione di euro di fondi Covid per il suo albergo di lusso. Nella stessa inchiesta è coinvolto, oltre al magnate tirolese, il suo braccio destro in Alto Adige, Heinz Peter Hager. L’avvocato di Renè Benko, Norbert Wess, ha fatto sapere che le accuse a carico del suo assistito “sono totalmente infondate” e si riserva di chiedere la liberazione del suo assistito perché “le accuse sono inconsistenti”.
La Wksta sta facendo luce sul ruolo nel mega-crac del suo impero Signa. In Germania, invece, si sono attivate già la scorsa primavera le Procure di Berlino e Monaco, tra l’altro per l’insolvenza del famoso e storico centro commerciale KaDeWe. Gli investigatori nel Liechtenstein stanno analizzando la rete di fondazioni del gruppo del tycoon e l’eventuale riciclaggio di denaro. Finora, però, solo l’Italia, su iniziativa della Procura di Trento, aveva chiesto il suo arresto per una serie di operazioni immobiliari nel nord Italia. Nonostante i vari guai, la scorsa estate Benko, che possiede una villa sul Garda, aveva fatto una una gita in barca sul lago, come documenta una foto pubblicata a dicembre dalla Kronen Zeitung. Lo scatto mostrava il tycoon al volante del suo potente motoscafo blu. “Doveva essere chiaro a tutte le persone coinvolte che l’imbarcazione non poteva più essere utilizzata una volta aperta la procedura di insolvenza”, aveva dichiarato il curatore fallimentare Andreas Grabenweger. “Grazie al suo potere economico è uno dei promotori dell’associazione per delinquere, rappresentato in Italia e strettamente coordinato e collegato con Hager, indicando a quest’ultimo come ottenere le autorizzazioni sulle speculazioni da realizzare, impartendo ordini sull’esecuzione dello stato dei lavori conseguenti alle autorizzazioni, aggiornato da Hager sull’evolvere dei rapporti con il mondo istituzionale”. È quanto contesta la Dda della procura di Trento all’imprenditore austriaco Renè Benko, destinatario di un mandato di arresto per rogatoria internazionale, in quanto considerato a capo della presunta associazione per delinquere, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
di Ennio Capizzi