martedì 21 gennaio 2025
Altri ostaggi saranno liberati. Quattro donne israeliane verranno rilasciate da Hamas sabato prossimo, nell’ambito dello scambio di prigionieri con Israele. Per ogni cittadino dello Stato ebraico liberato, le autorità di Tel Aviv si impegnano a scarcerare 30 detenuti palestinesi. Un numero che sale a 50 nel caso di liberazione di ostaggi militari. Come previsto dagli accordi negoziati in Qatar e in Egitto, la prima fase dell’accordo include la liberazione di 33 ostaggi, tra cui sette donne. Di queste, i terroristi hanno dichiarato che quattro saranno rilasciate tra sabato e domenica, come confermato dal portavoce di Hamas, Taher al-Nunu. Dopo la liberazione di Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher avvenuta domenica scorsa, si attende il rilascio di Shiri Silberman Bibas, 33 anni, sequestrata insieme al marito Yarden e ai figli Ariel – che ha compiuto 5 anni durante la prigionia a Gaza – e Kfir, il più giovane ostaggio, di soli 2 anni. Hamas aveva inizialmente dichiarato che la famiglia Bibas fosse rimasta vittima di un raid aereo israeliano, senza tuttavia fornire prove a sostegno di tale affermazione.
Tra gli ostaggi attesi figura anche Arbel Yehud, 29 anni, cittadina tedesco-israeliana. Rapita il 7 ottobre 2023 insieme al fidanzato Ariel Cunio nella loro abitazione del kibbutz Nir Oz. Yehud doveva essere rilasciata lo scorso fine settimana ma è stata sostituita all’ultimo minuto da Emily Damari. La comunità internazionale e le famiglie degli ostaggi stanno seguendo con attenzione gli sviluppi di questa fase cruciale e delicata, poiché il rispetto degli accordi da entrambe le controparti significa il ritorno a casa dei rapiti.
RITORNANO GLI SFOLLATI NEL NORD DI GAZA
In mattinata, all’annuncio della liberazione dei prossimi ostaggi ha seguito quello delle Forze di difesa israeliane, che hanno informato i palestinesi sfollati della possibilità di tornare nel nord della Striscia di Gaza. I profughi potranno rientrare nelle loro abitazioni a partire dalla prossima settimana, qualora Hamas rispetti pienamente i termini del cessate il fuoco. Il portavoce in lingua araba delle Idf, Avichay Adraee, ha comunicato su X che “a partire dal settimo giorno di tregua, ai civili disarmati sarà consentito di attraversare la strada costiera per tornare a piedi nelle aree settentrionali senza sottoporsi a ispezioni”. I veicoli, invece, saranno soggetti a controlli effettuati da una società privata designata da Israele e dai mediatori internazionali. Inoltre, dal 22° giorno di cessate il fuoco, sarà possibile percorrere la strada Salah a-Din con le medesime condizioni. Questo piano implica un graduale ritiro delle truppe israeliane dal corridoio di Netzarim. Tuttavia, le Forze di difesa hanno avvertito i residenti di non avvicinarsi alle aree militari ancora presidiate, tra cui la zona cuscinetto lungo il confine, il corridoio di Netzarim, il corridoio Filadelfia al confine con l’Egitto e le acque costiere della Striscia.
di Eugenio Vittorio