“Nessuno ne parla”: i terroristi jihadisti continuano a devastare l’Africa

venerdì 6 dicembre 2024


Mentre gran parte dei media mondiali e dei gruppi per i diritti umani si concentrano sulla guerra condotta contro Israele dall’Iran e dai suoi proxy (Hamas, Hezbollah e gli Houthi), i terroristi jihadisti islamici continuano a devastare l’Africa.

Almeno 40 soldati ciadiani sono stati uccisi in un attacco terroristico avvenuto il 26-27 ottobre in una base militare nella Regione dei Laghi del Ciad, secondo una dichiarazione del governo che ha attribuito l’attacco al gruppo jihadista Boko Haram. E la Reuters ha aggiunto: “Il Ciad è un alleato importante per le forze francesi e statunitensi che mirano a combattere i jihadisti nel Sahel, diventato l’epicentro del terrorismo globale e sotto attacco da parte di fazioni fedeli ad al-Qaeda e allo Stato islamico”.

La zona attorno al lago Ciad, che si estende lungo i confini tra Ciad, Nigeria, Camerun e Niger, è presa di mira dalle insurrezioni islamiste della Provincia dell’Africa Occidentale dello Stato Islamico (Iswap) e di Boko Haram, che avviarono una campagna terroristica nel nord-est della Nigeria nel 2009, estendendosi in seguito anche in Ciad.

Dal 2009, Boko Haram e Iswap hanno creato gravi problemi di sicurezza nella regione. Hanno inviato attentatori suicidi attraverso il confine tra Nigeria e Ciad e trucidato numerosi civili e soldati ciadiani. Il 22 maggio 2022, ad esempio, i terroristi dell’Iswap hanno rapito e ucciso tre cristiani nella regione di Litri in Ciad, vicino al confine con la Nigeria.

Secondo l’Africa Centre of Strategic Studies, nel 2020, la situazione della sicurezza in Ciad subì un drastico peggioramento: il 23 marzo di quell’anno, Boko Haram uccise 98 soldati ciadiani, ferendone decine a Bohoma.

In seguito a quell’attacco, le forze armate ciadiane lanciarono un’offensiva volta a eliminare gli insorti jihadisti dal Ciad. Tuttavia, i continui attacchi terroristici da allora indicano che Boko Haram e Iswap stanno guadagnando forza, ponendo rischi crescenti per la stabilità regionale.

Boko Haram, fondato nel nord-est della Nigeria, ha compiuto, dal 2009, innumerevoli omicidi e massacri. Il gruppo mira all’applicazione universale della legge islamica della sharia. Secondo quanto riportato, dal 2009 i musulmani, ispirati da Boko Haram, hanno ucciso più di 150mila cristiani in Nigeria.

In un report del National Counterterrorism Center, un’organizzazione governativa statunitense, si legge: “Boko Haram, il cui nome ufficiale è ‘Jama'atu Ahl as-Sunnah li-Da'awati wal-Jihad’ (Jasdj: Gruppo del Popolo della Sunna per la propaganda religiosa e il jihad) e ‘Talebani nigeriani’ (vengono utilizzate altre traduzioni e varianti) è un gruppo con sede in Nigeria che cerca di rovesciare l’attuale governo nigeriano e sostituirlo con un regime basato sulla legge islamica. È conosciuto dai media nigeriani e occidentali con il nome di Boko Haram, che significa l’educazione occidentale è proibita (la parola boko è un retaggio della parola coloniale inglese che sta per libro). Il gruppo, che esiste in varie forme dalla fine degli anni Novanta, ha subito una battuta d’arresto nel luglio 2009, quando gli scontri con le forze governative nigeriane hanno causato la morte di centinaia di suoi membri, tra cui l’ex leader Muhammad Yusu...

“La capacità di Boko Haram è aumentata nel 2014, con il gruppo che ha condotto attacchi quasi quotidiani contro cristiani, forze di sicurezza e di polizia, media, scuole, politici e musulmani percepiti come collaboratori. Nel 2015, Boko Haram ha continuato a innalzare il suo profilo internazionale, giurando fedeltà, a marzo, allo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) e utilizzando pubblicamente il nome Isil-Provincia dell'Africa occidentale e varianti simili, e conducendo a giugno attentati suicidi simultanei a N'Djamena, in Ciad, il primo attacco di questo tipo lanciato nella capitale di quel Paese. La violenza di Boko Haram, incluso il rapimento di 276 studentesse nello Stato di Borno, in Nigeria, nell’aprile 2014, ha suscitato la condanna internazionale e nel febbraio 2015 ha provocato una vasta offensiva regionale del Ct [antiterrorismo] contro il gruppo che lo aveva cacciato dalla maggior parte delle sue roccaforti in Nigeria. Tuttavia, Boko Haram rimane resiliente, conducendo attacchi nei vicini Camerun, Ciad, Niger e Nigeria, evidenziando la minaccia che rappresenta per gli interessi occidentali e regionali”.

Ciad, Libia, Sudan, Repubblica Centrafricana, Camerun, Nigeria e Niger sono tutti alle prese con insurrezioni jihadiste.

L’epicentro della violenza e del disastro umanitario in Africa va individuato nelle subregioni del bacino del Liptako-Gourma e del Lago Ciad, rileva un rapporto del Council on Foreign Relations (Cfr). Il Liptako-Gourma si trova nel Sahel centrale, nelle zone di confine di Burkina Faso, Mali e Niger. Secondo il report: “La forza persistente e crescente delle organizzazioni estremiste violente nel Sahel minaccia di esacerbare la crisi umanitaria e diffondere instabilità in tutta l’Africa, ponendo significativi rischi finanziari e di sicurezza per gli Stati Uniti e l’Europa. Il continuo crollo del sostegno internazionale contro il terrorismo, così come l’indebolimento della leadership negli sforzi regionali, ha creato un vuoto in cui l’estremismo violento può espandersi. Organizzazioni come Jama'at Nusrat al-Islam wal Muslimeen (Jnim), Stato islamico nel Grande Sahara (Isgs), Provincia dell’Africa Occidentale dello Stato Islamico (Iswap) e altre hanno già approfittato di quel vuoto, usando i Paesi della regione come piattaforme per lanciare attacchi indiscriminati contro le forze governative e i civili... I clamorosi attacchi al Radisson Blu Hotel in Mali, allo Splendid Hotel in Burkina Faso e all’Etoule du Sud Hotel in Costa d’Avorio, nel 2015 e nel 2016, hanno dimostrato l’entità della minaccia islamista nel Sahel e nell’Africa occidentale. Nel settembre 2016, lo Stato Islamico nel Grande Sahara (Isgs) è emerso in Burkina Faso, lanciando il suo primo grave attacco a un posto di frontiera vicino alla città di Markoye. Nel 2017, diversi affiliati di al-Qaeda si sono uniti per formare la Jama'at Nusrat al-Islam wal Muslimeen (Jnim). La comparsa di Isgs e Jnim ha intensificato la violenza nel Sahel. Sia il Jnim che l’Isgs si sono spinti più a sud nel Liptako-Gourma, minacciando la sicurezza degli Stati costieri relativamente stabili dell’Africa occidentale. Più di recente, il Jnim ha acquisito il controllo del territorio nel Mali settentrionale e centrale, mentre l’Isgs è stato confinato nel Burkina Faso settentrionale e nel Niger occidentale a causa degli scontri con il Jnim iniziati nel 2020. L’estremismo violento nel bacino del lago Ciad, all’intersezione di quattro confini, quelli di Camerun, Ciad, Niger e Nigeria, ha prevalso nello stesso periodo in cui è ricomparso Boko Haram, nel nord della Nigeria”.

La stabilità del Ciad è intrinsecamente legata alla stabilità delle nazioni vicine. La guerra civile in corso in Sudan tra le Forze armate sudanesi e i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (Rsf), ad esempio, rappresenta una seria minaccia per la stabilità del Ciad. Man mano che la guerra civile sudanese si intensifica, alimenta ulteriori tumulti nella regione.

Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, il conflitto, che si è esteso a 14 dei 18 Stati del Sudan, ha causato la morte e il ferimento di decine di migliaia di civili, ha costretto quasi 8 milioni di persone a lasciare le proprie case e altre due milioni a fuggire nei Paesi vicini.

La guerra civile ha spinto circa 700mila rifugiati in Ciad, creando una crisi umanitaria e ostacolando gli scambi commerciali tra i due Paesi.

Nel contesto dell’escalation del jihad di Boko Haram e Iswap, in Ciad, la sicurezza dei cristiani nel Paese è sempre più minacciata, denuncia Porte Aperte/Open Doors, l’organizzazione internazionale che monitora la situazione dei diritti umani nel mondo: “Questi gruppi jihadisti sono noti per prendere di mira le minoranze religiose, compresi i cristiani, nel loro tentativo di fondare uno Stato islamico. Le donne cristiane sono soggette a violenza sessuale da parte di militanti islamici. Un esperto del Paese ha spiegato: ‘Ci sono state segnalazioni di donne cristiane rapite e costrette a sposarsi in parti della nazione dove la milizia di Boko Haram ha provocato il caos (…) in particolare nelle aree rurali e nei campi di sfollati interni’. Gli uomini e i ragazzi cristiani in Ciad sono i più vulnerabili alle persecuzioni da parte di gruppi militanti islamici. Alcuni sarebbero stati rapiti, costretti a convertirsi all’Islam e reclutati per unirsi ai gruppi jihadisti come combattenti. Secondo una fonte, uomini e ragazzi, soprattutto nel Ciad orientale, sono ‘costretti a organizzare gruppi di autodifesa, armandosi principalmente di lance, coltelli, frecce avvelenate ecc., per scoraggiare e difendersi dagli attacchi delle milizie in mancanza di una nutrita presenza militare o di polizia fornita dal governo ciadiano. I ragazzi sono anche costretti a dormire nei campi aperti e a sorvegliare gli animali per cercare di impedire che vengano rubati dalle milizie armate’”.

Secondo Open Doors, oltre all’insurrezione jihadista, i cristiani in Ciad subiscono persecuzioni anche a livello sociale.

L’Islam arrivò per la prima volta  in Ciad nell’XI secolo, ma non divenne religione nazionale fino al XVI e XVII secolo, quando il Paese diventò una rotta per la tratta islamica degli schiavi.

Sebbene il Ciad sia ufficialmente una Repubblica laica, l’Islam è oggi la religione maggioritaria (56 per cento della popolazione) e pervade l’intera società, il che induce alcuni ciadiani a mostrare ostilità e intolleranza verso i cristiani, che considerano “infedeli”. Nel Paese oggi ci sono circa 6 milioni di cristiani. Secondo Open Doors: “L’influenza dell’estremismo islamico è piuttosto pervasiva in Ciad. In collaborazione con le nazioni arabe, vengono istituite numerose scuole, università e moschee per diffondere ideologie islamiche radicali. Ciò ha catalizzato la radicalizzazione di segmenti specifici della popolazione, creando un ambiente sempre più ostile per i cristiani... Il successo della militanza islamica nella regione del Sahel ha profonde implicazioni per il Ciad, in particolare per la sua popolazione cristiana e per altre comunità religiose minoritarie. Questa impennata dell’estremismo non solo dà potere ai gruppi militanti, ma spinge anche altre fazioni islamiche all’interno del Ciad ad adottare una dottrina islamica più conservatrice... Se non ci sarà uno sforzo coordinato per attuare riforme politiche, economiche e sociali globali, parallelamente alle campagne militari contro Boko Haram, è probabile che l’ideologia del gruppo estremista continuerà a guadagnare terreno”.

A causa della violenza jihadista da parte di gruppi terroristici nell’Africa subsahariana, 16,2 milioni di cristiani sono stati sfollati con la forza. Un rapporto di Open Doors cita il pastore Barnabas, che vive in un campo profughi in Nigeria: “Milioni di cristiani sono sfollati, qui in Nigeria. Milioni di cristiani sono sfollati in Africa. I media non se ne preoccupano, i politici non ne parlano, così come i governi e la politica mondiale. Non ne parla nessuno”.

Come ha affermato Robert Spencer, direttore di Jihad Watch, in un’intervista rilasciata al sottoscritto il 27 ottobre scorso: “I gruppi jihadisti in diversi Paesi dell’Africa si scontrano con le forze militari governative e le sconfiggono regolarmente. Ciò solleva diverse domande a cui nessuno sembra in grado o disposto a rispondere: Chi finanzia questi gruppi? Chi li arma e consente loro di essere più potenti delle forze degli Stati sovrani? Quali entità influenti e ricche appoggiano l’avanzata del jihad in Africa?”.

(*) Tratto dal Gatestone Institute

(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Uzay Bulut (*)