Macron si auto-blinda e consulta i partiti alleati

venerdì 6 dicembre 2024


Emmanuel Macron non ha perso tempo. All’indomani della caduta del Governo guidato da Michel Barnier, si è messo subito al lavoro per ricucire le fila della politica e dare vita a un nuovo esecutivo. La giornata è iniziata con una serie di consultazioni a ritmo serrato all’Eliseo, coinvolgendo i partiti che lui stesso definisce “l’arco di Governo”. Un progetto ambizioso, quello di un “Esecutivo di interesse generale”, che punta a superare la crisi. I primi a essere ricevuti sono stati i leader centristi delle sue forze alleate: Renaissance, MoDem, Horizons, Radicali e Udi. Oggi, alle 12, è toccato ai rappresentanti del Partito socialista, con Boris Vallaud, Patrick Kanner e Olivier Faure in prima linea.

Macron, intanto, ha puntato il dito contro una “strana alleanza” tra “estrema sinistra ed estrema destra”, indicandola come la causa della crisi. Ha escluso le dimissioni e ha messo le mani avanti: il nome del nuovo premier non arriverà prima del fine settimana, mentre per il Governo ci sarà da aspettare ancora. Nel frattempo, il presidente si è preso una pausa istituzionale per la grande riapertura di Notre-Dame, accogliendo leader mondiali, tra cui Donald Trump. Una scena solenne, ma la politica francese resta in ebollizione. Anche perché per un sondaggio del quotidiano francese Le Figaro, il 59 per cento dei francesi sarebbe favorevole alle dimissioni del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, con il 40 per cento che invece resta contrario. L’inchiesta è stata fatta dopo la caduta del Governo di Michel Barnier, due giorni fa. Lo stesso Macron ha più volte escluso sue dimissioni. Nel discorso in tivù di ieri sera ha ribadito di voler “onorare fino all’ultimo” il mandato di cinque anni che gli hanno conferito i francesi.

Secondo le voci che arrivano dalla Francia, l’incontro fra socialisti e presidente ha mostrato ancora tanta distanza tra il partito e il capo di Stato. Ma c’è comunque alta tensione nel Nuovo fronte popolare, con il Partito socialista che sembra pronto a rompere gli schemi. Durante il vertice di oggi all’Eliseo, il segretario Olivier Faure ha fatto un passo indietro sul tema delle pensioni, accantonando la richiesta di abrogazione per proporre un “congelamento”. Un’apertura verso Macron che ha il sapore di una mossa strategica, ma con una condizione precisa: un primo ministro socialista, espressione della gauche. La risposta del presidente, però, è stata lapidaria: “Nessun premier finché i socialisti resteranno legati al Nuovo fronte popolare”. Macron, insomma, punta a creare crepe nellalleanza di sinistra, che alle legislative anticipate di luglio ha raccolto più voti ma non la maggioranza.


di Eugenio Vittorio