venerdì 29 novembre 2024
Elon Musk ha dato dello stupido al cancelliere Olaf Scholz proprio mentre Donald Trump prepara il suo nuovo insediamento alla Casa Bianca. Nel frattempo, Joe Biden pare venga assistito nell’opera di cancellazione di certe irregolarità amministrative che si sono consumate durante la sua turbolenta presidenza.
Biden era a sua volta subentrato a Trump in piena pandemia da Covid, iniziata il 30 gennaio 2020 e terminata ufficialmente il 5 maggio 2023, a seguito delle dichiarazioni di inizio e fine pandemia emesse dall’Organizzazione mondiale della sanità. In quel periodo sono successe tante cose, e Donald Trump s’è più volte dichiarato vittima d’intrighi internazionali orditi dal Partito Democratico con la complicità di strutture ed organizzazioni statunitensi ed europee.
Del resto, non è un mistero che, secondo le tesi dell’avvocato di Trump (Rudy Giuliani) dietro la grande frode di voti che avrebbe consentito a Biden di vincere le passate elezioni ci sarebbero i server di Dominion e Smartmatic: multinazionali che implementano i sistemi di voto elettronico nel mondo, e troppi sono i punti interrogativi sui “rapporti tecnologici” tra Leonardo spa e le ben note multinazionali. Chi la fa se l’aspetti è la regola della strada. Infatti, dopo qualche tempo iniziavano a circolare voci circa documentazione contro Ursula von der Leyen (supporter europea di Biden e dei democratici) portata da manine statunitensi nelle mani di magistrati belgi. Subito qualcuno aveva notato come Trump non avesse preso sportivamente l’essere stato frodato. Ancora oggi le posizioni di Ursula von der Leyen sono fedeli alla linea Biden, e contrarie al disgelo con la Russia proposto da Trump. Anzi, la Commissione europea vorrebbe inviare ancora armi a Kiev, soprattutto inasprire le sanzioni: di fatto l’Europa si dimostrerebbe la più sanzionatoria d’Occidente contro la Federazione Russa. Invece Trump vorrebbe la pace con Mosca per ridimensionare gli appetiti commerciali e finanziari della Cina.
Ma pare che per Ursula von der Leyen valgano le stesse regole di Joe Biden: ovvero far durare la guerra per allontanare lo spettro dei processi; a Biden e famiglia nelle corti Usa ed ai von der Leyen in quelle europee.
Certamente avrà provveduto una fonte autorevole, e ben informata, a fornire alle autorità belghe le prove del flusso di danaro (per consulenze) da parte di multinazionali farmaceutiche all’indirizzo del medico tedesco Heiko von der Leyen. Notizia che ha fatto letteralmente impazzire la rete, alcuni siti hanno parlato di 25 milioni di euro in consulenze, altri di cifre ben più mirabolanti: ma noi ci atteniamo ai fatti e non ai numeri a casaccio.
Certamente potrebbe corrispondere a vero che, uomini dell’intelligence Usa ancora vicini a Trump e ai repubblicani potrebbero aver recapitato dettagliata documentazione sui flussi finanziari indirizzati da multinazionali farmaceutiche verso esponenti della famiglia von der Leyen. Gli stessi agenti segreti si mormora abbiano anche depositato presso varie procure europee materiale probatorio su rapporti economici tra politici e vertici di multinazionali informatiche e finanziarie. Insomma, Donald Trump non è l’esagitato che ci vuole descrivere certa stampa di sinistra, invece è uomo deciso e non disposto a subire angherie da parte dei paladini del “Nuovo ordine mondiale”. Anche l’agenzia Ansa ha diramato la notizia che “gli investigatori della Procura europea (Eppo) hanno preso il posto dei procuratori belgi nelle indagini sulle accuse di illecito penale in relazione alle trattative sui vaccini tra il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer”. Ed ora sarebbe oltremodo complicato far credere alla gente che si tratti di fake news.
Le indagini della Eppo sono sempre per “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di sms, corruzione e conflitto di interessi”.
In origine l’indagine era stata avviata dalle autorità giudiziarie belghe, e perché i magistrati di Liegi avevano ricevuto durante la pandemia vario materiale probatorio (si parla carte su corruttela) e all’inizio del 2023 anche la denuncia penale firmata dal lobbista belga Frédéric Baldan. Anche i governi di Ungheria e Polonia avevano presentato esposti circostanziati sull’argomento.
Lo hanno appellato Pfizer gate, ma secondo gli addetti ai lavori andrebbe chiamato “multinazionale gate”: notizia ormai poco tacitabile, al punto che la stessa portavoce della procura europea (Eppo) ha dovuto ammettere pubblicamente l’esistenza dell’indagine sulle trattative tra la presidente Ursula von der Leyen ed Albert Bourla (ceo di Pfizer), sottolineando “il lavoro investigativo sul caso è considerato altamente sensibile e non ha una scadenza da rispettare”.
Ma ora le scadenze le potrebbe dettare il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump che, secondo voci di palazzo, starebbe mal tollerando le posizioni europee sulla vertenza Ucraina. Voci d’oltre atlantico ci dicono che l’inizio del tramonto dell’era von der Leyen sarebbe previsto dai trumpiani dopo il voto in Germania.
“Il contesto tedesco è una cosa che si discute solo in Germania ‒ s’è sbrigata a dire la presidente della Commissione Ue (Ursula von der Leyen) ‒ Nelle democrazie ci sono le elezioni e governi che si fanno. Per l’Unione europea, è importante che sia mantenuta la rotta che abbiamo intrapreso da molti anni ormai, e che è stata una rotta di successo”.
La risposta di Elon Musk non s’è fatta attendere, ha attaccato Scholz su X inviando un monito a Ursula: “è uno stupido”. Così Elon Musk è lestamente intervenuto sulla crisi politica in Germania, e lo ha fatto attaccando il cancelliere Scholz. Il ceo di Tesla e SpaceX, nonché ministro di Trump, ha scritto in tedesco sul suo account di X “Olaf è uno stupido”. E non s’è trattato d’un semplice commento alla notizia della fine della coalizione tedesca. Musk (ovvero Trump) ha detto stop ad una certa linea tedesca ed europea. Probabilmente è arrivato il tramonto sulla politica moralista e frugale finanziata dalle multinazionali nemiche di Trump.
Ora c’è da chiedersi che fine faranno i sostenitori dell’Agenda 2030, gli amici di Bill Gates e Soros, i servi di Ursula, i partigiani del “green” ed i sacerdoti climatici.
Si spera Trump possa sollevarli dal ben remunerato lavoro virtuale in smart working, quindi mandarli a zappare, o a girarsi i pollici per fare meno danni all’umanità.
di Ruggiero Capone