Mosca: tutto va secondo i piani, o quasi

venerdì 29 novembre 2024


Il rublo è sceso al suo valore più basso dall'ìinizio della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina nel febbraio 2022, valutato a 113 rubli per un dollaro il 27 novembre. L’inflazione in Russia continua a salire e non può essere negata nemmeno dalle fonti pro-Cremlino. Gli economisti indipendenti notano che gli obiettivi di mantenere tassi convincenti di crescita economica e stabilità macroeconomica sono diventati incompatibili in Russia. Per continuare la sua guerra, Mosca deve sacrificare la stabilità a rischio di creare un malcontento diffuso tra i propri cittadini. In primavera, alcuni sondaggi sociologici indipendenti hanno mostrato che il 54 per cento degli intervistati considerava l’aumento dei prezzi in Russia un problema più importante della guerra e degli atti terroristici. Oggi, i canali Telegram pro-Cremlino lo riconoscono. Ufficialmente, l’inflazione è all’8,5 per cento, sebbene persino i media pro-Cremlino ammettano che i dati sull’inflazione reale siano molto più alti, con un tasso reale del 15,3 per cento circa che, a giudicare dall’indebolimento del tasso di cambio del rublo, non potrà che crescere ulteriormente.

Lo strumento principale della Banca centrale per rallentare la crescita dei prezzi è l’aumento del tasso primario, che attualmente si attesta al 21 per cento, e la Banca centrale ha accennato a un possibile ulteriore aumento. A loro volta, gli esperti economici confermano che, anche considerando le misure adottate, non sarà possibile raggiungere l’inflazione desiderata del 4 per cento all’anno, nemmeno entro il 2026. Allo stesso modo, gli osservatori indipendenti notano che il tasso primario estremamente elevato ha già portato a un rallentamento economico. Le statistiche operative della Banca centrale russa mostrano che l’attività economica è stata inferiore alla media in ottobre per il terzo trimestre. Gli esperti del Centro per l’analisi macroeconomica e le previsioni a breve termine avvertono che “nel prossimo futuro, la Russia è minacciata da una recessione economica e da un crollo degli investimenti”.

In questo contesto, si sta intensificando il confronto tra il “partito della guerra” russo, che sostiene il mantenimento della crescita economica a qualsiasi prezzo, e il “partito della rigida politica creditizia”. Gli esperti prevedono che la vittoria del “partito della guerra” sia garantita e, di conseguenza, il capo della Banca centrale, Elvira Nabiullina, deve accettare che il Governo abbandonerà l’obiettivo di contenere l’inflazione. Le critiche a Nabiullina stanno crescendo, non solo nei circoli radical-patriottici, ma anche in ambiti relativamente “moderati”, inclusi quelli vicini all’amministrazione presidenziale. Il canale Telegram Nezygar incolpa Nabiullina per i suoi metodi di contenimento dell’inflazione attraverso l’aumento, a livelli insostenibili, del tasso di interesse primario. Gli autori del canale rimproverano anche la Banca centrale di aver messo l’industria russa “sull’orlo del collasso”, poiché la gente, a causa degli alti tassi di interesse sui depositi, preferisce tenere i propri fondi in banca piuttosto che restituirli al settore reale dell’economia.

Ci sono segnalazioni secondo cui la spesa pubblica in Russia sta diventando più difficile da sostenere, le riserve sono esaurite e l’economia sta mostrando i classici segni di surriscaldamento. Vladimir Boglayev, direttore dello stabilimento di fusione e meccanica di Cherepovets, ha definito la situazione “critica”, dichiarando che “per oltre un anno le consegne nell’ambito di Rosoboronexport non sono state pagate”. Ciò non significa tuttavia che la Russia non possa più finanziare la guerra. Sia gli economisti russi indipendenti che gli esperti occidentali concordano sul fatto che Mosca può finanziarla per diversi anni ancora nonostante un’economia surriscaldata. I costi di tale finanziamento stanno crescendo. Questa crescita non solo provoca un aumento incontrollato dell'inflazione, ma priva anche altri settori economici di fondi. A settembre, l’economista Igor Lipshitz ha previsto che “si troveranno soldi per la guerra in Russia, ma niente per il resto”. Secondo i risultati di un sondaggio sociologico, gli stessi russi ritengono che i settori dell’assistenza sanitaria, dell’edilizia abitativa e dei servizi, dell’assistenza sociale e delle infrastrutture stradali siano gravemente sotto finanziati.

Per quanto riguarda la sfera sociale, giornalisti indipendenti riferiscono che i veterani di guerra ricevono fino all’83 per cento dei bilanci sociali delle regioni. Ad esempio, nel territorio di Stavropolsky, i funzionari hanno stanziato 12 volte più denaro per i soldati a contratto rispetto all’aiuto agli orfani e sei volte di più rispetto a quanto stanziato per sostenere i residenti disoccupati della regione. In Karachay-Cherkessia, i veterani e le famiglie dei defunti hanno ricevuto il 75 per cento di tutti i pagamenti sociali, mentre nell’Oblast di Kaluzhskaya hanno ricevuto il 52 per cento dei fondi. Per affrontare lo squilibrio economico, i funzionari russi hanno chiesto che le restrizioni sul lavoro straordinario fossero revocate. Questa iniziativa è stata sollevata dal capo del Ministero dello Sviluppo economico, Maksim Reshetnikov, che ha anche annunciato l’uso diffuso di adolescenti e anziani nella forza lavoro. Il lavoro minorile, tuttavia, non è sufficiente per risolvere il peggioramento dello squilibrio economico.

Il Cremlino avrà bisogno di fondi aggiuntivi e di capacità produttiva per modernizzare le armi in deterioramento e produrne di più, mentre la Russia esaurisce le sue scorte sovietiche. La scorsa primavera, ci sono state segnalazioni secondo cui l’India aveva rifiutato le esportazioni di armi russe, non solo a causa delle sanzioni, ma anche perché il complesso militare-industriale russo non è riuscito a modernizzare le sue armi. Oggi, persino i canali fedeli al Cremlino riferiscono che “i sistemi di difesa aerea russi sono spazzatura completa rispetto a quelli iraniani”. L’utilizzo dei sistemi di difesa aerea russi, a causa della bassa qualità, è stato ridotto dal Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche iraniane.

Visti gli attacchi ucraini in territorio russo, la modernizzazione dei sistemi di difesa aerea è un’esigenza urgente per Mosca, difficile da realizzare in un’economia in rallentamento. Ma questi non sono gli unici problemi che il Cremlino deve affrontare. Un problema ancora più immediato per Mosca potrebbe essere la rivolta dei soldati. Recentemente, in una base militare russa vicino a Novosibirsk, un gruppo di soldati che stavano per essere inviati in Ucraina ha scelto di ribellarsi e fuggire piuttosto che rischiare il servizio in prima linea. Questa non è la prima rivolta tra i soldati che si oppongono all’invio in Ucraina. Eventi simili si sono verificati nel dicembre 2022 a Kaliningrad e Murmansk, ma quello che è successo alla periferia di Novosibirsk, è stato “uno dei più grandi dopo l’inizio della guerra contro l’Ucraina". Da quanto risulta, i tribunali militari russi hanno già emesso più di 10mila condanne contro i soldati russi che hanno cercato di evitare il servizio in Ucraina. Pertanto, l’insurrezione di Novosibirsk potrebbe essere un presagio di ciò che accadrà in altre basi russe se, come in questo caso, gli ufficiali cercheranno di inviare in prima linea soldati che si trovano verso la fine dei loro periodi di servizio o che potrebbero aver già fatto un periodo di rischieramento in Ucraina.

Il tempo stringe per la Russia e Vladimir Putin questo lo sa bene.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza


di Renato Caputo (*)