Guerra asimmetrica in Medio Oriente e possibile diplomazia asimmetrica

mercoledì 27 novembre 2024


Donald Trump, futuro presidente degli Stati Uniti d’America, durante la sua campagna stampa, in vari interventi, ha affermato che, essendo lui presidente, certamente avrebbe avviato un’attività presidenziale di ampio respiro finalizzata alla cessazione delle guerre oggi in corso. Ho accolto la dichiarazione di assunzione di un simile impegno con molto interesse a prescindere di chi fosse il promotore e il realizzatore di tale possibile composizione. Immaginando le fasi successive all’assunzione del superiore impegno e desiderando solamente dare corpo a talune riflessioni successive alla stesura del precedente articolo, Diplomazia asimmetrica pubblicato da Opinione della Libertà l’8 novembre, ho ritenuto, in termini esemplificativi e certamente non esaustivi stante la complessità del tema, predisporre lo schema che più avanti sintetizzo. A tale stesura sono altresì indotto dalle evidenti e gravissime conseguenze ineludibili che nei secoli hanno sempre caratterizzato tutte le guerre. Non mi riferisco e non intendo farlo, alle cause delle loro origini ma essenzialmente alla necessità che dopo il loro improvvido avvio cessino prima possibile!

La fine della guerra asimmetrica in Medio Oriente, che coinvolge Israele, gruppi terroristici come Hamas ed Hezbollah e Stati come l’Iran, richiederebbe un approccio di diplomazia asimmetrica che sia flessibile e adattabile. I tradizionali e necessari strumenti diplomatici potrebbero non essere sufficienti contro attori non statali, postulando la necessaria integrazione di ulteriori attività quali negoziati informali, mediazione e altre forme di diplomazia non convenzionale ed asimmetrica. La ricerca di una soluzione pacifica, oggi da considerarsi indifferibile per la complessa escalation del conflitto asimmetrico in Medio Oriente anche a motivo delle nuove caratteristiche ipersoniche di taluni vettori oggi comparsi nello scenario bellico mondiale, necessita di una fase preliminare strutturata da iniziarsi nel più breve termine combinando i due profili della diplomazia. Un simile modo di procedere è da considerarsi essenziale per la verifica e per la ricerca delle precondizioni necessarie finalizzate all’avvio della fase operativa della azione diplomatica asimmetrica. Di seguito si ipotizzano in maniera esemplificativa ovviamente 5 passaggi chiave:

1) Identificazione e analisi degli attori coinvolti nel conflitto

Obiettivo: identificare tutti gli attori agenti, comprenderne le motivazioni, le risorse e le capacità. Identificazione di tutti i soggetti coinvolti, sia gli Stati (Israele, Iran), sia i gruppi armati irregolari (Hamas, Hezbollah ed altre eventuali frazioni), sia le potenze regionali (Egitto, Giordania, Turchia, Arabia Saudita) e sia le organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, Unione europea). Comprendere le motivazioni poste a fondamento delle azioni di ciascun attore, ivi includendo le considerazioni ideologiche, politiche, economiche e di sicurezza. Valutare le risorse belliche disponibili e le capacità operative di ogni singolo protagonista per prevedere il loro futuro atteggiarsi e le eventuali reazioni nell’avviato scenario delle attività diplomatiche, sia simmetriche che simmetriche.

2) Creazione di canali di comunicazione informali

Obiettivo: predisporre idonei canali di comunicazione informali per facilitare l’avvio del dialogo e creare una atmosfera di possibile fiducia tra le parti. Individuare e responsabilizzare mediatori internazionali neutrali, come operò la Norvegia durante gli Accordi di Oslo. Simili mediatori possono ovviamente organizzare ed agevolare incontri molto riservati ed informali tra i protagonisti (Accordi di Oslo (1993): Gli Accordi di Oslo tra Israele e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) sono un esempio di diplomazia asimmetrica. Gli accordi furono raggiunti attraverso negoziati segreti e informali, mediati dalla Norvegia, e portarono al riconoscimento reciproco tra Israele e l’Olp e alla creazione dell’Autorità nazionale palestinese). Strutturare tali incontri discreti tra rappresentanti di Israele, Hamas, Hezbollah e altre parti interessate in maniera che in tale iniziale fase questi incontri possano svolgersi fuori dal perimetro della comunicazione dei media per permettere un dialogo aperto e, per quanto possibile, costruttivo. Sarebbe pertanto necessario ed auspicabile che si possano implementare misure iniziali per costruire la fiducia, come cessate il fuoco temporanei, scambi di prigionieri o l’apertura di corridoi umanitari.

3) Coinvolgimento delle potenze regionali

Obiettivo: coinvolgere le potenze e le organizzazioni internazionali e regionali per garantire supporto e legittimità al processo di pace. Dare corso ad incontri e consultazioni con potenze regionali come l’Egitto, la Giordania, la Turchia e l’Arabia Saudita per assicurare il loro impegno e supporto nel processo di pace. Formare un Autorità internazionale per la pace mediorientale (o altra dizione) che possa inizialmente agevolare le fasi del dialogo e possa in ultimo operare come garante degli accordi raggiunti. Questa autorità potrebbe includere rappresentanti delle potenze internazionali e regionali e delle organizzazioni internazionali.

 

4) Predisposizione di possibile atto preliminare di accordo

Obiettivo: definire una roadmap preliminare per i negoziati, individuando e sintetizzando i punti focali su cui far convergere il consenso e classificare le maggiori evidenze di disaccordo. Puntualizzare e classificare gli obiettivi prevalenti e realistici per il raggiungimento della conclusione positiva dei negoziati. Tra gli obiettivi preminenti e propedeutici si possono ascrivere il cessate il fuoco, il disarmo dei gruppi armati, l’eventuale riconoscimento reciproco e la creazione di meccanismi di sicurezza condivisi. Identificare sia i punti focali su cui far convergere il consenso e sia quelli di disaccordo tra le parti. Tale impostazione di massima potrebbe focalizzare i negoziati su questioni cruciali e a sviluppare strategie per prevenire e superare anche eventuali ostacoli futuri. Predisporre una bozza di atto preliminare di accordo che possa costituire la base per l’inizio e lo sviluppo dei negoziati formali. Evidentemente tale bozza dovrebbe essere caratterizzata da flessibilità e da idonea apertura per recepire le modifiche collegate alle manifestazioni di consenso di volta in volta espresse delle parti coinvolte.

5) Utilizzo delle tecnologie di comunicazione e diplomazia digitale

Obiettivo: utilizzare ogni utile tecnologia, nota e non, per agevolare le comunicazioni, la trasparenza e la mobilitazione in favore della pace afferente allo scenario comunicativo dei media internazionali. È certamente auspicabile sia l’utilizzo delle piattaforme di social media per comunicare le prospettive e le posizioni motivazionali delle parti coinvolte, sia la promozione della possibile e giusta trasparenza nei negoziati sia la mobilitazione del comune sentire globale per la affermazione della pace. Dare corso, nell’ambito del procedimento diplomatico asimmetrico, anche ad incontri virtuali, forum online e videoconferenze per rendere più agevole e sicuro il dialogo e la mediazione, riducendo le barriere geografiche e logistiche. Implementare ogni possibile strumento digitale sia per il monitoraggio delle attività diplomatiche in corso sia il monitoraggio degli accordi raggiunti, garantendo la responsabilità, la trasparenza e l’incolumità delle parti coinvolte.

Conclusione

Conclusivamente si ritiene possibile affermare che la fase preliminare dell’avvio delle attività caratterizzate da diplomazia asimmetrica in Medio Oriente postuli un approccio strategico e coordinato, che necessariamente preveda che si predisponga la mappatura degli attori coinvolti, la creazione di canali di comunicazione informali, il coinvolgimento delle potenze internazionali e regionali, la preparazione di un progetto preliminare di accordo e l’utilizzo moderno delle attuali tecnologie digitali di comunicazione. Solo attraverso una pianificazione strategica accurata ed una collaborazione multiculturale è auspicabile che si possa avviare un processo di pace efficace e sostenibile nella regione del Medio Oriente.

(*) Avvocato


di Carmelo Elio Costanza (*)