Accuse contro Donald Trump: accolta l’archiviazione

martedì 26 novembre 2024


Tanya Chutkan ha deciso di accogliere la richiesta dei pubblici ministeri. Il giudice ha dato il via libera per archiviare, almeno per ora, il caso di sovversione elettorale contro Donald Trump. Una scelta che si lega direttamente alla rielezione del tycoon alla presidenza degli Stati Uniti. Il caso del presidente eletto è stato portato acanti dal procuratore speciale Jack Smith con una formula precisa, quella del “senza pregiudizio”, che lascia aperta la possibilità di riaprire il caso una volta che The Donald avrà lasciato la Casa Bianca. “La Costituzione protegge temporaneamente i presidenti in carica da incriminazioni federali. Quando il mandato si concluderà, queste protezioni decadono”, ha spiegato Chutkan nella sua decisione.

Trump, 78 anni, era stato incriminato per due vicende molto note: la presunta cospirazione per ribaltare i risultati delle Presidenziali del 2020, vinte da Joe Biden, e il trasferimento di documenti riservati dallo studio ovale alla sua residenza privata di Mar-a-Lago. Ma nessuno dei due casi è mai arrivato a processo. Jack Smith, nel motivare la richiesta di archiviazione, ha citato la rielezione del presidente eletto lo scorso 5 novembre, nonché il principio costituzionale che garantisce un’immunità temporanea ai presidenti in carica. “Non significa che tutto finisca qui,” ha dovuto precisare, lasciando intendere che il procedimento potrebbe essere riaperto nel 2029, quando Trump avrà terminato il suo secondo mandato. Il procuratore speciale ha inoltre annunciato che si dimetterà prima del 20 gennaio 2025, quando Trump tornerà ufficialmente a tenere le redini degli Stati Uniti. Una mossa anticipata dal fatto che il tycoon aveva già promesso di licenziarlo durante la campagna elettorale. L’archiviazione riguarda sia l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 – quando un gruppo di sostenitori di Trump prese d’assalto il Congresso – sia il caso legato ai documenti segreti. Tuttavia, non tutti i coinvolti tirano un sospiro di sollievo: i due collaboratori del presidente in pectore, i bodyguard Walt Nauta e Carlos de Oliveira, restano sotto accusa.

Come prevedibile, il tycoon ha reagito con il solito piglio combattivo, definendo le accuse archiviate “futili e illegali”. Sul suo social network Truth, Trump ha attaccato l’Amministrazione democratica, rea di aver sprecato oltre 100 milioni di dollari dei contribuenti in quella che ha per molti ha preso le vesti di una vera e propria vendetta politica. “Non era mai successo nulla di simile nella storia del nostro Paese,” ha scritto The Donald, preparando il terreno per il ritorno alla guida degli Stati Uniti. Con questa decisione, Trump si lascia alle spalle due procedimenti giudiziari pesanti, ma non definitivamente. L’ombra di queste accuse potrebbe tornare a farsi sentire alla fine del suo secondo mandato. A meno che, il tycoon non decida di graziarsi da solo.


di Eugenio Vittorio